tag:blogger.com,1999:blog-59658963558475267352024-03-23T12:43:00.160+01:00Diario di un acufene Musica, letteratura, filosofia cinema, arte, ricordi,
acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.comBlogger195125tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-38316114772279907122024-03-07T11:04:00.007+01:002024-03-13T13:03:43.225+01:00 11Analitici e continentali, sapere umanistico e scientifico.<p><span style="font-size: medium;"><br /> </span></p><p class="MsoFootnoteText"><span style="font-size: medium;"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman", "serif";"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjO_ZEpjl87xlk1LpyJWmN_r-p8AT_z0ePcFp9BVcjEL8x0zeOGEalTEhYweCyGBYQDK3iJNa2j81iyt8esY-4FyKR5SccpnRNRY3y45Nj6JXq5mBAMohmcNVjcd-RjM4tJFLjEqfQU5vAlpzWN1hT9HTNQT4zWtvaW8s9lYI_OS9K48kUlR5he5UWRForL/s591/0%20%20piccolo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="451" data-original-width="591" height="153" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjO_ZEpjl87xlk1LpyJWmN_r-p8AT_z0ePcFp9BVcjEL8x0zeOGEalTEhYweCyGBYQDK3iJNa2j81iyt8esY-4FyKR5SccpnRNRY3y45Nj6JXq5mBAMohmcNVjcd-RjM4tJFLjEqfQU5vAlpzWN1hT9HTNQT4zWtvaW8s9lYI_OS9K48kUlR5he5UWRForL/w200-h153/0%20%20piccolo.jpg" width="200" /></a></div></div><span style="font-size: medium;"><br /></span><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "Times New Roman", "serif";">In un suo </span><span style="font-family: "Times New Roman", "serif";">’articolo
del 1932 (<i>Uberwindung der Metaphysik durk
logische Analyse der Sprache</i>) Carnap polemizza contro la metafisica e
contro quei termini che. non avendo alcun riferimento empirico o riconducibile,
assumono significato metafisico. Nell’articolo il bersaglio polemico è
soprattutto l’uso del termine ‘nulla’ in Heidegger di cui Carnap cita un passo
tratto dal saggio <i><a href="#_edn1" name="_ednref1" title=""><span class="MsoEndnoteReference"><span class="MsoEndnoteReference"><b>[i]</b></span></span></a> C'os’è la metafisica?</i>
del 1929: <strong><span style="background: white; color: #333333;">«</span></strong><i>indagato dev’essere l’ente soltanto e –
null’altro; l’ente solamente e inoltre – nulla; l’ente unicamente oltre a ciò
- nulla. Come sta la cosa con questo
nulla? … esiste il nulla solo perché c’è il Non, ossia <st1:personname productid="la Negazione" w:st="on">la Negazione</st1:personname>? O forse la
cosa sta inversamente? Esiste la negazione e il Non esiste solo perché c’è il
nulla?</i><strong><span style="background: white; color: #333333;">»</span></strong><a href="#_edn2" name="_ednref2" title=""><span class="MsoEndnoteReference"><b><span style="background: white; color: #333333;"><span class="MsoEndnoteReference"><b><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">[ii]</span></b></span></span></b></span></a> .</span></span><p></p>
<p class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman", "serif";"><span style="font-size: large;">La
conclusione di Carnap, dopo attenta disamina di espressioni contenenti il
termine ‘<i style="mso-bidi-font-style: normal;">nulla’</i>, è che alcune
proposizioni possono essere tradotte in equivalenti in cui il termine ‘nulla’
non compare mentre altre sono irrimediabilmente prive di senso o dotate di quel
senso metafisico che le rende insensate o addirittura contraddittorie. A questo
punto Carnap ricorda come la circostanza non sia affatto ignorata da Heidegger
il cui commento, riportato da Carnap, è il seguente <strong><span style="background: white; color: #333333;">« “</span></strong><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Domanda e risposta riguardanti il Nulla sono allo stesso modo, assurde
[…] La regola solitamente addotta, il principio di contraddizione esclusa, la
logica in generale, sopprime questa domanda</i>” <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Tanto peggio per la logica! Noi dobbiamo rovesciare la sua egemonia: se
infirma il potere dell’intelletto nel campo delle questioni circa il Nulla e
l’Essere, allora si decide con ciò anche il destino dell’egemonia della
‘logica’ all’interno della filosofia. La stessa idea della ‘logica’ si dissolve
nel vortice di un interrogativo più originario” per poi concludere che il non senso
metafisico sia un surrogato dell’arte.</i><strong><span style="background: white; color: #333333;">»</span></strong><a href="#_edn3" name="_ednref3" style="mso-endnote-id: edn3;" title=""><span class="MsoEndnoteReference"><b><span style="background: white; color: #333333;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoEndnoteReference"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="background: white; color: #333333; font-family: "Times New Roman", "serif";">[iii]</span></b></span><!--[endif]--></span></span></b></span></a><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoFootnoteText"><span style="font-family: "Times New Roman", "serif";"><span style="font-size: large;">Lo
stretto rapporti tra arte e filosofia è, secondo Carnap, confermata dal fatto
che <strong><span style="background: white; color: #333333;">«</span></strong><i style="mso-bidi-font-style: normal;">proprio il metafisico dal più forte temperamento
artistico che forse ci sia mai nato, cioè Nietzsche, ha commesso meno di tutti
l’errore di questa commistione. […] Tuttavia nell’opera in cui egli esprime con
la massima efficacia ciò che altri dicono per mezzo della metafisica o
dell’etica, ossia in “Così parlò Zarathustra”, non sceglie l’equivoca forma
teoretica, ma si decide apertamente per la forma dell’arte, la poesia.</i><strong><span style="background: white; color: #333333;">».</span></strong><a href="#_edn4" name="_ednref4" style="mso-endnote-id: edn4;" title=""><span class="MsoEndnoteReference"><b><span style="background: white; color: #333333;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoEndnoteReference"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="background: white; color: #333333; font-family: "Times New Roman", "serif";">[iv]</span></b></span><!--[endif]--></span></span></b></span></a><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoFootnoteText"><span style="font-family: "Times New Roman", "serif";"><span style="font-size: large;">Nel
P.S. Carnap annota che anche Hilbert nella conferenza <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Die Grundlegung der elementaren Zahlenlehre </i>del 1930 così si
espresse: <strong><span style="background: white; color: #333333;">«</span></strong><i style="mso-bidi-font-style: normal;">In una recente conferenza filosofica trovo
questa proposizione; “Il nulla è la pura e semplice negazione della totalità
dell’ente</i>.” <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Questa proposizione è
istruttiva per il fatto che, a dispetto della sua brevità, esemplifica tutte le
principali violazioni che si possono commettere nei confronti di principi
stabiliti dalla mia teoria assiomatica</i><strong><span style="background: white; color: #333333;">»</span></strong>.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="color: black;"><span style="font-size: large;">Carnap parla di
parole metafisiche senza significato, io preferisco parlare di termini ’Vaghi’. termini
sconcertanti e soprattutto in sospetto di metafisica. Un sospetto grave almeno
da quando Kant, inaugurando <st1:personname productid="la Filosofia Critica" w:st="on"><st1:personname productid="la Filosofia" w:st="on">la Filosofia</st1:personname>
Critica</st1:personname>, tentò di mettere al bando la metafisica e di
tracciare un confine di senso epistemologico che cominciò ad assumere, prima
con Frege, Tardoskyn e Meinong, poi con Russell, Wittgenstein e il
neopositivismo, valenze logico-linguistiche sempre più forti. </span></span></p><p class="MsoNormal"><span style="color: black;"><span style="font-size: large;">Il problema dell’identificazione
del senso diventa nel secolo scorso un problema vivo in riferimento alle
parole, ai concetti e alle teorie. Tanto più vivo quanto più si cerca di
cercare di specificare il senso di quei termini ‘vaghi’ per i quali non si
riesce a dare definizione esplicita ma ci si deve accontentare di un discorso
di contesto.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="color: black;"><span style="font-size: large;">.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span style="color: black;">La questione delle definizioni dei termini “vaghi” sembra anche
distinguere gli “Analitici” dai “Continentali”.<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>Secondo i primi le definizioni deve essere esplicite mentre per i
continentali è ovvia l’accettazione di definizioni contestuali. Il Continentale
in genere usa termini come ‘Essere’ e ‘Nulla’ senza porsi eccessive domande di
senso o definizione, procedendo sicuro che sarà la discussione a dare un senso,
non tanto alla parola, quanto al discorso compless</span><span style="color: black;">ivo. Al contrario l’Analitico
cercherà sempre una definizione esplicita o almeno parzialmente esplicitabile.
Tale definizione deve aggregare (secondo regole di una grammatica condivisa) termini
di cui sia noto il senso. Siamo in sostanza alle prese con la logica del
dizionario dove l’interdefinizione è obbligatoriamente circolare e dove, per
uscire dalla circolarità, <u>si deve approdare a un sistema di termini
indefiniti primitivi o a contesti extralinguistici. <o:p></o:p></u></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span style="color: black;">Non avviene dunque a caso che i Continentali approdino spesso a
filosofie avverse a ogni </span>tipo di fondamento e che gli Analitici si affidino
all’assiomatica, a termini primitivi e, nel caso del neopositivismo, a regole
di formazione e trasformazione di<i> </i>“protocolli”
empirici, Non avviene dunque a caso che i continentali approdino spesso a
filosofie avverse a ogni tipo di fondamento e che gli Analitici si affidino
all’assiomatica, a termini primitivi e, nel caso del neopositivismo, a regole
di formazione e trasformazione <i>di </i>e <i>su</i> protocolli empirici, generando
spesso infernali meccanismi di
proliferazione il cui meccanismo è il seguente: Si costruisce una teoria sul mondo e ci si chiede se è vera; per
rispondere a questa domanda bisogna, però, sapere cosa si intende per "verità"
e quindi avere una teoria a questo riguardo. In tal modo avremo non più una
sola teoria, ma due ed entrambe dovranno, essere giustificate da altre teorie e
queste, a loro volta da altre. In fondo la teoria di Tarski produce questo
meccanismo; costruisce una semantica per il concetto di "verità" e
ottiene come risultato una gerarchia senza fine di linguaggi, ciascuno con il
suo concetto di verità. Ognuna di questa verità verrà definita, sempre, nel
linguaggio di ordine superiore. Questo è il meccanismo gerarchico che genera mostri come le
antinomie, le cause incausate, i motori immobili. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">A questo punto, però, il dilemma non sta nell’accettare condanne
di inquinamento metafisico o, in alternativa, il modo di procedere
“continentale”, ma, constatando come quest’ultimo mostri un’organizzazione
interna a feedback con caratteri di circolarità, nell’inaugurare uno studio
della logica circolare, dove la cibernetica, che, per la sua struttura, non
genera antinomie o cause incausate, può molto aiutare.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p><span style="font-size: large;"> Siamo comunque di fronte a concezioni profondamente antitetiche che, a mio parere, sono connesse all'opposizione cultura umanista cultura scientifica. </span></o:p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><o:p>in un paese come il nostro dove pressoché tutte le facoltà di filosofia sono impostate sulla cultura umanistica, la questione è ancora più seria. Non così né in Germania, ( </o:p><span style="font-family: "Times New Roman", "serif"; text-align: left;">Heidegger e Carnap) e neppure in Francia e in Inghilterra. E' una nostra anomalia culturale?</span> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><i>Ezio Saia</i></span></p><div style="mso-element: endnote-list;"><hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<div id="edn1" style="mso-element: endnote;">
<p class="MsoEndnoteText"><span style="font-size: large;"><a href="#_ednref1" name="_edn1" style="mso-endnote-id: edn1;" title=""></a><o:p> </o:p></span></p>
</div>
<div id="edn2" style="mso-element: endnote;">
<p class="MsoEndnoteText"><span style="font-size: large;"><a href="#_ednref2" name="_edn2" style="mso-endnote-id: edn2;" title=""><span class="MsoEndnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoEndnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman", "serif";">[ii]</span></span><!--[endif]--></span></span></a> <span style="font-family: Garamond, "serif";">Tratto da Carnap <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Il superamento della metafisica mediante l’analisi del linguaggio</i>.
Saggio inserito ne <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Il Neoempirismo</i>
U.T.E.T, 1969, p. 504<o:p></o:p></span></span></p>
</div>
<div id="edn3" style="mso-element: endnote;">
<p class="MsoEndnoteText"><span style="font-size: large;"><a href="#_ednref3" name="_edn3" title=""><span class="MsoEndnoteReference"><span style="font-family: Garamond, "serif";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoEndnoteReference"><span style="font-family: Garamond, "serif";">[iii]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span style="font-family: Garamond, "serif";"> Id. p. 519<o:p></o:p></span></span></p>
</div>
<div id="edn4" style="mso-element: endnote;">
<p class="MsoEndnoteText"><a href="#_ednref4" name="_edn4" style="mso-endnote-id: edn4;" title=""><span class="MsoEndnoteReference"><span style="font-family: Garamond, "serif";"><span style="mso-special-character: footnote;"><span style="font-size: large;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoEndnoteReference"><span style="font-family: Garamond, "serif";">[iv]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></span></a><span style="font-family: Garamond, "serif";"><span style="font-size: large;"> Id. p. 531</span><span style="font-size: 8pt;"><o:p></o:p></span></span></p>
</div>
</div>acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-72018315581933395702024-03-04T13:44:00.002+01:002024-03-11T09:52:57.455+01:00 12 Imperi dei diritti - Illuminismo imperiale<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p></p><h3 style="margin-top: 0cm; mso-line-height-alt: 1.25pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;"><br /></h3>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; mso-line-height-alt: 1.25pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif";">Si parla esplicitamente, di solito, di imperi
religiosi e imperi totalitari, ma, se questi hanno monopolizzato questa
stratificazione, essa è più o meno presente, magari temporaneamente e
marginalmente in tutte le forme di potere politico; anche nelle democrazie
specialmente oggi, in cui assistiamo ad assestamenti imperiali tipo UE che
vanno di pari passo con la decadenza della democrazia del voto e con la
costruzione di realtà politiche fastose e assimilatrici che si presentano come <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><u>democrazia
dei diritti, (diritti naturalmente universali</u></i></b>.)<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; mso-line-height-alt: 1.25pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif";">La parola diritti compare con ossessione paranoica e
sono sempre diritti che si <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">vogliono <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Universali, incontestabili, indici di
civiltà, eterni, esistenti da sempre, anche se negati: l’impero dei diritti non
è meno imperiale degli altri imperi <o:p></o:p></i></b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; mso-line-height-alt: 1.25pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;"><span style="font-family: "Times New Roman", "serif"; text-indent: 35.45pt;">Mentre i grandi illuministi si dedicavano, con
l’Enciclopedia, a conoscere e divulgare le conoscenze degli operai, degli
artigiani, degli agricoltori, rivolgendo l’indagine non verso l’universale
assimilatore, ma, come già secoli prima con Ugo da San Vittore, verso le
sapienze dei muratori, dei fonditori, dei cuochi, altri illuministi guardavano
all’universalità dei diritti e dei doveri.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; mso-line-height-alt: 1.25pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif";">Una spinta fanatica verso una forte e falsa idealità
diretta verso la predicazione di principi, diritti e doveri universali,
indipendenti dalle cultura, dalle storia e dalle credenze concrete in cui
ciascun uomo, con la sua famiglia, con la sua comunità, con i suoi avi, era
cresciuto, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">come se il mondo fosse una
tabula rasa</b> <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">e gli uomini esseri
astratti e non fatti carne, con un passato, gioie, dolori, credenze, affetti,
divinità. </b><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; mso-line-height-alt: 1.25pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif";">Fu la nuova ribelle corrente del pensiero romantico
ad avvertire costoro: “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Guardate che
esistono la storia, le tradizioni, le educazioni, le religioni. Siamo uomini
che vivono nel loro tempo, con la loro carne e le loro convinzioni, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">non esseri fatti di creta plasmabile come
volete voi</b></i><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">.</b><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; mso-line-height-alt: 1.25pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; mso-themecolor: text1;">Non abbisognano
tante citazioni per capire la situazione; basta quell’Imperativo categorico di
Kant che nella sua<u> <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Critica della
ragion pratica</i> prescrive: <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Agisci in
modo che la massima che guida la tua azione possa valere come principio di
legislazione universale</b>.</u></span><u><span style="color: #0070c0; font-family: "Times New Roman","serif";"> <o:p></o:p></span></u></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; mso-line-height-alt: 1.25pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;"><span style="font-family: "Times New Roman", "serif";">Ma su Kant per ora
rinviamo il discorso. </span><u><span style="color: #0070c0; font-family: "Times New Roman","serif";"><o:p></o:p></span></u></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; mso-line-height-alt: 1.25pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;"><span style="font-family: "Times New Roman", "serif";">Oggi siamo, con l’impero
UE, nella stessa situazione Nulla di strano che emerga nelle posizioni di comando
la più squallida mediocrità, nulla di strano che, fin dalla seconda metà del
secolo scorso, arte, poesia, inventività siano pressoché scomparse.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; mso-line-height-alt: 1.25pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;"><span style="font-family: "Times New Roman", "serif"; text-align: left;">Che diversità dal miracolo e dalla sfolgorante
attività artistica e intellettuale delle città greche e rinascimentali</span><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; mso-themecolor: text1;">.</span><u><span style="color: #0070c0; font-family: "Times New Roman","serif";"><o:p></o:p></span></u></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-28343831688339180462024-03-04T11:25:00.003+01:002024-03-11T10:11:53.965+01:0010 Ucraini e russi <p> </p><div style="font-family: arial, sans-serif;"><div class="separator" style="clear: both; font-size: small; text-align: center;"><br /></div><h3 style="margin-top: 14pt; text-align: justify;"><span style="font-size: medium; font-weight: normal;">I giornalisti dell'élite sono sempre lì a scrivere o raccontare in televisione che la Russia è in difficoltà, e che la Russia si sta ritirando: oggi un chilometro, ieri due, ieri hanno issato la bandiera sul campanile? Quale? quello che era caduto? Sì, ma l’hanno tirato su in quattro e quattr’otto con l’eroismo di Zelensky. Santo Zelensky…. l’altro ieri si sono ripresi un intero villaggio. Mica metà! Intero, tutte le sette case. Zelensky di qui, Zelensky di là. Vincerà la guerra? Come no! La vincerà e caccerà Putin.</span></h3><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><u></u></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span>Come non si può non ricordare che già nei primi giorni, dopo il primo sistema di sanzioni, c’era chi infallibilmente prevedeva il fallimento della Russia in una settimana! poi dopo due settimane, poi entro un mese. Poi altre sanzioni, altre sanzioni, altre sanzioni e via di questo passo, a cui seguivano le solite litanie, entro una settimana, due, tre: con queste non può reggere, Putin è malato, i russi si ribellano e lo detronizzano, i russi fanno la fame, i supermercati sono vuoti, il burro costa come l’oro, non durerà un altro mese. Certo la Russia fallì ma aveva i soldi e l'Occidente non li ha voluti. Una comica degna di Totò, che rivoltandosi nella tomba rideva e diceva: “Ancora mi copiano”</span><u></u><u></u></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span>Tutti questi esperti che puntualmente sbagliavano e sbagliavano e ri-sbagliavano, erano saggi, studiosi, colti o Sibille fasulle o più semplicemente ignoranti e cretini? O ciechi, che non vedevano le croci uncinate tatuate sui corpi ucraini ma li vedevano in Italia perfino nei formicai? </span><u></u><u></u></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span>Stanche di dire “fallirà in una settimana, min due in tre in un mesi in due mesi, s’accordarono sulla definitiva sentenza. “ Lo faranno nel lungo periodo.” </span><u></u><u></u></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span>E intanto fiorivano gli intellettuali in tivù. Era divenuta virale una battuta di non so quale giornalista americano. “Gli americani combatteranno i russi fino all’ultimo ucraino.” bella frase e realistica ma l'intellettuale di turno, con la voce del padrone, ribatteva idiotamente “Non sono gli americani ma i russi che stanno sterminando gll’ucraini.” </span><u></u><u></u></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span>A costoro vorrei chiedere: “quando i nostri generali ordinavano ai nostri poveri fanti, durante la prima guerra mondiale, l’attacco e quelli uscivano dalle trincee al grido: SAVOIA, SAVOiA, correndo a farsi ammazzare e senza fermarsi perchè da dietro altri fanti italiani avevano l’ordine di sparare nelle loro schiene, se si fermavano. Chi uccideva? Cadorna? Gli austriaci? Chi uccide oggi là con armi in campo ben più micidiali? Zelensky, Biden, Putin?</span><u></u><u></u></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span>Ce lo dice un’altra circostanza storica. L'America con la NATO o senza Nato ha perso tutte le guerre, a cominciare da quella della Corea. Cuba, la fuga da Cuba, il Vietnam la fuga dal VIetnam nonostante la macelleria sistematica, bombe, le bombe, le bombe e napalm un disastro terminato dopo centinaia di migliaia di morti, invalidi, mutilati con una vergognosa fuga della “La tigre di carta” - così la chiamava Mao - con la coda fra le gambe, abbandonando all’ira vietcong i vietnamiti che avevano collaborato.</span><u></u><u></u></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Dopo il Vietnam, l’infinito disastro di vent'anni in Afghanistan e concluso con una fuga ancor più vergognosa, poi la Siria, l’Iraq e in America latina le dittature imposte in CIle e in Argentina e i Contras in Nicaragua. Disastri dappertutto, la grande potenza umiliata nel mondo e in Sudamerica dove tutte le dittature imposte sono crollate. Di qui l’esigenza di cambiare strategia: “Visto che il nostro esercito non vince, facciamo combattere gli altri e noi via con le bombe e le sanzioni: bombe, bombe, bombe, sanzioni, sanzioni, sanzioni come in LIbia, Serbia e Ucraina . </span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12pt;"><span style="font-size: medium;"><br /><br /><u></u><u></u></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif;">Ma supponiamo pure che gli ucraini (o la NATO o gli americani o Zelenski) riescano a riconquistare tutto, compresa la Crimea. E poi? Poi che faranno? </span><u></u><u></u></span></p><p style="margin-bottom: 10pt; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span> Napoleone, conquistata Mosca, dalla quale l’esercito russo s’era ritirato appiccando gli incendi che la stavano divorando, e lasciandoli al freddo di morte - era convinto che, persa Mosca, lo Zar sarebbe accorso ad arrendersi. Sicuramente lo Zar sapeva di questa balorda illusione e altrettanto certamente se la rideva tra sé e con la corte. “Magari” avrà commentato: “mandategli un emissario dello Zar di tutte le Russie che dica a quel cretino che lui ha appena messo un piede nella nostra immensa Russia. Che venga, che venga, lo stiamo aspettando ma per favore non si prenda troppo tempo. Ora i suoi soldati si stanno scaldando con il fuoco di Mosca ma presto torneranno a provare il nostro tremendo freddo – probabilmente, questo disse o qualcosa di simile, addentando tranquillo la sua coscia di pollo, mentre Napoleone con il suo esercito stremato, era già in fuga, disordinata, incalzato dai soldati russi che non davano tregua., fino al disastro della Beresina.</span><u></u><u></u></span></p><p style="margin-bottom: 10pt; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span>Il secolo successivo fu Hitler coi suoi nazisti a farsi la loro passeggiata in Russia. Una al secolo, poveri e derelitti europei.</span><u></u><u></u></span></p><p style="margin-bottom: 10pt; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span> Napoleone aveva fatto una brutta fine ma, santo cielo, era stato veloce e solo l’inverno l’aveva battuto. Un problema che non esisteva per Hitler e i suoi generali. Quel povero esercito di napoleonidi aveva dovuto farsi tutta la strada a piedi, tranne quei pochi privilegiati seduti sul cavallo: - Eppure sono andati veloci e figuriamoci noi con i nostri panzer, i nostri camion, le nostre motociclette. Saremo veloci come la luce, sarà una guerra lampo e quando torneremo, qui ci diranno: "Siete già qui?”</span><u></u><u></u></span></p><p style="margin-bottom: 10pt; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span>Ma quel Stalin l’aveva fatta dura e feroce. I russi combattevano ma non si arrendevano, si facevano insaccare, come cretini, ma intanto l’esercito tedesco doveva fermarsi a snidarli e il tempo passava. “Sconcertante e folle” dovevano commentare fra loro i generali tedeschi “Si intestardiscono e preferiscono sacrificare centinaia di migliaia di uomini, piuttosto che ritirarsi ed evitare l’accerchiamento. Se continua così non resterà vivo neppure un soldato russo. Coraggio! Avanti! Bene così” ma la terra russa non era paragonabile alla terra francese. Lì tutto era dominato dall’immensità della madre Russia e dal suo terribile clima. Non si sa cosa passava nella testa di Stalin e dei suoi generali che sicuramente soffrivano a vedere tutti quei soldati russi morti o fatti prigionieri, ma l’ordine tassativo di Stalin era di non arretrare, di non cedere neppure un palmo di terreno e di morire combattendo. Stalin ragionava in conformità alla terra madre russa, all’enormità dal terreno dal confine a Vladivostok e non cedeva, mentre intanto il tempo passava, ogni giorno l’inverno si avvicinava e, prima dell’inverno, come è sempre avvenuto da che mondo è mondo, sarebbe arrivato l’autunno con le sue piogge. E le piogge finalmente arrivarono.</span><u></u><u></u></span></p><p style="margin-bottom: 10pt; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span>Non so che si aspettassero gli eserciti tedeschi ma certo non trovarono comode strade d’asfalto o comunque piastrellate. Non fu così e le strade si trasformarono tutte in enormi insuperabili pantani, che bloccarono l’avanzata. </span><u></u><u></u></span></p><p style="margin-bottom: 10pt; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span>I carri , i panzer, le moto, pesanti com’erano, creavano solchi e affondavano, bloccandosi e mettendosi di traverso, sicché li si doveva spingere a mano, spingere un carro con un altro carro, finché anche questo si impiantava. Un disastro che i tedeschi neppure lontanamente immaginavano. Alla fine i mezzi impantanati venivano spinti fuori strada, mentre ancora tutta la carovana era ferma e, fermandosi. affondava nella melma e non ripartiva. I tedeschi ora cercavano cavalli per farsi aiutare e sicuramente invidiavano l’abbondanza di cavalli dell’esercito di Napoleone </span><u></u><u></u></span></p><p style="margin-bottom: 10pt; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span>L’esercito ora avanzava ma avanzava a fatica; la guerra lampo era un ricordo e gli ufficiali cominciavano a riflettere sui loro morti. Più di un milione fra morti e mutilati, un macello infinito e i Russi non parevano finire mai. Morivano, morivano ma ne arrivavano sempre altri. </span><u></u><u></u></span></p><p style="margin-bottom: 10pt; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span>Poi arrivarono finalmente il gelo e le strade gelate , su cui i carri tedeschi potevano fare presa e non affondare. L’avanzata riprese e, con l’avanzata, l’ottimismo ma durò poco, il termometro cominciò a scendere, per poi scendere a precipizio. I tedeschi e gli alleati conobbero il freddo russo che scendeva fino a quaranta sotto zero. Un inferno micidiale. I soldati impararono che non potevano urinare all’aperto perché l'urina e il pene ghiacciavano e si staccavano. L’inverno era arrivato, i soldati non avevano neppure le divise invernali, l’illusione della guerra lampo era svanita nel gelo e gelavano anche i pensieri . Mosca ora era vicina a portata di mano, ma quel diavolo di Stalin aveva fatto arrivare i siberiani, soldati imbacuccati e coperti di pelliccia bianca. Nella neve non li vedevi neppure. E l’esercito Russo ora, davanti a Mosca, sfuggì all’accerchiamento e non si fece più insaccare. Stalin si preparava a difendere Mosca con i militari e con i civili che scavavano una trincea dopo l’altra. </span><u></u><u></u></span></p><p style="margin-bottom: 10pt; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span>Mosca faceva paura e Stalin aveva fatto spostare le fabbriche in qualche posto al di là di Mosca. I tedeschi sapevano bene che le città e i villaggi avevano combattuto prima di arrendersi, quando il fronte era ormai lontanissimo. A Mosca si sarebbe combattuto strada per strada. La città di Stalin non si sarebbe mai arresa e i russi sarebbero spuntati dietro di loro da tutte le parti come ormai dovunque alle loro spalle spuntavano e sparavano i partigiani. Forse Hitler incrociava le dita e aveva ben ragione di farlo. Leningrado resisteva e il tentativo di conquista di </span><span style="background: white; font-family: "Times New Roman", serif;">Murmanskea, unico e vitale porto al quale approdavano gli aiuti occidentali, era fallito, manifestando, se mai ce n’era bisogno, l’enorme anomalia della Russia.</span></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size: medium;"><u></u> <u></u></span></p><p style="margin-bottom: 10pt; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="background: white; font-family: "Times New Roman", serif;">I tedeschi avevano studiato la cartina volevano a tutti i costi quel porto militarmente più importante di Leningrado e Mosca. Sulla cartina avevano individuato la strada, contorta ma chiara. S’inerpicava sulla montagna che dominava il porto e scendeva dalla cima fino alla città. Anche in questo caso si erano probabilmente detti, non una passeggiata ma quasi e avevano inviato forze ben al di sopra del necessario, perché il porto doveva cadere velocemente nelle loro mani, a tutti i costi. per bloccare gli aiuti e le armi americane. Ma la strada non c’era. La cercarono e trovarono a malapena un sentiero ormai invaso dalla vegetazione. Pensarono che la mappa riportasse come strada quel sentiero ma anche questa interpretazione risultò fasulla. Solo più tardi conclusero che la cartina non era un falso ma che quella strada riportava il percorso dei fili del telegrafo, anch’esso abbandonato. Ora a Murmanskea arrivava la ferrovia ma per giungere alla ferrovia dovevano conquistare Murmanskea.</span><u></u><u></u></span></p><p style="margin-bottom: 10pt; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="background: white; font-family: "Times New Roman", serif;">Un soldato tedesco racconta come e quando in lui crollarono le speranze.</span><u></u><u></u></span></p><p style="margin-bottom: 10pt; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="background: white; font-family: "Times New Roman", serif;">Siamo in piena estate quando a sud i tedeschi cercavano di arrivare al petrolio, inseguendoli in pianure brulle, soffocanti, polverose o in interminabile pianure di grano e di girasoli. Quelle pianure sterminate </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif;">col suo gelo invernale, il suo asfissiante caldo estivo, le sue distese di steppe, polverose e deserte o coperte di grano o di girasoli- racconta un soldato tedesco - i russi ce l’hanno nel sangue da quando nascono e da innumerevoli secoli prima che la follia omicida della patria romantica si affacciasse alla cultura occidentale.</span><u></u><u></u></span></p><p style="margin-bottom: 10pt; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif;"> Come i tedeschi raggiungevano i fiumi, piccoli o grandi, trovavano valli ubertose, verdi, coltivate con gente accogliente. Lì non c’erano né polvere né girasoli ma uova in quantità, carne, polli, latte, formaggio, vino, vodka e pane in quantità. E il Paese di bengodi lo erano veramente quelle valli lunghe, larghe e infinitamente verdi.</span><u></u><u></u></span></p><p style="margin-bottom: 0cm; margin-left: 36pt; margin-right: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif;">“E dire”, pensavano i tedeschi, soprattutto i loro capi“, che di qui è già passato l’esercito russo e ha fatto man bassa. Chiedevano dei russi ma gli abitanti<span style="background: rgb(238, 238, 238);"> </span>rispondevano: “Soldati russi? Mai visti. Neppure<span style="background: rgb(238, 238, 238);"> </span>uno” dicevano allegri e non si sapeva se raccontavano palle o se veramente l’esercito russo era passato chilometri sotto o chilometri sopra.</span><u></u><u></u></span></p><p style="margin-bottom: 0cm; margin-left: 36pt; margin-right: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif;">E’ probabile che i comandanti dei tedeschi abbiano pensato “L’immensa Russia è piena di sorprese e ricca. Come possiamo pensare di batterli? Adesso siamo lontanissimi da casa, non ce la ricordiamo neppure più e dobbiamo continuamente fermarci per aspettare rifornimenti che non arrivano mai, o<span style="background: rgb(238, 238, 238);"> </span>arrivano marci. Mentre qui si muore di caldo e tutto si scioglie; quei cretini laggiù sono capaci di farci ora arrivare i cappotti invernali.”</span><u></u><u></u></span></p><p style="margin-bottom: 10pt; margin-left: 36pt; margin-right: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif;"> Forse questi pessimistici pensieri erano ormai<span style="background: rgb(238, 238, 238);"> </span>insediati in tutte le loro teste: “La grande Russia<span style="background: rgb(238, 238, 238);"> </span>l’abbiamo appena toccata. Troppo grande per conquistarla”, specialmente ora che hanno imparato a ritirarsi. Per quanto?<span style="background: rgb(238, 238, 238);"> </span>All’infinito.”</span><u></u><u></u></span></p><p style="margin-bottom: 10pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: medium;">Quella Russia era troppo grande per loro e sarebbe stata la<span style="background: rgb(238, 238, 238);"> </span>tomba per tutti.</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size: medium;"><u></u> <u></u></span></p><p style="margin-bottom: 10pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif;">Gli ardenti profeti e missionari della democrazia pensano che andrebbe in tutt’altro modo, ma la storia non ci insegna una simile visione e l'America da sola o con la NATO ha perso tutte le guerre dove ha inviato il suo esercito a conquistare. Per questo ha cambiato. Ora, sanzione, bombe e poveri cretini che a terra si fanno ammazzare per l’Occidente. In ogni caso la speranza che Putin, o chi per lui, venga a Canossa, ad arrendersi e</span><span> inchinandosi al Comico </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif;"> </span><span>accompagnato dai criminali NATO, e da tutti i nostri giornalisti, dica: “Perdonami, la Russia è tua?” è del tutto illusoria. </span><u></u><u></u></span></p><p style="margin-bottom: 10pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm;"><span style="font-size: medium;"><span>I russi pensano: </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif;">“Anche se la proiezione di Mercatore esagera, la Russia è immensa, “Tanto immensa da seppellire con onore i suoi venti milioni di morti contro l’aggressione nazieuropea e gli altri milioni di morti che farete con la prossima invasione. Mi correggo: non ‘prossima invasione’ ma ‘prossima disastrosa invasione’: la sterminata Russia ha sepolto già i tedeschi, le SS ucraine, quelle tedesche, i tedeschi, i rumeni, gli Italiani, i Francesi. Venite c’è posto per tutti, non solo per i nostri morti. “E’ grazie ai venti milioni di morti russi se oggi Biden e Zelensky non ubbidiscono a Hitler. E dire che il vostro Patton, vinti i tedeschi, voleva subito imitare Napoleone e Hitler. Santo dio, un po’ di pazienza, cari americani, cara UE, cara Nato, aspettate almeno un altro centinaio di anni.”</span></span></p></div><p class="MsoNormal" style="font-family: arial, sans-serif;"><span style="font-size: medium;"><u></u> </span></p>acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-73590126163290776112022-09-19T13:51:00.001+02:002022-09-19T13:55:49.691+02:00Auguri a Italexit. - I fatti <p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9O_5gavz3XpP-C7WaqRuxUjf6kU0H0hjYWxcH9LyzUlhyINjwvB--pcr5nw7KrOSZk9lj7869Nj3Wj7gKYvZ8DhDml3O1xMK6B5OZsXwWz0Pnh3pKu-VU2LExk1W6npMfaGsz1VKSPvMZ0pTrheWo9JWqF2OUf4_sKnWK63IEk7eukxR71TMfbOukCQ/s1689/0avatar%20veleno.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1289" data-original-width="1689" height="153" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9O_5gavz3XpP-C7WaqRuxUjf6kU0H0hjYWxcH9LyzUlhyINjwvB--pcr5nw7KrOSZk9lj7869Nj3Wj7gKYvZ8DhDml3O1xMK6B5OZsXwWz0Pnh3pKu-VU2LExk1W6npMfaGsz1VKSPvMZ0pTrheWo9JWqF2OUf4_sKnWK63IEk7eukxR71TMfbOukCQ/w200-h153/0avatar%20veleno.jpg" width="200" /></a></div><br /> <span style="font-size: x-large;">Non parlo delle disquisizioni fra fatti e interpretazioni non pervenute nella cloaca d'ignoranza dei giornalisti parlo con ritrosia dei fatti e delle frasi tipo Gruber "<i><b>Che la Russia abbia aggredito è un fatto</b></i>" ma indubbiamente le discussioni fra fatti, verità e interpretazioni hanno impregnato la cultura occidentale ma non quella dei nostri giornalisti</span><span style="font-size: xx-large;"> </span><span><span style="font-size: x-large;">marchiati dall'ossessione : "</span><i><b><span style="font-size: x-large;">Che la Russia abbia aggredito l'Ucraina </span></b></i></span><b><span style="font-size: x-large;"><i>è un fatto</i>"</span></b><p></p><p class="MsoListParagraph" style="margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify;"><span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: "Times New Roman", "serif"; line-height: 36.8px;">Se io, Ucraina, sulla mia macchina attraverso un incrocio e vengo investito dal camion Russia, questo è un fatto, chiaro, inequivocabile ma, prima di distribuire le colpe, non è meglio vedere com'era il semaforo? Se il semaforo per la macchina Ucraina era rosso, come la mettiamo? </span><span style="font-family: "Times New Roman", "serif"; text-indent: 35.45pt;">Era Rosso? Che dite? Per me era rosso o perlomeno giallo. </span><span style="font-family: "Times New Roman", "serif"; text-indent: -18pt;">Era giallo dal duemila dodici quando Putin aveva detto che un’occidentalizzazione della Ucraina, avrebbe posto fine alla pace, ma nessuno volle credergli. </span></span></p><p class="MsoListParagraph" style="margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify;"><span style="text-indent: -18pt;"><span style="font-family: Times New Roman, serif; font-size: x-large;"><span>La Russia? Chi se frega, ormai è solo una povera potenza regionale. Figuriamoci! Protesterà ma non farà nulla. Se ne starà </span>acquattata<span> e nulla più. Osiamo pure tranquilli, </span>trangugerà<span> ma non farà nulla. E invece in Russia non c'erano più Gorbaciov o l'ubriacone Eltsin ma Putin e Putin ha reagito. </span></span></span></p><div><span style="text-indent: -18pt;"><span style="font-family: Times New Roman, serif; font-size: x-large;"><span><br /></span></span></span></div>acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-62088698452736004672022-09-19T11:35:00.004+02:002022-09-19T14:30:23.324+02:00Italexit auguri - Il Profeta Giulietto Chiesa<p> </p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMs4rtIkvH_nRUFKwCx2awhQneSMc--sI1PuY_dBLyWKzOowx49uF9xaDZuiHB5wNBgN5DHiq9x3kwkm0X4-IbnOZngIZhg_zQIzEZUeXXLUJMuQv9R8CrBppQcNP4iF1x3_XfTr-_YJfINe3OrlHer-2t2Ng7AK2ZnxmCyI6X79qjdJPJ8LDwy_FDGQ/s1689/0avatar%20veleno.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1289" data-original-width="1689" height="129" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMs4rtIkvH_nRUFKwCx2awhQneSMc--sI1PuY_dBLyWKzOowx49uF9xaDZuiHB5wNBgN5DHiq9x3kwkm0X4-IbnOZngIZhg_zQIzEZUeXXLUJMuQv9R8CrBppQcNP4iF1x3_XfTr-_YJfINe3OrlHer-2t2Ng7AK2ZnxmCyI6X79qjdJPJ8LDwy_FDGQ/w168-h129/0avatar%20veleno.jpg" width="168" /></a></div><h2 style="text-align: left;"><b>Ascoltate cosa diceva Giulietto Chiesa già nel 1914<br /></b><a href="https://www.youtube.com/watch?v=BYtbr5tTu1Y"><b>https://www.youtube.com/watch?v=BYtbr5tTu1Y</b></a></h2><p></p><p><br /></p>acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-28702194513219822472021-06-21T18:03:00.004+02:002021-06-22T10:32:19.575+02:00Un libro da non perdere: ELIZA una storia macedone di Umberto Li Gioi<p><a href="https://1.bp.blogspot.com/-OP5V7qAi_dc/YNCCVMgtizI/AAAAAAAADTc/BnKPSuzbpHcKXYd247uuDFWPB3WP-fyTgCLcBGAsYHQ/s2048/IMG%2Beliza12.jpg" style="clear: left; display: inline; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1535" height="258" src="https://1.bp.blogspot.com/-OP5V7qAi_dc/YNCCVMgtizI/AAAAAAAADTc/BnKPSuzbpHcKXYd247uuDFWPB3WP-fyTgCLcBGAsYHQ/w220-h258/IMG%2Beliza12.jpg" width="220" /></a></p><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Bel libro, Superba, avvincente narrazione. Già il fatto che
non sia uno dei tanti polizieschi con commissario che magicamente individua il reo,
o peggio un romanzo rosa, o peggio un <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dei
tanti romanzi dove il protagonista si guarda l’ombelico e i visceri per compiere l’immancabile ricerca su se stesso, è prodigioso.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Ma prodigiosa è la narrazione che. procedendo con ritmi
calmi, ragionati e uno stile chiarissimo, racconta eventi tragici, eventi festosi e sentimenti <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di volta in volta avvolgenti, umani, sentiti,
narrando nello stesso tempo una storia d’Italia, di Grecia, di Albania. Una
storia di guerra e di pace.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Troppo lungo.? Nulla più del necessario anzi vorremmo saperne di più, ad esempio, dei fratelli della moglie, partigiani con Tito. Troppo lungo? Ci saremmo persi le mirabili descrizioni dei posti, visti nella loro realtà e mai estetizzati, dei volti, delle espressioni, delle frequentazioni, in quel lembo di terra macedone, di quei locali pubblici, dove si mangia si beve, si discute nel chiasso e nell'allegria, come succedeva nelle nostre "osterie": luoghi di pulsante di umana socialità. </span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span>Ci saremmo persi il racconto della lenta penetrazione degli ingrati </span><span>maomettani</span><span> </span><span>albanesi. che restituiscono odio alla generosa accoglienza, fino ad occupare il paese con una soverchiante migrazione e costruendovi pure una dominante moschea.</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span>Senza questa ricchezza non avremmo potuto seguire il padre strappato alla famiglia per mandarlo in una folle guerra, la madre, i compagni soldati, l'arrivo dei soldati tedeschi, le paure, le coraggiose fughe, il commovente matrimonio, il lungo, attento, affettuoso commovente racconto di Ljubo e, soprattutto non avremmo potuto goderci la figura eccezionale, indimenticabile della moglie, Eliza, Una donna vera, </span><span>i cui forti sentimenti, la cui d</span><span>ecisa personalità dominano il racconto. </span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Ma non posso certo dire tutto. Acquistate questo libro mirabile e se amate la lettura non sarete delusi. </span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br /></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br /></p><br /><p></p>acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-49462593937465542132021-05-31T15:18:00.001+02:002021-06-01T12:19:18.908+02:00Foibe e Walkabout Literary Agency. <p><a href="https://1.bp.blogspot.com/-8FvSz51T574/YLTIvqIcjgI/AAAAAAAADSc/yl8YXn1aAM8QNGNVP2qXmIf-jaPV1s_dQCLcBGAsYHQ/s1689/0avatar%2Bveleno.jpg" style="clear: left; display: inline !important; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="1289" data-original-width="1689" height="184" src="https://1.bp.blogspot.com/-8FvSz51T574/YLTIvqIcjgI/AAAAAAAADSc/yl8YXn1aAM8QNGNVP2qXmIf-jaPV1s_dQCLcBGAsYHQ/w241-h184/0avatar%2Bveleno.jpg" width="241" /></a></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: large; line-height: 18.4px;"><b>Non parlate delle foibe e dei loro orrori nei vostri romanzi. Non parlate male dell'editore radical chic Einaudi, dell'ignoranza di pensiero dei nostri cattedratici professori di filosofia. Le agenzie letterarie anche se apprezzano il vostro romanzo anche se lo lodano , troverebbero solo difetti, inventerebbero solo scuse per scartarvi.</b></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; text-indent: 1cm;">Potrei parlare di tutte le quattro agenzie letterarie che ho contattato, ma per brevità e gravità, mi soffermerò su una: </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; mso-bidi-font-weight: normal; text-indent: 1cm;">sulle</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; text-indent: 1cm;"> menti fini e colte dell’agenzia </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; mso-bidi-font-weight: normal; text-indent: 1cm;">Walkabout Literary Agency.</span></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; mso-bidi-font-weight: normal; text-indent: 1cm;">Ma quando ci facciamo la nostra casa editrice? Sono pronto a impegnarmi anche finanziariamente.</span></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><b style="font-family: "Times New Roman", serif; mso-bidi-font-weight: normal; text-indent: 1cm;"><span style="font-size: medium;">Argomento Foibe</span></b></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; line-height: 18.4px;"> </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; text-indent: 1cm;">Scrive il <b>bipede letterato</b> (non specifico se maschio o femmina) dall’alto della sua scienza:</span></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: medium; line-height: 18.4px;"></span></i></p><blockquote><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: medium; line-height: 18.4px;">Il romanzo si situa tra la cultura americana (che è più dettagliata e consente al lettore di calarsi nell’atmosfera) e quella italiana, che invece rimane più superficiale. La brama di raccontare il cuore dell’America, inoltre, appare troppo esagerata e in alcuni passaggi stereotipata.<o:p></o:p></span></i></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: medium; line-height: 18.4px;">A questo tentativo di spostare l’attenzione sull’Italia, rispondono i discorsi intrattenuti sulla cultura italiana. Ne è un esempio il tema delle Foibe, che già fatica a essere motivo di dibattito nella nostra società, ancor di più risulta “fuori luogo” tra personaggi americani, per di più giovani e senza una solida formazione culturale.</span></i></p></blockquote><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: medium; line-height: 18.4px;"><o:p></o:p></span></i></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; line-height: 18.4px;"><span style="font-size: medium;">Fuori luogo? Purtroppo la cultura italiana e gli italiani allora non parlavano affatto delle Foibe, perché le Foibe non esistevano, non erano esistite, non comparivano né nei libri scolastici né nei dizionari enciclopedici. Per questo motivo l’Italia, gli Italiani non potevano parlare delle Foibe. La Cultura non ne parlava ma si dava da fare per tacere, occultare, deviare, come tenta di fare lei con una vera e autentica censura preventiva.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span><o:p style="font-size: 12pt;"></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; line-height: 18.4px;"><span style="font-size: medium;">Quanti furono gli italiani massacrati nelle Foibe? Chi lo sa. L’Italia civile degli storici marxisti piuttosto di parlarne andavano a raccogliere le margherite, i bucaneve, oppure si dedicavano alla fecondazione artificiale dei coleotteri in Valsugana. E naturale che si sia constatato che delle foibe ai nostri studenti non veniva insegnato nulla e perfino la parola “Foibe”, non comparisse come sta facendo lei con il suo tentativo di censura preventiva.</span><o:p style="font-size: 12pt;"></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; line-height: 18.4px;"><span style="font-size: medium;">Ha capito, signora letterata, l’argomento Foibe non compariva! Compariva invece, ad esempio, sul <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Vocabolario della lingua parlata in Italia</i>, a cura del noto <b>Carlo Salinari,</b> militante del PCI che scriveva <i style="mso-bidi-font-style: normal;"></i></span></span></p><blockquote><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; line-height: 18.4px;"><span style="font-size: medium;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">“</i>Dolina con sottosuolo cavernoso. Indica le fosse del Carso nelle quali nella guerra ’40,45, furono gettati i corpi delle “<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">vittime della rappresaglia nazista</b><i style="mso-bidi-font-style: normal;">,” </i></span></span></blockquote><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; line-height: 18.4px;"><span style="font-size: medium;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"></i>Ha capito letterata<i style="mso-bidi-font-style: normal;">? “F</i>urono gettati i corpi delle vittime della rappresaglia nazista” Ha capito lemure, che criminale bugia? I nazisti al posto dei comunisti Titini. Non basta! Il Garzanti De Agostini<i style="mso-bidi-font-style: normal;">, </i>riedito da<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> “</i>Repubblica” nel 20004, (ha capito “2004”) parla angelicamente di “fenomeno carsico”. Nel 2000 il Devoto Oli parla <span style="mso-bidi-font-style: normal;"></span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; mso-bidi-font-style: normal; text-indent: 37.7953px;">di:</span></span><blockquote><blockquote><span style="font-size: medium;"><i><span style="mso-bidi-font-style: normal;">:“</span>Fossa comune di lotta civile e assassinii politici” </i></span></blockquote></blockquote><p><span style="font-size: medium;"> </span></p><blockquote><span style="font-size: medium;">mentre Nel dizionario di Paravia del 2000, Tullio De Mauro parla con indecenza di:</span></blockquote><p> </p><blockquote><span style="font-size: medium;"><blockquote><i> “Fossa comune per occultare cadaveri vittime di eventi bellici!”</i></blockquote></span></blockquote><o:p style="font-size: 12pt;"></o:p></span><p></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: medium; line-height: 18.4px;">Inutili anche i tentativi di gettare solo sugli slavi le responsabilità. Il viaggio degli esuli, trattati in Italia come lebbrosi, si trasformò in un viaggio della disperazione, insultati dalla ben presente forza partigiana. Inoppugnabile testimonianza che chi li ha perseguitati in questi 70 e più anni furono i partigiani italiani. Nella loro fuga senza fine, tra l’ostilità e il disprezzo in Italia, non c’erano slavi non c’erano Titini ma solo partigiani rossi.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: medium; line-height: 18.4px;">Massacro slavo etnico e non politico? Ecco quello che ci ricorda uno di quegli esuli, Mario Cappellini di Milano, in una lettera alla Stampa:<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"></i></p><blockquote><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: medium; line-height: 18.4px;">“Caro Aldo, il giorno del ricordo delle Foibe, mi dà lo spunto per una riflessione. Quei massacri sono sempre e solo attribuiti ai partigiani comunisti di Tito e nessuno, o quasi, cita mai la collaborazione data ai Titini dai partigiani comunisti italiani. Sono nipote di esuli istriani scappati nel ’45 e ricordo bene i loro racconti. La loro paura maggiore era quella di incontrare i partigiani italiani che erano più crudeli dei titini.<o:p></o:p></span></i></blockquote><p></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"></i></p><blockquote><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: medium; line-height: 18.4px;">Possibile che dopo più di settant’anni si cerchi ancora di nascondere quello che, ahimè, fa parte della storia?”<o:p></o:p></span></i></blockquote><p></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: medium; line-height: 18.4px;">Risponde in poche righe il signor Aldo:<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"></i></p><blockquote><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: medium; line-height: 18.4px;">“Caro Maurizio, mi associo al suo ricordo e alla condanna per quella pagina nera della storia nazionale.!<o:p></o:p></span></i></blockquote><p></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: medium; line-height: 18.4px;">Stop? Tutto qui? Lui si associa! Le parole d’ordine della società civile sono diventate “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Mi associo</i>” quando non se ne può fare a meno, oppure “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">auspico, auspichiamo</i>” tutto per mettere una pietra sopra e correre via.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: medium; line-height: 18.4px;">Ha capito radical chic!?<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: medium; line-height: 18.4px;">C’è poi alla base dell’assurda critica modello radical chic anche un misconoscimento totale: il romanzo non vuole raccontare la cultura italiana del tempo<b> ma la storia di una famiglia esule, fuggita dall’Italia in America, i cui genitori sono stati assassinati e gettati nelle foibe</b>. Almeno questo è il romanzo che ho scritto. Lei ne ha letto un altro? Papà Giulota in comunicazione con l’Italia, tramite un’associazione esuli, è ben informato della situazione e ne soffre. Al figlio vero e a quello adottivo che si stanno trasferendo in Italia per lavoro, affida la missione di parlare delle Foibe in un paese dove le foibe ancora non esistono.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; line-height: 18.4px;"><span style="font-size: medium;">Nel ’43, faccio notare. i Titini occuparono paesi e processarono la popolazione sospetta di collaborazione con i fascisti. Alcuni furono condannati altri, assolti, tornarono liberi, ma all’approssimarsi delle forze tedesche i nostri baldi Titini non esitarono e buttarono nelle foibe anche quelli che avevano assolto. Ha capito Aquila?! Formazione culturale solida? Solida come gli estensori dei libri di testo e dei dizionari? </span><o:p style="font-size: 12pt;"></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: medium; line-height: 18.4px;">E veniamo all’altra accusa concernente la <b>situazione editoriale in Italia</b>.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: medium; line-height: 18.4px;">Scrive la radical chic:<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"></i></p><blockquote><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; line-height: 18.4px;"><span style="font-size: medium;">E così anche il discorso sulle case editrici, sugli editori italiani che si fanno portavoce sulla cultura di destra e di sinistra. Nonostante i dialoghi siano messi in bocca a personaggi italiani, appaiono poco realistici in un romanzo intriso di cultura americana, in cui si sta descrivendo la maturazione e la crescita di “ragazzacci” americani.</span><o:p style="font-size: 12pt;"></o:p></span></i></blockquote><p></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: medium; line-height: 18.4px;">I dialoghi non sono “messi in bocca”?. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Lei racconta palle</b>. Che libro ha letto? Non certo il mio dove viene raccontato un dialogo fra un funzionario moderato del partito comunista e un impiegato dello stato che detesta l’elite. I due “ragazzacci” americani assistono e tacciono. </span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; line-height: 18.4px; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><span style="font-size: medium;">Riporto i brani incriminati e una biografia letteraria che penso comune a molti italiani, che allora si muovevano tra le pubblicazioni degli editori italiani, tra cui il vostro idolatrato editore Einaudi che alla loro cultura non contribuì affatto. </span><o:p style="font-size: 12pt;"></o:p></span></p><p class="MsoListBullet" style="mso-list: none; text-align: justify; text-indent: 1cm;"></p><blockquote><p class="MsoListBullet" style="mso-list: none; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-size: medium;">E vengo alla editoria e alle sue critiche, riportando i brani incriminati, Interviene funzionario comunista:</span><o:p></o:p></p><p class="MsoListBullet" style="mso-list: none; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: medium;">- Le librerie sono piene di merda. - stava continuando Rossini - Gli editori vogliono solo i bestseller degli States, le infami storie di avvocati, le favole rosa. Tutta robaccia scritta da illetterati ignoranti, da cani e porci. Per fortuna ci salva Einaudi…<o:p></o:p></span></i></p><p class="MsoListBullet" style="mso-list: none; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: medium;">- Lei insiste con i libri Einaudi - gli oppose Petri - e in un certo senso, come torinese, dovrei esserne orgoglioso ma dire che l’editore Einaudi rappresenti la cultura italiana è assolutamente falso. Einaudi rappresenta la cultura di un’élite con la puzza sotto il naso; quella stessa élite salottiera di sinistra che ha cacciato Montanelli dal Corriere della sera.<o:p></o:p></span></i></p><p class="MsoListBullet" style="mso-list: none; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: medium;">- Forse ha qualche ragione ma mi chiedo se esista un’altra cultura in Italia. - replicò Rossini.<o:p></o:p></span></i></p><p class="MsoListBullet" style="mso-list: none; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: medium;">- Io mi faccio invece un’altra domanda.- riprese animosamente Petri - Che aiuto ho avuto dai libri Einaudi? La mia risposta è semplice: nessuna. Cosa leggeva chi, come me, amava leggere e non aveva i soldi per comprare i salati libri Einaudi? Ebbene la risposta è semplice. Nella mia piccola libreria ho conservato i libri che potevo permettermi e cosa ci trovo? Libri, come I libri del Pavone, editi da Mondadori, libri bmm, libri Bur. Lei forse non li ha mai sentiti neppure nominare ma io sui libri del Pavone ho letto <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Kormendi, Steinbeck,</span> <span style="mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold;">S.</span><span style="mso-bidi-font-weight: bold;"> Lewis</span>.<o:p></o:p></span></i></p><p style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-size: medium;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">- Nel <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Pavone</span></i><span class="apple-converted-space"> </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;">c’erano Nobel come</i><span class="apple-converted-space"> </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Steinbeck</i><span class="apple-converted-space"> </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;">con</i><span class="apple-converted-space"> </span><i>La valle dell’Eden</i><i style="mso-bidi-font-style: normal;">,</i><span class="apple-converted-space"> </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Hemingway</i><span class="apple-converted-space"> </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;">con</i><span class="apple-converted-space"> </span><i>I Quarantanove Racconti e Per chi suona la campana</i><i style="mso-bidi-font-style: normal;">, <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Ehremburg</span></i><span class="apple-converted-space"> </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;">con <span style="mso-bidi-font-style: italic;">Il disgelo</span></i><span class="apple-converted-space">, </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Cadwell</i><span class="apple-converted-space"> </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;">con <span style="mso-bidi-font-style: italic;">La via del Tabacco</span>. Era la collana</i><span class="apple-converted-space"> </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;">proletaria</i><span class="apple-converted-space"> </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;">di Mondadori dedicata ai moderni e contemporanei Una simile collana proletaria, a basso costo, non esisteva da Einaudi.<o:p></o:p></i></span></p><p style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: medium;">Era partito in quarta Petri nella sua filippica e non tentava neppure di nascondere, in quella foga sanguigna, la sua profonda ostilità per quel mondo, un’ostilità che però - ormai certi segnali ero in grado di coglierli - non erano diretti contro Rossini ma contro la moglie. Lo coglievo dalle occhiate in tralice anche dalla posizione che, se col viso era rivolto a Rossini, col corpo era piegata scomodamente verso la moglie, suo vero obiettivo: un discorso a nuora perché suocera intenda.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></i></p><p style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: medium;">La moglie non pareva cogliere quei segnali: tranquillamente non guardava tutti con compatimento ma quasi, come se assistesse a una superficiale, immotivata, ostinata serie d’infantili ripicche.<o:p></o:p></span></i></p><p style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: medium;">Intanto Petri proseguiva.<o:p></o:p></span></i></p><p style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: medium;">- Il Pavone era parente stretto della più aristocratica e blasonata<span style="mso-bidi-font-weight: bold;"> “Medusa” e quei bei libri, dico belli, non solo per il contenuto ma per la rilegatura, perché cuciti e non incollati, per la carta e l’inchiostro, non potevo certo permettermeli.<o:p></o:p></span></span></i></p><p style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: medium;"><span style="mso-bidi-font-weight: bold;">C’era un’altra collana di Mondadori altrettanto proletaria e altrettanto ricca ed era la bmm. Nella bmm trovavi di tutto. Romanzi, racconti, biografie, poesia, teatro, saggistica. Era una colossale enciclopedia.</span><o:p></o:p></span></i></p><p class="MsoBodyText" style="line-height: normal; text-indent: 1cm;"><span style="font-size: medium;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span color="windowtext">C’erano i classici ma anche i moderni e i contemporanei. <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Mann</span></span></i><span class="apple-converted-space"><span color="windowtext" style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-theme-font: major-fareast;"> </span></span><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span color="windowtext" style="mso-bidi-font-weight: bold;">Stendhal,</span></i><span class="apple-converted-space"><span color="windowtext" style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-theme-font: major-fareast;"> </span></span><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span color="windowtext" style="mso-bidi-font-weight: bold;">Pirandello,</span></i><span class="apple-converted-space"><span color="windowtext" style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-theme-font: major-fareast;"> </span></span><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span color="windowtext" style="mso-bidi-font-weight: bold;">Ibsen</span></i><span class="apple-converted-space"><span color="windowtext" style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-theme-font: major-fareast;">, </span></span><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span color="windowtext" style="mso-bidi-font-weight: bold;">Shaw,</span></i><span class="apple-converted-space"><span color="windowtext" style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-theme-font: major-fareast;"> </span></span><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span color="windowtext">la</span></i><span class="apple-converted-space"><span color="windowtext" style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-theme-font: major-fareast;"> </span></span><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span color="windowtext" style="mso-bidi-font-weight: bold;">Deledda, Carlo Levi, Fogazzaro, Verne, D’annunzio</span></i><i><span color="windowtext">; quelli che non trovavo lì, li trovavo nella bur di Rizzoli. Lì trovavi tutto il mondo classico, tutto il settecento, l’ottocento e parte del novecento. </span></i><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span color="windowtext">Ora, però, stiamo annoiando il nostro amico americano, lui al bar dell’università faceva di sicuro discussioni più interessanti.<o:p></o:p></span></i></span></p><p class="MsoBodyText" style="line-height: normal; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span color="windowtext" style="font-size: medium;">Protestai che per me andava bene, che mi stavo ambientando in una cultura vecchia di millenni. Non era una discussione scipita, noiosa ma interessante e con implicazioni politiche evidenti.<o:p></o:p></span></i></p><p class="MsoBodyText" style="line-height: normal; text-indent: 1cm;"><span color="windowtext" style="font-size: medium;"> </span></p></blockquote><p class="MsoBodyText" style="line-height: normal; text-indent: 1cm;"><span color="windowtext" style="font-size: medium;"></span></p><p class="MsoBodyText" style="text-indent: 1cm;"><span color="windowtext" style="font-size: medium; line-height: 24px;">A questo punto il romanzo vira di nuovo verso l’evento foibe. Perché questo è importante per i due americani che lavorano in Italia?<o:p></o:p></span></p><p class="MsoListBullet" style="mso-list: none; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: medium;"></span></i></p><blockquote><p class="MsoListBullet" style="mso-list: none; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: medium;">- Di fatto - dissi - non mi sto annoiando, anche se io stesso non mi stupirei se accadesse. Che mai può interessare a un americano come me una disputa sugli editori italiani? E invece m’interessa perché è, in effetti, una disputa politica che tocca un punto dolente della vita della mia famiglia esule in America perché in fuga dalle foibe dove furono buttati, dai comunisti di Tito, i genitori di Papà Giulota.<o:p></o:p></span></i></p><p class="MsoBodyText" style="line-height: normal; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span color="windowtext" style="font-size: medium;">L’avevo detto e anche Rossini ammise che il comportamento della sinistra sulle foibe era inesplicabile.<o:p></o:p></span></i></p><p class="MsoListBullet" style="mso-list: none; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: medium;">- Inesplicabile è il suo tentativo di seppellire tutto. Chi in questo sa qualcosa sulle foibe tranne il fatto che là sotto ci sono metri cubi di morti ammazzati?<o:p></o:p></span></i></p><p class="MsoBodyText" style="line-height: normal; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span color="windowtext" style="font-size: medium;">Rossini si disse pronto ad ammettere tutto ma Petri gli replicò che questo tipo impotente di ammissione poteva anche essere considerato un meschino mezzo per eludere l’argomento - Che dovrebbe mai fare, secondo te, uno come Rossini? Mettersi a gridare all’angolo della strada: “Gente, siamo colpevoli di aver tentato di seppellire una nostra colpa?” - interloquì, con leggero sorriso di scherno la moglie, non ostile al marito in sé ma a una certa maniera di parlare adatta ai bar di periferia.<o:p></o:p></span></i></p><p class="MsoListBullet" style="mso-list: none; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: medium;">- No - replicò Petri - ma non vedo come la sinistra comunista non debba cominciare a discuterne sul serio. Tutti gli storici che sono di quella parrocchia - e come sembra lo sono quasi tutti - che hanno fatto? Quelli pur di non parlare delle foibe, pur di non parlare di responsabilità, parlano della fecondazione artificiale dei coleotteri. - sghignazzò in maniera volgare.<o:p></o:p></span></i></p><p class="MsoBodyText" style="margin-top: 12pt; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span color="windowtext" style="font-size: medium; line-height: 24px;">Nonostante il vigore di Petri, di cui in cuor mio lo ringraziavo, come certo in quel momento stava facendo Quinto, che intervenne con un’osservazione: a Rossini che formulava l’ipotesi di un rapporto tra strage e fascismo degli istriani italiani, lui non rispose, come avrei fatto io che l’essere italiani o fascisti non giustificava una simile strage, a guerra finita, ma semplicemente disse:<o:p></o:p></span></i></p><p class="MsoListBullet" style="margin-top: 12pt; mso-list: none; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: medium;">- Questo vi posso garantire: che nella famiglia di mio padre non si sentivano fascisti. Non solo non si consideravano fascisti ma neppure Italiani. Si sentivano Veneziani e commercianti. Veneziani e commercianti. - ripeté - Avevano un forno per il pane e lo vendevano a Slavi, Italiani, Veneziani, fascisti e non fascisti, ma si sentivano Veneziani. I loro antenati avevano difeso per secoli quelle terre, combattendo e fortificando le coste. Mai più si aspettavano di essere ammazzati e cacciati dalle terre per le quali i loro antenati erano morti.<o:p></o:p></span></i></p><p class="MsoListBullet" style="margin-top: 12pt; mso-list: none; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: medium;">- L’Italia era ed è tuttora dominata dagli intellettuali comunisti che negano le foibe, anche se, a denti stretti, devono ammettere l’esistenza di quelle mattanze avvenute, in gran parte, a guerra finita. Loro sostengono che i morti buttati laggiù erano solo fascisti e soldati fascisti, ma questo è assolutamente falso, laggiù c’è di tutto. E lo dico con sicurezza perché mio nonno e mia nonna non erano fascisti. A dire il vero non si sentivano neppure italiani ma veneziani. La loro famiglia abitava in quelle terre dal settecento quando le galee veneziane salvavano l’Europa dai Turchi. I loro antenati avevano eretto bastioni e fortezze che hanno difeso non solo Venezia ma tutta l’Europa dai Turchi. A questo servirono le gigantesche fortificazioni nei porti e nelle città dell’Istria e della Dalmazia. - Dopo questa esibizione, Quinto prese respiro ma riprese subito - I miei antenati avevano un forno per il pane. Mio nonno lavorava tutti i giorni dalle tre del mattino fino al pomeriggio inoltrato, come fa ancora mio zio, che ha una panetteria qui in città. Poi, dopo una passeggiata, si ritirava a dormire. Questo tutti i giorni, domeniche, Pasqua e Natale compresi. Nulla di eccezionale poiché da che mondo è mondo, tutti i panettieri fanno questa vita. La domenica pomeriggio andava a giocare alle bocce. I miei nonni sono stati infoibati entrambi; sapete come facevano quei macellai? Ne legavano fra di loro una decina col fil di ferro e poi spingevano il primo che si trascinava tutti gli altri. Cadevano nel buco per decine di metri e, se non morivano nella caduta, urlavano tutta la notte. – raccontò Quinto con un fervore che non ammetteva dubbi.<o:p></o:p></span></i></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 12.0pt; margin: 12pt 0cm 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"></p></blockquote><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 12.0pt; margin: 12pt 0cm 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><br /></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 12.0pt; margin: 12pt 0cm 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: medium; text-indent: 1cm;"><b>Concordo con quanto scritto sopra sull'Editore Einaudi.</b> </span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 12.0pt; margin: 12pt 0cm 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; text-indent: 37.7953px;">[...] </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; text-indent: 37.7953px;">I </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; text-indent: 1cm;">libri di Einaudi non rappresentavano affatto la cultura italiana ma la parte di sinistra e di estrema sinistra. Non a caso, nacque Adelphi, con l’intenzione di offrire al lettore una parte culturale che Einaudi non voleva coprire.</span></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: medium; line-height: 18.4px;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Gli anni sessanta, per noi che diventavamo adulti, furono una manna anche per l’orgia di dispense culturali a basso prezzo nelle edicole. Parlo delle dispense dei <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Capolavori nei Secoli</i>, de <i style="mso-bidi-font-style: normal;">I maestri del Colore</i>, editi dai Fratelli Fabbri, di quelle geografiche de <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Il Milione</i> da cui appresi giovanissimo l’esistenza di una storia della musica, io che, ignaro anche della terza rete rai, non avevo mai sentito altro che le nenie dei papaveri, delle papere, dei balli del mattone, delle mamme amatissime, degli alberi infiniti in una stanza, e che pensavo che la musica fosse tutta lì. Dal <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Milione</i> appresi che esisteva per ogni paese una storia della musica che si unificava, che erano esistiti Monteverdi, Palestrina, Mozart, Paisiello, ecc. Più tardi, negli anni, uscirono nelle edicole i fascicoli di <i>Storia della musica.</i><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: medium; line-height: 18.4px;">Molti pezzi classici come le sinfonie di Beethoven, la sesta di Ciaikovskij, la Sinfonia del nuovo mondo, ecc. o opere come Otello, ecc. erano in vendita alla Standa per la modica e popolare cifra di mille lire a disco. </span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: medium; line-height: 18.4px;"><b>Rizzoli e pubblicava i capolavori nella Bur: tutti i capolavori più o meno grandi del passato in edizione economicissima e povera. Accanto alla bur pubblicava anche collane di libri eleganti, cuciti, rilegati. Analogamente Mondadori pubblicava accanto a collane di libri economici (<i>bmm, Pavone</i>), che abbracciavano romanzi moderni, classici, pittura, architettura saggistica, filosofia, l’aristocratica e cara <i>Medusa</i> di scrittori moderni e contemporanei.</b><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-size: medium;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><u><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; line-height: 18.4px;">L’offerta di cultura a costi popolari era ampia e non proveniva da Einaudi</span></u></b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; line-height: 18.4px;">. L’Italia posava mattoni per le abitazioni popolari e meno popolari ma anche mattoni culturali per le tasche proletarie. L’unico problema era l’abbondanza e la necessità, per quei giovani non finanziati dalla ricca e snobistica elite, che non avevano già in casa una biblioteca famigliare perché venivano dalla “Bassa”, che non studiavano l’elitario greco del classico, l’impossibilità di comprare tutto e di dover fare scelte ogni settimana. Ma furono comunque tempi culturalmente folli. I due grandi partiti effettivamente popolari andavano a braccetto con l’abbondante offerta di cultura a prezzi popolari.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: medium; line-height: 18.4px;">Accanto ai grandi editori interclassisti in grado di accontentare tutti i gusti e tutte le tasche, c’era l’Editore Einaudi, uomo ed editore di sinistra, impegnato nel costruire una supremazia culturale con edizioni ricche, belle e care; non certo per le tasche proletarie. I suoi libri erano tutti cuciti, eleganti, veri arredi per librerie di gente snob, ignorante e non ignorante. Era ovviamente l’editore osannato dalla società civile, dall’elite nobile e radical chic, che disprezzava i grandi editori e ancor più li disprezzò fino all’odio allorché a rilevare una Mondadori in fallimento per le perdite T.V., arrivò l’arcinemico Berlusconi che poi salvò dal fallimento anche Einaudi. Non un merito per la società civile ma un’altra offesa da lavare a tutti i costi.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: medium; line-height: 18.4px;">L’Einaudi rappresentava la negatività della democrazia italiana, l’immagine della repubblica platonica dell’Espresso e dell’egemonia culturale radical chic.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: medium; line-height: 18.4px;">Non era difficile prevedere che questa aristocratica elite avrebbe ridotto l’Italia e l’Europa al disastro, all’umiliazione delle classi medie, alla rabbia sociale, alla povertà di tutti e alla ricchezza di pochi. Il pensiero unico di sinistra trionfava, il nuovo elitarismo di sinistra trionfava, alimentato da una moltitudine di giornalisti, attori, registi, che vivevano la loro brillante vita a spese dei contribuenti.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: "Times New Roman","serif";">Per oggi mi fermo qui ma seguiranno, per la grande </span><b style="font-family: "Times New Roman", serif; mso-bidi-font-weight: normal; text-indent: 1cm;">Walkabout Literary Agency altre puntate per svelare altra ignoranza, altra intolleranza, altre incredibili critiche</b></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; text-indent: 1cm;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;"><br /></p>acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-72723010084553235182021-05-24T09:21:00.001+02:002021-05-24T09:21:32.023+02:00Bombardamenti di Clinton sulle Serbia<p> </p><p><br /></p><p style="text-align: center;"><span style="font-size: x-large;">Bombardamenti di Clinton sulle Serbia</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-size: x-large;">Effetti collaterali.</span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-size: x-large;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Effetti collaterali sui ragazzi serbi sotto i bombardamenti della Nato dell'America di Clinton e dell'Italia di Dalema. Un bel omaggio fattomi dalle autrici; un libro in cui sono i ragazzi a parlare e che dovrebbe essere in commercio tanto nelle librerie serbe che italiane. L'Editore non avrebbe neppure la spesa della traduzione già presente nel libro. Per questo anche per questo le ringrazio del dono prezioso. </span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-xEuRAo7Nxog/YKZrzp7YUWI/AAAAAAAADSI/sh5bSpkVGtk7zu78tZn4cjQF1dsVJvS9gCLcBGAsYHQ/s2048/IMG_20210520_0002.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-size: large;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1433" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-xEuRAo7Nxog/YKZrzp7YUWI/AAAAAAAADSI/sh5bSpkVGtk7zu78tZn4cjQF1dsVJvS9gCLcBGAsYHQ/s320/IMG_20210520_0002.jpg" /></span></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: large;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: large;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-k6eEgDJds5U/YKZs9tJdp3I/AAAAAAAADSQ/PcfRI8GwL_g8eYHPyHy0XFvsz1fG2Pg0QCLcBGAsYHQ/s2048/serbia%2B2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-size: large;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1435" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-k6eEgDJds5U/YKZs9tJdp3I/AAAAAAAADSQ/PcfRI8GwL_g8eYHPyHy0XFvsz1fG2Pg0QCLcBGAsYHQ/s320/serbia%2B2.jpg" /></span></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: large;"><br /></span></div><div><span style="font-size: large;"><i></i><blockquote style="text-align: justify;"><i>" Ancora mi chiedo perché quegli sconosciuti giocavano con noi premendo sulle loro consolle i bottoni della morte come un video gioco. avevano anche loro figli? Perchè si comportavano con noi come se fossimo stati virtuali e non veri bambini?" </i></blockquote><p style="text-align: justify;"><br /></p><p></p><blockquote><p style="text-align: justify;"><i>"Dicevano che avrebbero mandato anche l'esercito, per occupare il nostro paese via terra. noi bambini ci trovavamo nel cortile della chiesa e fantasticavamo su come avremmo potuto contribuire alla difesa del nostro paese."</i></p><p></p></blockquote><p style="text-align: justify;"><br /></p><p><i></i></p><blockquote style="text-align: justify;"><i>"Dopo un po' la gente cominciò a radunarsi in piazza, scendevamo sulle strade a protestare contro il nemico. indossavano magliette, cappellini, e spille con la scritta "target", perché tutti eravamo bersagli "invisibili" di aerei altrettanto "invisibili" da cui venivano lanciate bombe ben visibili."</i></blockquote><p>Certo le descrizione di paura di dolore, dei rifugi toccano maggiormente la nostra anima, ma quelle citate testimoniano un ben vivo senso di giustizia, di orgoglio e la consapevolezza di essere perseguitati da dei "carnefici". Non a caso i bambini parlano di crudeltà del potente verso il debole, dei forti, ricchi, potenti paesi della nato contro la piccola, povera Serbia. Parole dense, impressionanti, mai ingenue; non solo quelle che ho citato ma tutte. Un avviso, un'accusa al cuore di chi quelle paure, quelle disperazioni le provocò ordinando con indifferenza le bombe su un popolo verso il quale tutto l'occidente aveva solo debiti.</p><p></p></span></div><div><span style="font-size: large;">Ancora un grazie ad entrambe le autrici, con la speranza che il piccolo libro che si legge tutto d'un fiato in una sola notte, diventi disponibile nelle librerie.</span></div><div><span style="font-size: large;"><br /></span></div><div><span style="font-size: large;"><br /></span></div><span style="font-size: large;"><br /></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: large;"><br /></span></div><br /><p></p>acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-72087227585291234452020-11-27T16:27:00.003+01:002021-04-16T14:44:35.180+02:00Dopo il mio lungo. Covid, Impero UE, Sovranismi <p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-ln3-Ruv_ulI/X5LStTAJfII/AAAAAAAADMc/wbibqz5HC9EWNs0tebvANcrxAuIc8RcRgCLcBGAsYHQ/s320/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="244" data-original-width="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-ln3-Ruv_ulI/X5LStTAJfII/AAAAAAAADMc/wbibqz5HC9EWNs0tebvANcrxAuIc8RcRgCLcBGAsYHQ/s0/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" /></a></div><span style="font-size: large;"><div style="text-align: justify;">Non un tentativo di indirizzarvi verso Italexit, ma solo una sede virtuale dove ragionare, argomentare discutere sulla UE.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"> <span>Pensate ai grandi imperi del passato, a quello cinese, a quello egizio, a quello persiano, al nostro impero medioevale, all'impero della chiesa. Tutti quei secoli imperiali in ogni punto della terra, in ogni periodo hanno prodotto meno conoscenza meno arte, meno</span></div></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">progresso che poche decine d'anni nelle città greche come Atene e nella città rinascimentali italiane come Firenze, Milano, Venezia, dove la civiltà veniva creata (<b>Atene</b>) o ricreata (<b>Firenze, Venezia</b>) ed esportata, come ad esempio a Roma, dove si creavano, sì, grandi capolavori ma chi li creava erano Raffaello, Michelangelo, ecc.</span></div><div><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Le grandi democrazie come gli Stati Uniti la Svizzera la Gran Bretagna resistono al tempo, ai secoli solo se conservano un ordinamento confederale, presupposto per la non omogenizzazione del pensiero, delle culture, delle tradizioni, delle abitudini che, creando uniformità, spesso forzata, schiacciano diversità ma la diversità, la libertà delle diversità, sono le matrici della creatività culturale, del progresso civile e conoscitivo, delle grandi opere d'arte, il terreno fertile perché, come in Atene, a Venezia, a Firenze, a Milano a Mantova, nascano le opere d'arte, fioriscano il pensiero libero, la letteratura, la filosofia, la matematica, la scienza. Dante credeva nell'impero ma scrisse nel volgare fiorentino. Le città rinascimentali cercavano di liberarsi dai due totalitarismi del papato e dell'impero ma questi riuscivano a dare le loro zampate: Galileo fu costretto all'abiura e Giordano Bruno fu bruciato vivo al campo dei Fiori. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Non illudetevi che la democrazia possa resistere alla volontà unificatrice, imperialista della UE. Neppure il senato romano, la particolare democrazia romana, la sua libertà di pensiero riuscirono a resistere al pensiero dell'unità, al pensiero della sovranità dei cittadini, al rifiuto della pace e dell'armonia. I pochi Bruto in circolazione riusciranno a impedire la che la democrazia UE si trasformi in un impero? Con gli stessi insegnamenti alle elementari, alle medie inferiori e superiori, alla università, alle stesse convenzioni sociali, alle stesse leggi universali che valgano per le culture, le religioni, le non religioni, le società più diverse.</span><span style="font-size: medium;"> </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">La democrazia è inimicizia,</span><span style="font-size: medium;"> (</span><span style="font-size: large;"><i><span>Nel senso dell' '"amico, nemico di Carl </span><span face="arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #5f6368; font-weight: bold;">Schmit</span></i></span><span face="arial, sans-serif" style="background-color: white; color: #5f6368; font-size: 14px; font-weight: bold;">t</span><span style="font-size: large;">), diversità, non armonia e pace. Non lo è neppure nel tempo del Covid. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span>Si sente continuamente invocare l'abolizione delle regioni in Italia. l'abbandono delle nazioni in Europa, ma chi contrasterà l'impero, chi proteggerà la democrazia dopo che i furfanti del PD hanno accettato Conte e i DPCM, </span><span>esautorando il parlamento,</span><span> dopo che gli ignoranti estensori della costituzione non sono neppure riusciti a capire che i crimini e la politica di repressione del crimine sono cose diverse ed hanno assegnato al potere giudiziario tutta la politica di repressione del crimine, dopo che viene finanziata dallo stato la stampa cartacea, (immane spreco di denaro e alberi) si dedica a insultarci, dopo che le televisioni sono tutte in mano dell'Elite?</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Oggi c'è il covid, domani ci sarà l'emergenza fame e povertà o il covad o il covud e allora perché non dire che siamo sempre in emergenza e togliere di mezzo questa ingombrante democrazia e fare come la Cina che ha saputo combattere il Covid così bene? </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: x-large;">Perchè non affidarci all'Europa che ha fatto miracoli decidendo che le banane non lunghe tot, le mele non tonde tot, non sono banane e mele, cosa decideranno dei nostri pensieri per chiamarli pensieri?</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span>Ci salva pens</span><span>iero unico per il quale le banane piccole non sono banane, le mele e le pere piccole non sono pere, le diversità diventano volontà generale, le diversità delle memorie diventano MEMORIA CONDIVISA, ossia memoria unica?</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Memoria condivisa sulle Foibe, sulla guerra civile? No, grazie noi ci teniamo la nostra e smettetela di cercare di imporci la vostra.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Il pensiero radical chic parla di noi come sovranisti ma nella sua ignoranza, con tutti i suoi espertoni e sociologoni, non si sono neppure degnati di uscire dall'insulto culturale per cercare di capire quello che chiamano "IL BARBARO UNIVERSO SOVRANISTA", per cercare di esplorarne le ricche articolazioni, le ricche diversità.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Se confederazione deve essere perché le repressioni furibonde contro la Catalogna, contro i paesi baschi. Perchè non si dà l'indipendenza all'Alto Adige, alla Corsica e in genere a tutte le regioni che la vogliono? Dobbiamo arrivare un bel giorno a guerre dilanianti come quelle dei Balcani? L'UE tace ma non esiste l'autodeterminazione dei popoli sancita dall'ONU?</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Rinvio la continuazione ad altri post.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Ezio Saia</span></p><p><span style="font-size: medium;"> </span></p><p><span style="font-size: large;"> </span></p><p><span style="font-size: medium;">. </span></p><p><br /></p></div>acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-78712070072194102012020-10-25T09:54:00.006+01:002020-10-25T09:59:39.563+01:0025 Giornalisti infami Camilla Cederna Il presidente Leone. Colpo di stato date da Wikipedia<h3><br /></h3><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-n9YUZ2qnmtE/X5U9IAUrLEI/AAAAAAAADMw/3jxFijlVzhQYTEsjaSWDviGeg0XiCRCRgCLcBGAsYHQ/s320/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="244" data-original-width="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-n9YUZ2qnmtE/X5U9IAUrLEI/AAAAAAAADMw/3jxFijlVzhQYTEsjaSWDviGeg0XiCRCRgCLcBGAsYHQ/s0/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" /></a></div><br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: large;">Se un altro personaggio contende con l’editore Einaudi, con
gli odiosi Crespi e Ottone la palma di fondatore del partito,
élite-radical-chic- società civile questo è senz'altro l’odiosa e squallida
<b>Camilla Cederna.</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Quello
che scriviamo si trova in qualsiasi libro di storia contemporanea o in
qualsiasi enciclopedia alla voce “Leone”. Ci limitiamo a un richiamo e ad aggiungere
un po’ di prezzemolo qua e là. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Dunque, il 15 giugno del '78 Leone si dimise. Abbandonato
anche dal suo partito, il cui segretario Zaccagnini, (un uomo onesto schiacciato
da un enorme complesso d’inferiorità morale e da un'irrimediabile sudditanza
psicologica e morale verso il P.C.I. di Berlinguer) gli impedì di difendersi
come Presidente della Repubblica, oggetto, tanto lui che i suoi famigliari, di
una campagna di denigrazione, accuse, insulti senza precedenti, non poté che
dimettersi. Lo fece per potersi difendere. Lo fece per difendere l’istituzione “Presidenza
della repubblica”, lo fece per dare una lezione di moralità ai suoi accusatori.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">Quali le accuse? Quali gli accusatori?</span><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Le accuse erano molte ma la più grave riguardava la vendita
all’esercito italiano da parte dell’americana Lockheed degli aerei per
trasporto truppe Hercules C130. Leone aveva la grave colpa di essere amico dei
fratelli Lefebvre, rappresentanti in Italia della ditta Lockheed e accusati di
aver distribuito mazzette per portare a buon fine la vendita. I percettori
delle Mazzette risultarono tra gli altri i ministri Tanassi e Gui, il primo
socialdemocratico, il secondo democristiano e un uomo politico indicato come
“antilope coppler”, letteralmente “ciabattino d’antilopi” che si trasformò
velocemente e abusivamente in “antilope goppler”, “sbranatore d’antilopi”,
ossia in leone, ossia in Giovanni Leone, presidente della repubblica italiana e
amico dei fratelli Lefebvre.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">La campagna stampa fu orrenda. Vi parteciparono, tra gli
altri, Nino Pecorelli, direttore del giornale OP e i radicali Bonino e
Pannella, ma la vera protagonista, l’eroina, l’anima nera, l’accusatrice
impietosa e infame fu la giornalista Camilla Cederna.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Perché tanta ostilità? Lasciamo per ora in sospeso la
questione e limitiamo a rilevare che:<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">1) nessun del partito democristiano<span class="apple-converted-space"> </span><u>osò essergli pubblicamente solidale,
nessuno osò dichiarare che nessuna di quelle accuse stava in piedi,</u><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: 16.8pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 16.8pt; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">2) come oggi riconosciuto da
tutti, anche da accaniti accusatori, come i radicali Pannella e Bonino, fu una
delle pagine più meschine, vigliacche, infami della storia democratica della
prima repubblica, che registrò anche una meschina campagna di fotomontaggi per
gettare fango sulla moglie Vittoria.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><em><span style="color: black;">L’ESPRESSO</span></em><span class="apple-converted-space">, che divenne per questa e altre vicende capofila di un
vero partito politico d'élite) </span>montò
una micidiale campagna incentrata fra l’altro sull'amicizia con i LEFEVRE senza
mettere in evidenza che non fu un’amicizia fra LEONE IN QUANTO PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA e uomini d’affari come si riuscì a far credere ma un’amicizia FRA
COLLEGHI D’UNIVERSITÀ. Leone e Lefebvre erano colleghi d’università e
addirittura, a quanto sembra, coautori di un testo universitario.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">La micidiale campagna scandalistica, denigratoria del
settimanale culminò con la pubblicazione dei primi capitoli del libro della
Cederna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Il
libro della Cederna,<span class="apple-converted-space"> </span><em>Giovanni
Leone. La carriera di un presidente </em>si rivelò decisivo. La veemenza dello
scritto, la ferocia delle accuse al presidente e ai suoi famigliari, la fama
della giornalista, l’impressione, abilmente insinuata, che i suoi stessi
colleghi, tanto della D.C. che del Parlamento fossero consapevoli
dell’indegnità del presidente, la morbosità della vicenda, fecero sì che il
libro, vero anticipatore della lega nel suo disprezzo per la cultura popolare
meridionale) vendesse più di seicentomila copie. Ma chi era Camilla Cederna?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: large;"><span style="background: white;">Dal<span class="apple-converted-space"><span style="color: black;"> </span></span></span><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/1958" title="1958"><span style="background: white; color: black; text-decoration: none;">'58</span></a><span class="apple-converted-space"><span style="background: white; color: black;"> </span></span><span style="background: white;">all'</span><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/1981" title="1981"><span style="background: white; color: black; text-decoration: none;">' 81</span></a><span class="apple-converted-space"><span style="background: white; color: black;"> </span></span><span style="background: white;">è <span class="apple-converted-space"><span style="color: black;">a </span></span></span><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/L%27espresso" title="L'espresso"><i><span style="background: white; color: black; text-decoration: none;">L'espresso</span></i></a><span style="background: white;"> come inviata e come titolare della rubrica di costume
"<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Il lato debole</i>". E’ un
periodo in cui <st1:personname productid="la Nostra" w:st="on">la Nostra</st1:personname>,
relativamente lontana dalla politica, è brillante commentatrice-fustigatrice di
costumi non elitari, feroce coi parvenu, con quegli impresari che contribuirono
al miracolo economico italiano. Col generale risveglio del ’68, s’incrementa la
passione per la politica che esploderà con la </span><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_Piazza_Fontana" title="Strage di Piazza Fontana"><span style="color: black; text-decoration: none;">strage di Piazza Fontana</span></a>. <st1:personname productid="la Cederna" w:st="on">La Cederna</st1:personname> pubblica
un'inchiesta sulla morte dell'anarchico<span class="apple-converted-space"><span style="color: black;"> </span></span><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Pinelli" title="Giuseppe Pinelli"><span style="color: black; text-decoration: none;">Giuseppe Pinelli</span></a>,
fermato per accertamenti e morto precipitando da una finestra di un ufficio
della Questura milanese ed è nel ’71 ispiratrice della<span class="apple-converted-space"><span style="color: black;"> </span></span><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Lettera_aperta_a_L%27Espresso_sul_caso_Pinelli" title="Lettera aperta a L'Espresso sul caso Pinelli"><span style="color: black; text-decoration: none;">lettera aperta</span></a><span class="apple-converted-space"><span style="color: black;"> </span></span>pubblicata
dall<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Espresso" title="L'Espresso"><i><span style="color: black; text-decoration: none;">’Espresso </span></i></a>contro
il commissario<span class="apple-converted-space"><span style="color: black;"> </span></span><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Calabresi" title="Luigi Calabresi"><span style="color: black; text-decoration: none;">Calabresi</span></a><span class="apple-converted-space"><span style="color: black;"> </span></span>sul caso<span class="apple-converted-space"><span style="color: black;"> </span></span><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Pinelli" title="Giuseppe Pinelli"><span style="color: black; text-decoration: none;">Pinelli</span></a>.
Pochi mesi dopo, il commissario Luigi Calabresi viene ucciso di fronte alla sua
abitazione e molti vedono nelle sue dure quanto infondate insinuazioni della
giornalista il fiammifero da cui era partito l’incendio. Un’accusa che il
prefetto <a href="http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Libero_Mazza&action=edit&redlink=1" title="Libero Mazza (pagina inesistente)"><span style="color: black; text-decoration: none;">Libero Mazza</span></a><span class="apple-converted-space"><span style="color: black;"> non esita a rivolgerle
durante un colloquio-conferenza </span></span>avvenuto nello stesso ospedale
dove giace la salma del commissario Calabresi. <span style="background: white; color: black;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div style="background: white; line-height: 14.25pt; margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 4.8pt; margin: 4.8pt 0cm 6pt; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">
Scrivono sull'articolo-celebrazione pubblicato su Corriere della
sera alla sua morte che, inviata dall'Espresso a una conferenza<span style="color: black;"> </span>stampa del questore sulla morte di Pinelli e
sull'arresto di Valpreda, <st1:personname productid="la Cederna" style="color: black;" w:st="on">la
Cederna</st1:personname> fiutò “imbarazzo e grossolane bugie. Vuole vederci
chiaro, guarda dietro alle apparenze, si indigna (è l'indignazione civica la
sua bussola politica, non l'ideologia) e scrive. Gli articoli, i capitoli del
libro - inchiesta <i style="color: black;">Pinelli, una finestra
sulla strage</i>, non sono per nulla accomodanti sul commissario Calabresi che
verrà più tardi, letteralmente linciato da Lotta Continua e successivamente
verrà ucciso. Camilla si ritrova pesantemente coinvolta, per quella incivile
frase del questore ("Mandante morale dell'omicidio Calabresi"). La
chiamano "carnivendola".<o:p></o:p></span></div>
<div style="background: white; line-height: 14.25pt; margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 4.8pt; margin: 4.8pt 0cm 6pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: medium;"><span style="color: black;">L’accusa, ribadita da </span><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Vittorio_Sgarbi" title="Vittorio Sgarbi"><span style="color: black; text-decoration: none;">Vittorio Sgarbi</span></a><span style="color: black;"> in una trasmissione televisiva nel<span class="apple-converted-space"> </span></span><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/1991" title="1991"><span style="color: black; text-decoration: none;">1991</span></a><span style="color: black;">, indusse gli eredi a intentare contro di lui un
procedimento di risarcimento danni che si concluse in Corte Suprema (2005) con
l’assoluzione di Sgarbi a cui fu riconosciuto a Sgarbi il diritto di<span> critica. </span><o:p></o:p></span></span></div>
<div style="background: white; line-height: 14.25pt; margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 4.8pt; margin: 4.8pt 0cm 6pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: medium;"><span style="color: black;">Dopo il capolavoro carnivendolo di disinformazione e di
odio su Calabresi venne un secondo capolavoro con la vicenda Leone. Un
capolavoro di idiozia, di disinformazione e di bugie, si disse, basato sul
nulla o meglio sulle bugie politiche del giornalista </span><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Mino_Pecorelli" title="Mino Pecorelli"><span style="color: black; text-decoration: none;">Mino Pecorelli</span></a><span class="apple-converted-space"><span style="color: black;"> titolare </span></span><span style="color: black;">dall'agenzia "OP" ritenuta vicina ai servizi
segreti deviati. Quegli stessi servizi deviati, forse, autori di quelle false
ricostruzioni fotografiche con le quali si cercò di infangare la moglie. Dopo
questa disastrosa campagna di Stampa venne, sempre in collaborazione con e sull'<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Espresso</i></b>,
l’orchestrazione della campagna scandalistica contro Leone e i suoi famigliari
culminata nel libro<span class="apple-converted-space"> </span><i>Giovanni Leone.
La carriera di un presidente</i><span class="apple-converted-space"> </span>che
con le sue oltre 600.000 copie fu determinante per la sua caduta. Essendo stato
impedito al presidente di difendersi tramite l’avvocatura dello stato con
procedimento penale contro l’autrice, furono i suoi famigliari a farlo con
querela. <o:p></o:p></span></span></div>
<div style="background: white; line-height: 14.25pt; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: medium;"><st1:personname productid="la Cederna" w:st="on"><span style="color: black;">La Cederna</span></st1:personname>
<b style="color: black;">perse le cause, fu condannata per
diffamazione, fu inflitta a lei e al suo giornale<span class="apple-converted-space"> </span><i>L'espresso</i><span class="apple-converted-space"> </span>una pesante multa, fu decretata la
distruzione di tutte le copie del libro</b>. La giornalista e il settimanale l<i style="color: black;">’<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Espresso</b></i><b style="color: black;"> </b>non furono solo condannati dalla
magistratura ma persero anche politicamente con l’opinione pubblica. Leone sarà
riabilitato integralmente. Nulla di ciò di cui era accusato dalla Cederna era
vero. Per questa bruttissima pagina (che fu scritta soprattutto dalla Cederna e
dall’Espresso) i radicali <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Emma_Bonino" title="Emma Bonino"><span style="color: black; text-decoration: none;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Bonino</span></a><span class="apple-converted-space"><span style="color: black;"> e </span></span><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Pannella" title="Marco Pannella"><span style="color: black; text-decoration: none;">Pannella</span></a><span style="color: black;"> chiesero ufficialmente scusa. Scuse tardive come tardivo
fu il riconoscimento del presidente della repubblica </span><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Napolitano" title="Giorgio Napolitano"><span style="color: black; text-decoration: none;">Napolitano</span></a><span style="color: black;"> che
pubblicamente manifestò il suo dispiacere per la grave ingiustizia che ebbe a
subire il Presidente Giovanni Leone e la sua famiglia.<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="background: white; line-height: 14.25pt; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">
Nessuna riflessione fu invece
avviata sull'enormità di ciò che era accaduto. Nessuno ebbe il coraggio non
solo di dire ma anche di pensare che con la deposizione di Leone era stato
portato a termine <i style="color: black;">il primo colpo di stato
del dopoguerra</i>. Nessun parlamentare o partito propose la sua rielezione
come presidente della repubblica. <o:p></o:p></span></div>
<div style="background: white; line-height: 14.25pt; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">Ciò che mancò fu quel pubblico
dibattito, quella guerra democratica, quella interazione capace di creare nuovi
soggetti e nuovi significati di cui nutrire la democrazia. </span><span style="font-size: large;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Scrive
ancora il Corriere della sera nell'elogio funebre: <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">“"Radical
chic" l'hanno definita i suoi nemici e certamente lo era: di sinistra e
insieme di casa tra la bella gente. Ma anche se a suo tempo lo si faceva
passare per una grave macchia, oggi, ad acque passate, il peccato sembra del tutto
veniale. E comunque lei stessa - almeno in tete a' tete - tranquillamente e
civettuolamente era disposta ad attribuirselo.”</span><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Carino
quel “civettuolo” a proposito di una spregevole giornalista autrice di tante
nefandezze. Incomprensibile che non fosse in galera dopo un colpo di stato e
dopo aver distrutto un presidente della repubblica. Con che diritto in una
democrazia non era in galera? <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Per
l’incredibile potere di sputtanare, di demolire impunemente una persona, un
personaggio politico, un altro giornalista, un commissario di polizia,
riservato a quell’infame elite dei giornalisti che si autodefiniscono una
colonna della democrazia, ma che sono in realtà una colonna chiusa, arroccata
nel loro castello di privilegi, finanziata dallo stato e dai contribuenti in
maniera indecente e protetta da una democrazia che a questo punto fatica ad
essere considerata una democrazia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">Se non
è democrazia quella di Putin che perseguita i giornalisti che lo criticano non
lo è neppure quella italiana che permette impunemente ai giornalisti di fare il
bello e cattivo tempo.</span><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Tutti
noi che oggi ci affanniamo su questo Manifesto eravamo a quei tempi dalla parte
dell’elite dell’<i style="color: black;">Espresso</i>: appoggio
vergognosamente cieco ed elitario a un'élite snob e radical chic, libera di
tutto fare, di tutto disfare per insediarsi al potere. Il radical chic
dilagava, la gente con l’uscita del nuovo giornale <st1:personname productid="La Repubblica" style="color: black;" w:st="on"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">La
Repubblica</i></st1:personname>, lo ostentava orgogliosamente come attestato
di democrazia. Un confraternita di successo nata e cresciuta sull'onda delle
denuncia di un colpo di stato (Solo) mai accertato e di un colpo di stato
portato vittoriosamente a termine. </span><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">La
“Società civile” era nata, anche se non si era ancora autoproclamata.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Chi ci
risvegliò dal nostro sonno dogmatico circa la cultura di serie A e di serie B,
la cultura alta e bassa, elitaria e popolare fu l’interpretazione che un nostro
amico assicuratore proprio in occasione dell’evento Leone. Non proprio un amico
ma un conoscente occasionale, di origini napoletane con cui trascorremmo alcune
serate di accese discussioni. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">L’assicuratore
interpretava l’affare Leone come una congiura. Una congiura del Nord contro il
Sud. L’ennesima congiura del Nord contro il Sud e la sua cultura. Un’accusa
sostenuta con vigore ed estesa a tutto il Nord, a tutti i suoi cittadini a noi,
i suoi amici, che assistevamo senza muoverci senza protestare con energia
contro quello che considerava un colpo di stato. “Il Nord ha riunificato
l’Italia, il, Nord ha fatto la resistenza e noi che abbiamo fatto al sud?
Fornito all’esercito alleato l’alleanza con la mafia.”Accuse pesanti che non
furono sul momento neppure capite tanto ci apparivano stravaganti, anche se
sicuramente si insinuò il dubbio che tutta quell’accusa fosse veramente una
congiura, come sosteneva l’assicuratore, non ordita dal nord contro il sud ma
dalle forze laiche contro un presidente democristiano. “Stanno detronizzando un
presidente perché faceva le corna. Leggetelo il libro di quella maiala e di
tutte le accuse non troverete altro. Quella donna odia la cultura popolare
napoletana, odia il sud.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">In
effetti l’odio tutto radical chic per la cultura popolare del sud traspira dal
libro della Cederna; oltre le accuse feroci e non documentate, rimangono
effettivamente solo quelle corna scherzose.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Al
principio degli anni Ottanta, il risarcimento alla famiglia venne valutato in
seicento milioni; in seguito altri danni morali vennero riconosciuti anche a
due avvocati.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Ci
rivolgiamo a voi. Siete davvero convinti che i giornalisti siano i pilastri
della democrazia. Quanti cittadini rovinati dai giornalisti spesso in coppia
coi PM, altro pilastro della democrazia, dovettero attendere per anni il pigro
svolgimento del processo che infine li assolse? <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Ma <st1:personname productid="la Nostra Cederna" w:st="on"><st1:personname productid="la Nostra" w:st="on">la Nostra</st1:personname> Cederna</st1:personname>, snob e radical
chic ne fece anche altre.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Era
successo che, in un libro, Camilla Cederna aveva attribuito al collega Afeltra
un articolo scritto, molti anni prima, su un giornale fascista. L'articolo
firmato "Gaetano Afeltra" esisteva, era stato pubblicato sul giornale
della federazione lombarda del Partito nazionale fascista e trattava di
alimentazione. Ma quel "Gaetano Afeltra" era un omonimo: un capitano
dell'esercito addetto alla sussistenza. Afeltra fece querela e si arrivò al
processo. Ma, dopo un paio di udienze, la querela fu rimessa. Camilla Cederna
era già stata condannata per la vicenda Leone, e <u>Afeltra non volle infierire</u>.
Oppure tutto finì a tarallucci e vino e, sottobanco, la nostra elitaria,
arrivista chic e radical snob, pagò.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Ma
anche se il processo non giunse a termine il reato informativo esisteva e non
era quindi logico e giusto che anche per questo delitto dovesse pagare? Non
pagò: sono i pilastri della democrazia o le puttane della democrazia</span><span style="color: #464646;"><span style="font-size: large;">?</span><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Le
conseguenze politiche e sociali di quel colpo di stato furono enormi. In Italia
al governo e all'opposizione c’erano partiti di massa, di popolo che allevavano
i loro cuccioli nelle associazioni, negli oratori, nelle società operaie,
aperti a tutti, aperti alle culture. I due partiti funzionavano da ascensori
sociali, avevano connessioni strette con le grandi associazioni sindacali, ed
imprenditoriali, ma senza mai farsene dominare. Uno, la Democrazia Cristiana
che si definiva ed era un grande partito popolare ed interclassista, rifiutava
la contrapposizione di classe, La rifiutava perché quella era la loro operativa
interpretazione, amico nemico, dell’articolazione sociale, l’altro ugualmente
popolare era in grave anche se non aperta e conclamata crisi intellettuale, per
la sua associazione all'ideologia della democrazia reale del comunismo e dei
regimi che in suo nome con i suoi obiettivi dominava dalla fine della guerra le
democrazie socialiste dell’Est. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Ma
erano due partiti popolari e non elitari, che cercavano di capirsi, si
studiavano, si rispettavano e durante il lungo periodo di contrapposizione
anche dura furono portate a termine grandi riforme popolari e antielite come
l’abolizione della media del latino, dell’esame di ammissione <u style="color: black;">con la media
unificata per tutti</u>, come <u style="color: black;">il libero accesso a tutti gli studenti di i
tipi di secondaria, ragionieri, periti, geometri a tutte le facoltà
universitarie. </u>Due grandi riforme antielitarie ( non furono le uniche) in
un campo, quello scolastico, di grande significato, popolare. Dopo queste il
passo ovvio e successivo nella stessa direzione popolare ed egualitaria doveva
essere il vario di una scuola secondaria unica con l’abolizione del greco e di
quel liceo classico, vero allevamento di polli di élite che avevano la
possibilità in quei cinque anni di preparare le loro emersione, la loro
elitaria alleanza, con il greco come visibili, udibile simbolo di fratellanza
e alleanza. Ma l’attesa fu vana. La secondaria superiore unificata e ridotta a
quattro anni, anche questa riduzione, simbolo di visione e cultura popolare non
venne mai.</span><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Il
grande popolare partito comunista in forte difficoltà, che aveva già irriso e
giustamente rifiutato la guida intellettuale del partito d’azione prima e del
partito degli intellettuali del Manifesto, ora, dopo il fallimento anche del
grandioso tentativo di alleanza D.C. e P:C.I. passato alla storia col nome di
Compromesso Storico, aveva bisogno di uno chaperon, di una forza
indiscutibilmente e democratica e occidentale, che l’accompagnasse nel lungo
cammino che doveva far dimenticare il loro passato comunista di adesione alla
democrazia reale per fare il suo ingresso possibilmente con la stessa forza
nella democrazia occidentale, e la forza necessaria era già pronta in quel
partito non partito più che mai elitario e intellettuale di cui godeva la
simpatia e di cui aveva visto la forza nella vicenda del colpo di stato a
Leone, con gli impiegati che se andavano con il nuovo quotidiano la Repubblica
orgogliosi di essere partecipi di una forza progressista intellettuale elitaria
che aveva salvato l’Italia da un colpo di stato forse inesistente e scalzato un
ignorante napoletano che faceva le corna e forse credeva nel sangue di San
Gennaro. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: large;">Ma
questo è un capitolo storico tutto da riscrivere. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-43417219484982157442020-10-21T18:57:00.000+02:002020-10-21T18:57:45.789+02:00GIORNALISTI IGNORANTI E FAZIOSI <p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-bqcPjNau9cg/X5BShCa85CI/AAAAAAAADMQ/XX4ReV55KeQP51afpTkB8j8DUrQQovgYACLcBGAsYHQ/s320/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="244" data-original-width="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-bqcPjNau9cg/X5BShCa85CI/AAAAAAAADMQ/XX4ReV55KeQP51afpTkB8j8DUrQQovgYACLcBGAsYHQ/s0/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" /></a></div><span style="font-size: large;"><div style="text-align: justify;"> Quando acquistate un giornale chiedetevi se vi pare giusto leggere e pagare giornalisti che<b> vi insultano. </b></div></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Se vi pare giusto l'enorme quantità di denaro che lo stato. e quindi noi, tu ed io, eroghiamo ai giornali <b>perché ci insultino.</b> </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Se questi giornalisti radical chic che ci insultano coi nostri soldi, che banchettano coi nostri soldi, non siano altro che <b>squallidi parassiti mantenuti da noi.</b></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Ci dicono che i giornalisti e i loro giornali siano i pilastri della democrazia ma vi pare che le pagine che parlano di cantastorie che parlano delle esplorazioni della propria anima, siano un pilastro della democrazia? Che il direttore d'orchestra, elogiato perché nessuno sa far risuonare gli ottoni come lui in orchestra, sia un pilastro della democrazia? Che l'attore intervistato circa il suo eroico e madornale sforzo per penetrare l'intimo animo dell'<i>Avaro</i> sia un pilastro della democrazia? Che l'oroscopo sia un pilastro della democrazia? Che le previsioni del tempo siamo pilastri della democrazia? Che un formaggio sia un pilastro della democrazia? Che un cuoco sia un pilastro della democrazia?</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><b>CHE L'INDECENTE RADICAL CHIC </b><b><span style="color: red;">CAMILLA CEDERNA</span></b><b> SIA UN PILASTRO DELLA DEMOCRAZIA?</b></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">.Inizio oggi una serie di ritratti di indecenti giornalisti o opinionisti Elitari, che altro non fanno che insultarci. Inizio da Tal</span></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: center;"><span style="color: red;"><b style="font-size: xx-large;">Panarari<br /></b></span></p><p style="text-align: justify;"><b><span style="color: red; font-size: x-large;"><br /></span></b></p>acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-33562904700295274092020-10-19T16:56:00.000+02:002020-10-19T16:56:10.471+02:00ITALEXIT<p> </p><p><br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-vRVj7eMiS04/X42n21PNUNI/AAAAAAAADMA/32KDxBSGpqMAp_VNZ_dH3c5jmCnKgsSUwCLcBGAsYHQ/s320/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="244" data-original-width="320" height="178" src="https://1.bp.blogspot.com/-vRVj7eMiS04/X42n21PNUNI/AAAAAAAADMA/32KDxBSGpqMAp_VNZ_dH3c5jmCnKgsSUwCLcBGAsYHQ/w234-h178/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" width="234" /></a></div><p class="MsoNormal"><br /></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: medium;">Avete risentito parlare di Italexit nei giornali, nei
telegiornali o in quella specie di alcove, che sono le tavole rotonde? Avete rivisto il
volto del fondatore? NO, CENSURATO, ufficialmente </span><b><span style="font-size: large;">evaporato</span></b><span style="font-size: medium;">. E eppure di
cittadini desiderosi di preparare l’uscita dall'impero UE che solo a sentire
parlare di UE sono assaliti dall'orticaria, dal rush, dai pruriti ce ne sono a bizzeffe. </span><i style="font-size: large;"><b>Eppure i nostri gloriosi media ci dicono non esistete. </b></i></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Il partito Italexit per il quale io
mi metto a disposizione e metto a disposizione il mio Blog, deve emergere e per
emergere ha bisogno di voci, di cultura, di controcultura che si opponga
all’ignoranza di quella sinistra, la cui egemonia ci messo in quarantena per
cinquantanni.. </span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: medium;">Italexit deve essere una voce culturale che si fa sentire,
che irride all'ignoranza del Pd, dei cinque stelle, dei nuove sardine esperte
di frisbee e di null'altro.</span><br />. </p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p><br /><p></p>acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-31918977925918943872020-07-20T11:51:00.001+02:002020-07-20T11:51:49.691+02:00Due Dopoguerra<br /><div><font size="5"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-KYK6YvlXMfs/XxVo8ZEZyaI/AAAAAAAADKg/GzjzVCBECbA8T4K53sglDEVTQB9OBXO7gCLcBGAsYHQ/s320/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="244" data-original-width="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-KYK6YvlXMfs/XxVo8ZEZyaI/AAAAAAAADKg/GzjzVCBECbA8T4K53sglDEVTQB9OBXO7gCLcBGAsYHQ/s0/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" /></a></div>Non so come finirà la trattativa in Europa ma, per favore, non paragonate questo dopoguerra all'altro. </font></div><div><font size="5">Allora c'erano <b>EINAUDI</b> e <b>DE GASPERI,</b> oggi ci presentiamo con gli avvocati Conte e Mattarella.</font></div><div><font size="5">Allora C'erano due grandi partiti colti e popolari come la<b> D.C</b>. e il <b>PCI,</b> oggi vedete voi chi c'è e se si può fare un paragone. </font></div><div><font size="5">Allora si partì collaborando per fare la Costituzione e Ora?</font></div><div><font size="5">Ora il posteggiatore abusivo Conte si presenta del tutto impreparato, senza uno straccio di programma, a capo di una coalizione che rappresenta l'elite del paese e non la maggioranza dei cittadini.</font></div>acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-6698164699521208762020-07-17T10:14:00.000+02:002020-07-17T10:14:48.936+02:00Presento FILOSOFIA DEI PARADIGMI<div><br /></div><div>
<p class="MsoNormal"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-UxabuKdNyLU/XxAflE1nRNI/AAAAAAAADKA/nZk4WyGj-2cTteGpIEr8UxqWFY8oe9deACLcBGAsYHQ/s1083/13327855835469_maxi.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="1083" data-original-width="768" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-UxabuKdNyLU/XxAflE1nRNI/AAAAAAAADKA/nZk4WyGj-2cTteGpIEr8UxqWFY8oe9deACLcBGAsYHQ/s320/13327855835469_maxi.jpg" /></a></p><div style="text-align: justify;"><font size="5">Il saggio si divide in tre parti:</font></div><p></p><p class="MsoNormal"></p><ul style="text-align: left;"><li style="text-align: justify;"><font size="5"> Concettualità verticale,</font></li><li style="text-align: justify;"><font size="5"> Concettualità circolare, </font></li><li style="text-align: justify;"><font size="5">Concettualità destinale,</font></li></ul><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><font size="5">La prima analizza le razionalizzazioni unidimensionali,
quelle che da sempre, prima degli studi di cibernetica, informavano gli studi, i
saggi filosofici e il procedere lineare di scienze e ragionamenti. Una modalità
di aprirsi al mondo, quella verticale, che permane benché mostri da sempre limiti
invalicabili come le assurde contraddizioni che obbligano a
interrompere le catene di cause con auto-contraddittorie cause che
causano se stesse, motori immobili che muovono, creatori increati. Tali sono anche le antinomie, veri serpenti che si auto divorano,
rivelatesi così dirompenti in logica.</font></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><font size="5">Il saggio </font><span style="font-size: x-large;">analizza come,</span><span style="font-size: x-large;"> in opposizione alla “bestiale” teoria dei tipi, dei </span><i style="font-size: x-large; mso-bidi-font-style: normal;">Principia</i><span style="font-size: x-large;">,</span><span style="font-size: x-large;"> Wittgenstein cerchi di uscire
dai pasticci di questa concettualità </span><span style="font-size: x-large;">con la teoria raffigurativa
del linguaggio. Una teoria, secondo il saggio, fallimentare già nelle semplici proposizioni predicative.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><font size="5">Nonostante questi problemi, il paradigma verticale ha avuto
successo per motivi tecnici e linguistici, ma mostra ad una attenta analisi le
sue caratteristiche violente di assimilazione del nostro mondo, che, nel saggio, viene analizzato non come vergine ma come esito di stratificazioni di teorie assimilanti.
In questo contesto vengono analizzati i concetti di gerarchia, di selezione
delle teorie, dei fondamenti, del vivere teorico.</font></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><font size="5">La seconda parte riguarda le strutture ad anello chiuso, e
in generale la cibernetica, mettendo in evidenza quanto questa possa aiutarci nel costruire un nuovo paradigma di pensiero e di vita. Vengono analizzati i singoli
componenti dell’anello, i mutamenti di linguaggio nell'anello, la presenza
vitale della cibernetica nella nostra vita, nella nostra sopravvivenza, nella
nostra stabilità, le possibili modalità di reazione ai mutamenti. Un'analisi condotta attraverso I concetti di
analogico e di digitale, di stabilità e d'instabilità, di reazione positiva e
negativa, giungendo fino alle antinomie e alle teorie
degli auto valori. </font></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><font size="5">L’ultima parte, "Concettualità destinale" analizza, registra
come già in Kant fosse chiaro il pensiero secondo cui il senso non può che
poggiare sul non senso, come la nostra conoscenza prema verso la domanda totale
di teorie che diviene essa stessa soggetto del nostro destino, creando una
propria concettualità in cui trova posto un nuovo concetto di destino. Questa
nuova concettualità che si estende nel tempo, come del resto la concettualità
della teoria darwiniana della selezione della specie, non può che mettere in
relazione una storia di contingenze con una storia di necessità, una bipolarità
da sempre presente nella stessa ambiguità di destino cui siamo da una parte
assegnati e di cui teorizziamo l’assegnazione.</font></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><font size="5">Ezio Saia</font></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><font size="5">Per cominciare a leggere e fare il Download:</font></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><font size="5"><a href="https://acufeniecasini.blogspot.com/p/opere-di-filosofia.html">Clicca qui</a> <span style="mso-spacerun: yes;"> </span></font></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">.</p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div>acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-17193554707906484602020-07-16T09:32:00.001+02:002020-07-16T09:32:58.289+02:00FINIREMO COME IL VENEZUELA<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-TnqTOZM4NcM/XxAAGWj0oMI/AAAAAAAADJw/95SSjqVVplYacWfn_vNQg4piu3H2kYxNQCLcBGAsYHQ/s320/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="244" data-original-width="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-TnqTOZM4NcM/XxAAGWj0oMI/AAAAAAAADJw/95SSjqVVplYacWfn_vNQg4piu3H2kYxNQCLcBGAsYHQ/s0/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" /></a></div><font size="5">Stato di emergenza imposto come dictat, Mattarella come Conte, statalizzazioni a tutto spiano, deficit infinito, rinuncia a sovranità, parlamento esautorato, modifica modalità di elezioni, italiani che se ne vanno.</font></div><div style="text-align: justify;"><font size="5">Siamo sulla strada del VENEZUELA e finiremo come il VENEZUELA. </font></div><div style="text-align: justify;"><font size="5"><br /></font></div><div style="text-align: justify;"><br /></div>acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-18965795757385564032020-07-15T15:05:00.001+02:002020-07-16T08:51:31.672+02:00GIUDIZI POLITICI<div class="MsoNormal" style="line-height: 200%;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-1omAxGBqb5g/Xw7yVbtanCI/AAAAAAAADJk/s02y927SOaggJg2YNUd2UUD0eSFCNEllQCLcBGAsYHQ/s702/Immagine%2Bgiudizi%2Bpolitici.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="702" data-original-width="481" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-1omAxGBqb5g/Xw7yVbtanCI/AAAAAAAADJk/s02y927SOaggJg2YNUd2UUD0eSFCNEllQCLcBGAsYHQ/s320/Immagine%2Bgiudizi%2Bpolitici.jpg" /></a></div>
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: large;">Giudizi politici</span></i></b><o:p></o:p><br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 200%;">
<span style="line-height: 200%;"><b style="font-size: 14pt;">Presento ora uno dei miei libri di saggi filosofici. Una parte dei quali è già comparso su siti </b><span style="font-size: 18.6667px;"><b>filosofici</b></span><b style="font-size: 14pt;"> del Web.</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 200%;">
<span style="font-size: 18.6667px;"><b>Dove cominciare a leggere e scaricare:</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 200%;">
<span style="font-size: 18.6667px;"><b><a href="https://eziosaia.jimdofree.com/dove-leggere-scaricare-acquistare/">CLICCA</a></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 200%; text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 200%;">Il primo saggio TEORIE POLITICHE cerca di evidenziare e
discutere il grado di pericolosità delle teorie che viene individuato
successivamente nella valutazione nella loro <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Completezza</i>, nella loro <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Decidibilità</i>,
nella loro <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Compromissione</i>. Un’analisi
nuova e necessaria per comprendere la teorie totalitariste, non una
rimasticatura di ovvietà. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 200%; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 14pt; line-height: 200%;">LA COMPLESSITÀ DEL DIO</span></i><span style="font-size: 14pt; line-height: 200%;"> si pone appunto come obiettivo la
disamina delle condizioni dell’organizzazione ideologica della società e delle
teorie che caratterizzano questi totalitarismi, partendo dallanalisi dei
concetti di verità e di interpretazione e individuando là dove la verità è
considerata una realtà unica ed esistente, il grado di compromissione di un
individuo in essa. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 200%; text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 200%;">Successivamente analizza attraverso l’esame di concetti come
democrazia, armonia, secolarizzazione, stratificazione della verità, spazio
pubblico e spazio privato, coerenza, le diverse stratificazioni di una
democrazia incentrata sul rapporto ermeneutico fra amico e nemico politico in
una società democratica e in uno stato armonioso, dove viene perseguita la
politica del tutto armonioso, dove tutti condividono lo stesso credo, la stessa
moralità, la stessa verità, dove verità e moralità e dove, quindi, il nemico politico
non esiste se non al di fuori dei confini. Anche qui un’analisi nuova,
originale, innovativa, non una rimasticatura,<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 200%; text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 200%;">Il saggio sulla teoria della probabilità fa intravedere la
difficoltà di considerarla logica umana quando si evidenzia l’insufficienza dei
concetti di scommessa, premio, promessa e si dimenticano sia le condizioni
iniziali e sia l’infinità della promessa. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 200%; text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 200%;">La LOGICA DEL SI' MA analizza il senso, la natura e la
filosofia di ciò che è associato rispettivamente al “Si” o al “NO”da una parte
e al “Ma” dall’altra. Il Primo associato a una logica processuale della
libertà e della responsabilità, il secondo alla logica della necessità e a
quella all'esonero di ogni responsabilità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 200%; text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 200%;">L’Interazione democratica e la sua importanza è l’oggetto
dell’ultimo saggio. L’apparenza dispersiva è dovuto alla varietà dei concetti
intensionalmente ed estensionalmente affrontati. Concetti come identità, come
vittoria e sconfitta in guerra, di guerra e dopo guerra nelle democrazie e nei
regimi autoritari.<o:p></o:p></span></div>
<div class="post-body entry-content" id="post-body-8431029717744660875" itemprop="" style="background-color: white; color: #333333; font-family: arial, tahoma, helvetica, freesans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 1.4; position: relative; width: 586px;">
<div class="n j-header" id="cc-m-9600147522" style="background-color: #f4efe9; font-family: "lucida grande", "lucida sans unicode", geneva, arial, verdana, sans-serif; font-size: 14px; height: 28px; line-height: 18.2px; padding: 5px;">
<h3 id="cc-m-header-9600147522" style="color: #49a9e9; font-family: oswald, sans-serif; font-size: 20px; line-height: 28px; margin: 0px; padding: 0px; position: relative;">
LA COMPLESSITÀ DEL DIO E ALTRI SAGGI</h3>
</div>
<div class="n j-textWithImage" id="cc-m-9599972922" style="background-color: #f4efe9; font-family: "lucida grande", "lucida sans unicode", geneva, arial, verdana, sans-serif; font-size: 14px; height: 272px; line-height: 18.2px; padding: 5px;">
<div class="clearover" style="overflow: hidden;">
<div class="cc-imagewrapper cc-m-image-align-1" id="cc-m-textwithimage-9599972922" style="display: inline; float: left; margin: 4px 20px 4px 0px; position: relative; width: 210px;">
<div class="cc-m-image-resizewrapper">
<img alt="" height="264" id="cc-m-textwithimage-image-9599972922" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEj0Qz7lqnvJyBp-iIusgy9OHbnXTlrPdtvkmLURx7myKWpiyYWBUdHI3f6NViHzUfPTCBzc83adMg-NrMaTddtvAwnm2imkXC8Gan-3mNDRzwkkQXzgrmVIiW6mJmmJUhaDJ0V3mmoPJfPCniaKLkYMDnoV1tIMg8G8JMiP_HqxFhnp1bMwDD59yZ3I-wLLmfr2W1F0I3Ikk5Ty9w=s0-d" style="background: rgb(255, 255, 255); border-radius: 0px; border: 0px; box-shadow: rgba(0, 0, 0, 0.2) 0px 0px 20px; display: block; padding: 8px;" title="" width="210" /></div>
</div>
<div style="background-color: #f5f7f7; color: #666666; padding: 0px;">
<br /></div>
</div>
</div>
<div class="n j-text" id="cc-m-9600775422" style="background-color: #f4efe9; font-family: "lucida grande", "lucida sans unicode", geneva, arial, verdana, sans-serif; font-size: 14px; height: 36px; line-height: 18.2px; padding: 5px;">
<br /></div>
<div class="n j-text" id="cc-m-9600775422" style="background-color: #f4efe9; font-family: "lucida grande", "lucida sans unicode", geneva, arial, verdana, sans-serif; font-size: 14px; height: 36px; line-height: 18.2px; padding: 5px;">
<br /></div>
<div class="n j-text" id="cc-m-9600775422" style="background-color: #f4efe9; font-family: "lucida grande", "lucida sans unicode", geneva, arial, verdana, sans-serif; font-size: 14px; height: 36px; line-height: 18.2px; padding: 5px;">
<br /></div>
<div class="n j-hr" id="cc-m-9600778022" style="background-color: #f4efe9; font-family: "lucida grande", "lucida sans unicode", geneva, arial, verdana, sans-serif; font-size: 14px; height: 2px; line-height: 18.2px; padding: 5px;">
</div>
<div style="clear: both;">
</div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 200%; text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 200%;"></span></div>
<div class="post-footer" style="background-color: white; color: #333333; font-family: arial, tahoma, helvetica, freesans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 1.6; margin: 1.5em 0px 0px;">
<div class="post-footer-line post-footer-line-1">
<span class="post-author vcard" style="margin-left: 0px; margin-right: 1em;"></span><span class="post-timestamp" style="margin-left: -1em; margin-right: 1em;"></span><span class="reaction-buttons" style="margin-right: 1em;"></span><span class="star-ratings" style="margin-right: 1em;"></span><span class="post-comment-link" style="margin-right: 1em;"></span><span class="post-backlinks post-comment-link" style="margin-right: 1em;"></span><span class="post-icons" style="margin-right: 1em;"><span class="item-control blog-admin pid-25265052" style="display: inline;"><a href="https://www.blogger.com/page-edit.g?blogID=5965896355847526735&pageID=8431029717744660875&from=pencil" style="color: #015782; text-decoration-line: none;" title="Modifica pagina"><img alt="" class="icon-action" height="18" src="https://resources.blogblog.com/img/icon18_edit_allbkg.gif" style="border-color: initial; border-image: initial; border-style: none; border-width: initial; margin: 0px 0px 0px 0.5em; position: relative; vertical-align: middle;" width="18" /> </a></span></span><br />
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</div>
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<span style="font-size: 14pt; line-height: 200%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 200%; text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 200%;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-28090429484719807312020-07-14T17:18:00.001+02:002020-07-14T17:18:49.240+02:00ALTAFORTE Cacciato altro sintomo di COLPO DI STATO<br /><div><a href="https://1.bp.blogspot.com/-630SLOgUOXs/Xw1gnF-CwOI/AAAAAAAADJY/3YMPVL-SxGIzfbVNbRh4fpWUbmlycO9-gCLcBGAsYHQ/s320/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="244" data-original-width="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-630SLOgUOXs/Xw1gnF-CwOI/AAAAAAAADJY/3YMPVL-SxGIzfbVNbRh4fpWUbmlycO9-gCLcBGAsYHQ/s0/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" /></a><font size="5"><div style="text-align: justify;">Cancellata su Facebook la Pagina di <b>Altaforte</b>. Altro sfregio alla libertà di opinione.</div></font></div><div style="text-align: justify;"><font size="5">Prosecuzione del regime speciale in Italia con la scusa del Corona-virus. Unico regime in Europa a proseguire la dittatura..</font></div><div style="text-align: justify;"><font size="5">Sgombrata a Roma la sede di Casa Pound, mentre restano tranquillamente occupate le sedi di sinistra.</font></div><div style="text-align: justify;"><font size="5">Ignorata dal parlamento la richiesta di una commissione d'inchiesta sulla condanna di Berlusconi e su tutta la persecuzione giudiziaria dal fatidico giorno del ridicolo "NON poteva non sapere".</font></div><div style="text-align: justify;"><font size="5">Le elite si preparano a fronteggiare e annullare la prossima vittoria della destra al potere, a sabotarla ad annullarla. </font></div><div style="text-align: justify;"><font size="5">Dopo il colpo di stato con Leone, dopo quello contro Berlusconi, dopo quello contro Salvini si preparano a far intervenire l'esercito, i Giudici e i PM.</font></div><div style="text-align: justify;"><font size="5">Caccarella tace </font><span style="font-size: x-large;">e</span><span style="font-size: x-large;"> tutta questa vergogna viene giustificata da Elite giornalistiche e televisive che ci presentano un Mattarella tutto affannato a nascoste prediche di moral suasion sulle porcherie del governo.</span></div><div style="text-align: justify;"><font size="5">Vergogna!</font></div><div style="text-align: justify;"><font size="5">IL termine Caccarella non è un insulto o una sensibile moral suasion verso questo strano individuo silenzioso ma una metafora di chi, affetto da caccarella, va al cesso e cacca in silenzio, chiudendo la porta.</font></div><div style="text-align: justify;"><font size="5">Così fa Caccarellla e noi non sappiamo se la sua <i>moral suasion</i> nascosta sia un invito a RISPETTARE LA DEMOCRAZIA A FINIRLA CON QUESTA FARSA DI GOVERNO oppure degli inviti "BENE COSI'! AVANTI! COSI' A TUTTA FORZA! </font></div><div style="text-align: justify;"><font size="5">Se veramente vuole esprimere il suo pensiero, non lo faccia nelle sue stanze ovattate ma vada in parlamento e parli della commissione sul colpo di stato a danno della destra. Parli della necessità di una commissione d'inchiesta, con la possibilità di arrestare colpevoli e reticenti, e condanni questa dittatura di Conte e dei suoi sgherri PD. Dica chiaramente che Magistratura e governo non possono orchestrare l'ennesimo colpo di stato. </font></div><div style="text-align: justify;"><font size="5"><br /></font></div><div style="text-align: justify;"><font size="5"><br /></font></div><div style="text-align: justify;"><font size="5">E la destra tace. Non scende in piazza. Il che non è affatto una buona cosa. Limitarsi a ricordare, a non dimenticare, in attesa del giorno col sole nero, della nostra <span style="background-color: white; color: #5f6368; font-family: arial, sans-serif; font-weight: bold;">Srebrenica</span><span style="background-color: white; color: #4d5156; font-family: arial, sans-serif;"> non serve. </span><span style="background-color: white; color: #5f6368; font-family: arial, sans-serif; font-weight: 700;">Srebrenica</span><span style="background-color: white;"><font color="#4d5156"><font face=""><b> fu </b><b>favorita</b><b> dalla elite e dall'ONU per permettere al delinquente Clinton di bombardare i Serbi e t</b><b>oglier</b><b> loro il Kosovo.</b></font></font></span></font></div><div><br /></div>acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-9088550143956800252020-07-12T12:16:00.000+02:002020-07-12T12:16:45.011+02:00Memorie criminali condivise <div style="line-height: 1.5;"><h3 style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-size: x-large;"><span style="font-weight: normal;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-NQqAUMYzb-8/XwhlUP0ySFI/AAAAAAAADI8/_knWGzKW7kYZxnDRrYHddfpupyzCe4pEACLcBGAsYHQ/s320/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="244" data-original-width="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-NQqAUMYzb-8/XwhlUP0ySFI/AAAAAAAADI8/_knWGzKW7kYZxnDRrYHddfpupyzCe4pEACLcBGAsYHQ/s0/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;">Uno degli
strumenti più diffusi dalle repubbliche di Platone travestite da democrazia è
l’insistenza per una memoria condivisa. Ovunque ci sono divergenze sul giudizio
del passato, ecco che nascono accuse di revisionismo e, quando anche queste non
fermano il fenomeno, ecco spuntare la necessità di un’unità nazionale e di
memorie condivise. Una visione condivisa sulle Foibe? La si chiedeva anche
quando l’intellighenzia che scriveva sui giornali, addirittura le negava.</div></span></span></h3>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 1.5; text-align: justify;"><span style="line-height: 1.5; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><font size="5" style="line-height: 1.5;">Quanti furono gli
italiani massacrati nelle Foibe? Chi lo sa. L’Italia civile degli storici
marxisti piuttosto di parlarne, si dedicavano alla fecondazione artificiale dei coleotteri. E
naturale che si sia constatato che delle foibe ai nostri studenti non veniva
insegnato nulla e perfino la parola “Foibe”, non comparisse. <o:p></o:p></font></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 1.5; text-align: justify;"><span style="line-height: 1.5; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><font size="5" style="line-height: 1.5;">Ha capito, signora
letterata, l’argomento Foibe non compariva! Compariva invece, ad esempio, sul <i style="line-height: 1.5; mso-bidi-font-style: normal;">Vocabolario della lingua parlata in Italia</i>,
a cura del noto Carlo Salinari, militante del PCI che scriveva<i style="line-height: 1.5; mso-bidi-font-style: normal;">“</i>Dolina con sottosuolo cavernoso. Indica
le fosse del Carso nelle quali nella guerra ’40,45, furono gettati i corpi
delle “<b style="line-height: 1.5; mso-bidi-font-weight: normal;">vittime della rappresaglia
nazista</b><i style="line-height: 1.5; mso-bidi-font-style: normal;">,” </i>Che criminale bugia! I
nazisti al posto dei comunisti Titini. Non basta! Il Garzanti De Agostini<i style="line-height: 1.5; mso-bidi-font-style: normal;">, </i>riedito da<i style="line-height: 1.5; mso-bidi-font-style: normal;"> “</i>Repubblica”nel 20004, (ha capito lemure “2004”) parla
angelicamente di “fenomeno carsico”. Nel 2000 il Devoto Oli parla <i style="line-height: 1.5; mso-bidi-font-style: normal;">di: “</i>Fossa comune di lotta civile e
assassinii politici” mentre nel dizionario di Paravia del 2000, Tullio De Mauro
parla con indecenza di “Fossa comune per occultare cadaveri vittime di eventi
bellici!” <o:p></o:p></font></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 1.5; text-align: justify;"><span style="line-height: 1.5; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><font size="5" style="line-height: 1.5;">Inutili anche i
tentativi di gettare solo sugli slavi le responsabilità. Il viaggio degli
esuli, trattati in Italia come lebbrosi, si trasformò in un viaggio della
disperazione, insultati dalla ben presente forza partigiana. Inoppugnabile
testimonianza che chi li ha perseguitati in questi 70 e più anni furono i
partigiani italiani. Nella loro fuga senza fine, tra l’ostilità e il disprezzo
in Italia, non c’erano slavi non c’erano Titini ma solo partigiani rossi.<span style="line-height: 1.5; mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></font></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 1.5;"><span style="line-height: 1.5; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><font size="5" style="line-height: 1.5;">Massacro slavo
etnico e non politico? Ecco quello che ci ricorda uno di quegli esuli, Mario
Cappellini di Milano, in una lettera alla Stampa:<o:p></o:p></font></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 1.5; text-align: justify;"><i style="line-height: 1.5; mso-bidi-font-style: normal;"><span style="line-height: 1.5; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><font size="5" style="line-height: 1.5;">“Caro Aldo, il giorno del ricordo delle
Foibe, mi dà lo spunto per una riflessione. Quei massacri sono sempre e solo
attribuiti ai partigiani comunisti di Tito e nessuno, o quasi, cita mai la
collaborazione data ai Titini dai partigiani comunisti italiani. Sono nipote di
esuli istriani scappati nel ’45 e ricordo bene i loro racconti. La loro paura
maggiore era quella di incontrare i partigiani italiani che erano più crudeli
dei titini.<o:p></o:p></font></span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 1.5; text-align: justify;"><i style="line-height: 1.5; mso-bidi-font-style: normal;"><span style="line-height: 1.5; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><font size="5" style="line-height: 1.5;">Possibile che dopo più di settant’anni si
cerchi ancora di nascondere quello che, ahimè, fa parte della storia?”<o:p></o:p></font></span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 1.5;"><span style="line-height: 1.5; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><font size="5" style="line-height: 1.5;">Risponde in poche
righe il signor Aldo: <o:p></o:p></font></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 1.5;"><i style="line-height: 1.5; mso-bidi-font-style: normal;"><span style="line-height: 1.5; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><font size="5" style="line-height: 1.5;">“Caro Maurizio, mi associo al suo ricordo e
alla condanna per quella pagina nera della storia nazionale.!<o:p></o:p></font></span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 1.5; text-align: justify;"><span style="line-height: 1.5; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><font size="5" style="line-height: 1.5;">Stop? Tutto qui? Lui
si associa! Le parole d’ordine della società civile sono diventate “<i style="line-height: 1.5; mso-bidi-font-style: normal;">Mi associo</i>” quando non se ne può fare a
meno, oppure “<i style="line-height: 1.5; mso-bidi-font-style: normal;">auspico, auspichiamo</i>”
tutto per mettere una pietra sopra e correre via.<o:p></o:p></font></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 1.5; text-align: justify;"><span style="line-height: 1.5; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><font size="5" style="line-height: 1.5;">Volevate una memoria
condivisa? Ancor oggi, quando esiste un’associazione, l’Anpi, che insiste sulla
memoria sua e non ammette l’evidenza che le foibe furono una strage immane, un
genocidio, in buona parte consumato, portato a termine dai partigiani, Titini o
italiani che fossero. Eppure l’Anpi è un’associazione, finanziata dallo stato e
che fa politica. </font></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 1.5; text-align: justify;"><span style="line-height: 1.5; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><font size="5" style="line-height: 1.5;">Sono stati tolti i finanziamenti ai partiti politici ma ecco
che la sinistra ha un braccio armato, finanziato dallo stato che interviene
pesantemente nelle questioni oggetto di controversia politica, per urlare i
suoi insulti di fascismo e di razzismo. Perfino sul referendum costituzionale
intervenne con minacciosa pesantezza. </font><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><font size="5">Anche il papa anche
la chiesa interviene pesantemente in favore della sinistra nella questione
migranti. Lo fa il Papa e lo fanno i suoi preti dai pulpiti. Eppure sono anche
loro finanziati tramite il cinque per mille e ricevono vergognosamente una
parte dei finanziamenti di coloro che non scelgono né lo stato ne alcuna
confessione religiosa.<o:p></o:p></font></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><font size="5"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>C’è stata successivamente specialmente dopo il
duemila una presa di coscienza dell’orrore degli eccidi delle foibe e ci
chiedono di condividere il nuovo clima. A parte che sussistono ancora molte
divergenze e non esiste ancora affatto una memoria condivisa ma e i settantanni
passati a ricevere gli insulti di “revisionisti vergognosi”, di “razzisti”, di “fascisti”
dove li mettiamo? Su questi non esiste neppure un accenno di memoria condivisa.
Su quel periodo infame, sulla cupola culturale imposta dalla sinistra per cinquantanni anche sulla questione Foibe, la memoria di sinistra non si pente.</font><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><font size="5">Lo stesso accade con
la resistenza e la liberazione. Dopo roventi accuse di fascismo a chi parlava
di guerra civile, l’elite culturale, la stessa che ignorava o giustificava le
foibe e l’infame trattamento degli esuli in fuga lungo l’Italia, accettò l’idea
ma mantenne intatta l’atmosfera mitica di una resistenza tutta buona e civile,
nonostante i diversi episodi e gli eccidi ormai, se non di dominio pubblico,
ben a conoscenza degli storici che come sulle foibe tacevano, incalzati dalla
solita Anpi, che con i soldi dello stato, di tutti, faceva politica, la sua politica, e la
sua falsa memoria.</font></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><font size="5"> Una svolta recentissima, quella del giornalista Pansa, che
benché del gruppo l’Espresso, studioso della resistenza non esitò per amore
della verità a parlare degli omicidi dei partigiani, e delle enormi bugie
presenti in quella che le elite culturali volevano come memoria condivisa. <o:p></o:p></font></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><font size="5">Ma già c’era stato
un grande storico, De Felice, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che
vilipeso ostracizzato ma non azzittito perché la sua conoscenza, le sue
ricerche, i suoi giudizi erano giustificati. Su De Felice e Pansa si accanì
tutta la malignità conformista e filo partigiana, ma i fatti denunciati, gli
assassini raccontati erano veri e la violenta campagna della cupola di sinistra
non fermò l’onda. <o:p></o:p></font></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><font size="5">Un’onda ancor ben
viva ma destinata a terminare malamente. Intanto in questi settant’anni i libri
di memorie di partigiani non allineati non venivano pubblicati ma non solo, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">tutti i nostri libri, i nostri saggi, i
nostri romanzi</b> venivano rifiutati. Anche quel capolavoro postumo che fu <em><span style="background: white; color: #5f6368; mso-bidi-font-weight: bold;">Il partigiano
Johnny</span></em><span style="background: white; color: #4d5156;"> di Beppe
Feisoglio</span> fu messo alla gogna per le critiche ai partigiani comunisti, ma
contro quell'arte evidente, contro quel racconto di getto, avvincente, contro
quella lingua innovativa che da sola testimoniava la cultura dello scrittore,
nulla poterono. C’è da chiedersi come mai uscì postumo ma la risposta è
semplice. Come ebbe a dichiarare Gauss i suoi studi sulla geometria non
euclidea, non furono da lui pubblicati perché giustamente già<i><b> lo disgustavano
le sicure critiche degli ignoranti beoti. </b></i><o:p></o:p></font></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><font size="5">Arriveremo anche qui
a un ripristino della verità? ma come potremo, in ogni caso, cancellare dalla
nostra memoria, settantanni di ostracismi insulti e discriminazioni?
Impossibile.<o:p></o:p></font></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><font size="5"><b>La sinistra si tenga
la sua memoria noi ci teniamo la nostra e hanno ben ragione di temerla i
falsificatori della cupola. </b><o:p></o:p></font></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><font size="5">Per loro valga
l’esempio della Serbia, dei Serbi che per anni, decenni, secoli subì
l’occupazione e le angherie dei Turchi musulmani. Impotenti assisterono alle
bestiali impalazioni descritte anche dal premio Nobel Ivo Andric nel suo
capolavoro, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Il ponte sulla Dr</i>ina, ma
nulla potevano contro i turchi e gli slavi che avevano tradito e addirittura
abbracciato Maometto e la Sharia, se non ricordare e trasmettere ai figli, ai
nipoti la memoria di quei traditori e di quei Turchi. Contro i loro eserciti si
erano battuti in battaglie feroci e memorabili, le loro città e i loro villaggi
avevano subito la sistematica uccisione dei civili. Quelle battaglie perse
salvarono l’Europa e alla fine gli impalatori furono fermati sotto le mura di
Vienna, ma intanto i serbi, avevano, i serbi kosovari soprattutto, trovarono
altri torturatori<b> nei fascisti, nei nazisti e poi in Tito e nei comunisti,</b> decisi
anche loro a imporre con le buone e con le cattive a imporre una memoria
comune, a reprimere la rabbia serba kosovara, a far finta di non vedere, i
tormenti a cui quei serbi venivano sottoposti, Tormenti che comprendevano di tutto perfino il furto
di bestiame, l'uccisione di bestiame, falsificazioni di catasto. agguati, pestaggi, punizioni punitive continue
sui serbi, violenze e stupri sulle loro donne, fino alla violazione posteriore
con bottiglie. Il tutto perfino utilizzando anche picchiatori albanesi. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span></font><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><font size="5"><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt;">Anche con Tito, col delinquente e assassino Tito, i serbi kosovari
poterono solo conservare la loro memoria contro i convertiti diventati impalatori
e assassini e attendere il giorno della sole nero. Un giorno che giunse con la
morte di Tito e il disfacimento del suo regime criminale, per esplodere </span><span>a <em><span style="background: white; color: #5f6368; mso-bidi-font-weight: bold;">Srebrenica</span></em></span><span style="background: white; color: #4d5156;">, </span><span style="background: white; color: #4d5156;">nel giorno in cui quelle memorie presero vita
con il massacro di più di ottomila civili maomettani, sotto l’occhio chiuso
delle truppe dell’ONU, che, sul posto per evitare quelle stragi, perché </span><em><span style="background: white; color: #5f6368; mso-bidi-font-weight: bold;">Srebrenica stava cadendo in mano ai Serbi</span></em><em><span style="background: white; color: #5f6368; font-style: normal; mso-bidi-font-weight: bold;">,</span></em><em><span style="background: white; color: #5f6368; mso-bidi-font-weight: bold;"> che certo</span></em><em><span style="background: white; color: #5f6368; font-style: normal; mso-bidi-font-weight: bold;"> </span></em><em><span style="background: white; color: #5f6368; mso-bidi-font-weight: bold;">non si sarebbero fermati</span></em><em><span style="background: white; color: #5f6368; font-style: normal; mso-bidi-font-weight: bold;">, si voltarono dall’altra parte.</span></em></font><span style="background: white; color: #4d5156; font-size: 11pt;"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; text-align: justify;"><font size="5"><span style="background: white; color: #4d5156;">L’ordine di intervenire non arrivò. Perché non
arrivò? Perché all’Onu si pensò che uno sfogo al secolare odio serbo, al
secolare desiderio di vendetta bisognava concederlo? Che se si evitava </span><em><span style="background: white; color: #5f6368; mso-bidi-font-weight: bold;">Srebrenica sicuramente sarebbero accadute altre stragi, che un massacro
in più o in meno non cambiava nulla</span></em><em><span style="background: white; color: #5f6368; font-style: normal; mso-bidi-font-weight: bold;">?
Che</span></em><em><span style="background: white; color: #5f6368; mso-bidi-font-weight: bold;"> un massacro giustificava un intervento di civiltà,
come in effetti avvenne con i sinistri Clinton e Dalema che si diedero da fare
a bombardare i Serbi che non volevano cedere i loro santuari, ossia la loro memoria
ai maomettani del Kosovo.</span></em></font><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt;"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><font size="5">Memoria condivisa?
Non esiste per i pochi fra i tanti citati e già si affacciano le nubi di un
altro malaffare della sinistra, su cui la stessa sinistra sarà poi obbligata a
chiedere una memoria condivisa. Parlo del colpo di stato iniziato da un
magistrato che già si vedeva presidente della repubblica, che subì come un
affronto la vittoria di Berlusconi e che, in barba ad ogni legge di probabilità
fece arrivare a Berlusconi il ridicolo avviso di reato sintetizzato nella frase
“Non poteva non sapere” a un congresso mondiale sulla criminalità, avvisando
così con chiarezza e senza equivoci che l’Italia sana e civile era dalla parte
delle elite contro Berlusconi e che il suo era l’inizio di una guerra
giudiziaria, che puntualmente avvenne in barba alla civiltà democratica e alla
costituzione della resistenza. Guerra che si trascina ancor oggi dove l’incivile
Berlusconi è stato sostituito dal barbaro Salvini. <o:p></o:p></font></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><o:p><font size="5"> </font></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><br /></p></div>acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-41212884741892931002020-03-31T09:48:00.000+02:002020-03-31T09:48:37.226+02:00Nuovo editore <br />
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-G4aNmzAsR3w/XoL1fNtpbuI/AAAAAAAADDw/JCUzWnii5qsfhnd11ioBqeHYaHrNGWnIwCLcBGAsYHQ/s1600/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="245" data-original-width="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-G4aNmzAsR3w/XoL1fNtpbuI/AAAAAAAADDw/JCUzWnii5qsfhnd11ioBqeHYaHrNGWnIwCLcBGAsYHQ/s1600/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" /></a><span style="font-size: large;">Che dire della casa editrice <span style="text-align: center;">CasaSIRIO editore </span> nata coraggiosamente nel panorama politico italiano, in un momento così decadente per i libri, in cui le librerie chiudono e gli editori campano con libracci di canzonettari, attrici, attricette, gruberiadi,? Che dire se non applaudire e incoraggiare i tre fondatori?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Il fondatore di Repubblica a un intervistatore che gli chiedeva cosa consigliasse alla direzione di un nuovo giornale, rispose che valutava come ottima la possibilità di esplorare il campo della destra così come Repubblica e l'Espresso avevano fatto con la sinistra. In realtà i due giornali non esplorarono ma assimilarono e coprirono i relitti in disfacimento del partito comunista, avviandoli non alla democrazia ma alla repubblica di Platone, alle Elite potenti, alla conquista dei centri cittadini, ma a parte ciò, molti di noi ritengono che il consiglio di esplorare il pensiero di destra nelle sue varie articolazioni, ricche di pensiero, sia una via da percorrere.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">A noi di interclassisti o destra che abbiamo difficoltà a farci pubblicare, che da cinquant'anni subiamo l'odioso giogo culturale della sinistra, un nuovo editore fa sempre sperare in una casa editrice culturalmente non allineata. Questa come sarà? Accettiamola comunque e battiamo le mani.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Arriveranno comunque per noi tempi migliori vista la situazione attuale che si trascina da anni e ha portato la cultura italiana all'incultura. L'italia non fa figli e non fa neppure musica e romanzi. Un tempo gli dei della musica erano i grandi compositori come Verdi e Puccini, oggi sono le bacchette magiche, i grandi directstrar in coppia con i grandi registar, tutta gente prolifica come i muli. Non è più uscito un grande romanzo dai tempi del <i>Gattopardo</i> e anche quello è uscito per miracolo, visto che era stato scartato da gli editori a cui era stato sottoposto, I grandi film sono finiti da chissà quanto tempo, e con loro anche i grandi attori,. i testi teatrali, ecc.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Io che leggevo di giorno, di notte, in ferie, da vent'anni non entro più in una libreria e il motivo l'ho esposto in un saggio che naturalmente nessun editore ha preso in considerazione. La stessa fine hanno fatto dei miei dieci romanzi anche se solo due li ho proposti. La stesso per i miei quattro saggi di filosofia, ma gioisco comunque quando tre amanti della lettura aprono un nuovo editore. Auguri..</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-58740434631564914402020-03-30T12:07:00.001+02:002020-03-30T12:07:14.068+02:00La sinistra inventò l'insulto. Non dimentichiamo <br />
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-Q2d7aU52h1U/XoG5cxKUB1I/AAAAAAAADDk/qblA8Tj8fU08p_ktJ9FTjRih2EdJ2EpugCLcBGAsYHQ/s1600/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="245" data-original-width="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-Q2d7aU52h1U/XoG5cxKUB1I/AAAAAAAADDk/qblA8Tj8fU08p_ktJ9FTjRih2EdJ2EpugCLcBGAsYHQ/s1600/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" /></a><span style="color: black;"><span style="font-size: large;">L’enorme ricchezza accumulata da Berlusconi con Mediaset si
deve in parte alla ridicola concorrenza che gli faceva la RAI a cui non bastò
la società civile e il soccorso della magistratura per correre velocemente
verso il fallimento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">Non fu il conflitto d’interessi ciò che mobilitò il popolo
della civiltà, fu la spaventosa idea che fosse giunta l’età dei Lumpen, del
dominio dei lumpen.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">La reazione degli intellettuali
della sinistra, degli impegnati della autonominatasi società civile, nata in alleanza della magistratura, ma subito mutatasi in opposizione alla lega, definita barbara e incivile, insultata come barbara e incivile, additata come
barbara, rozza, incivile. E dire che gran parte di quella società aveva
sostenuto la macelleria comunista. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">Ci fu una reazione rabbiosa. Vinceva Berlusconi! Incredibile! Il padrone delle tivù private! Di quelle
incredibili tivù private. Della pubblicità, dei pannolini, dei sorrisi a
quaranta denti, della superficialità, dell’evasione dal pubblico, dalla
moralità, dall’impegno civile, vinceva l’ignoranza e la superficialità.
Irrisione e condanna per chi lo ha votato, descrizioni feroci di chi lo ha votato,
proclamazioni dell’ignoranza di chi lo ha votato, dei suggestionabili dalla
tivù commerciale del divertimento, dell’evasione. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">Il fronte intellettuale affida il
proprio pensiero al giornale diretto da Furio Colombo e Antonio Padellare, che appare come un interminabile tuffarsi nell'apocalisse. Ecco Dario Fo, di cui
viene integralmente riprodotta la requisitoria antiberlusconiana apparsa su Le
Monde, che denuncia un clima mefitico in cui in Italia si tornerebbe nientemeno
che a parlare di «difesa della razza». Oppure Antonio Tabucchi, che bacchetta
il Presidente della Repubblica, reo di non essersi immolato nella trincea posta
a difesa dell'Italia dall'assalto dei nuovi barbari. O la scrittrice Francesca
Sanvitale, che sferza gli italiani affinché ritrovino intatte le parole di
un'immedicabile «indignazione». Si applaude ripetutamente il membro diessino
del Csm, Di Cagno, che ha pubblicamente paragonato i magistrati antigovernativi
agli ebrei vessati e decimati dal regime hitleriano, scomodando persino la celeberrima
formula di Primo Levi: «Se non ora quando». Persino un poeta solitamente schivo
e parco di dichiarazioni politiche come Mario Luzi si arruola nella crociata
contro il «nuovo regime», con uno spirito che non ammette tentennamenti o
obiezioni, la cui semplice espressione viene senz'altro riprovata alla stregua
di un «tradimento».<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">Si allarga il discorso agli
amici e ai suoi simili, volgari come lui <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">La piazzata è così sconclusionata,
canina, in rivolta pure verso i politici di sinistra troppo arrendevoli mentre
dovrebbero imbracciare il fucile, o, perlomeno, trasformare le piazze, le vie,
i palazzi in una permanente sfilata di slogan e insulti, che pure le travi del
partito di sinistra è perlomeno perplesso. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">Il guaio è che il «fronte» degli
intellettuali di sinistra è tutto contro di loro. Massimo D'Alema e Piero
Passino, rispettivamente presidente e segretario dei Democratici di sinistra,
esortano a cambiare linea. Sondaggi alla mano, scoprono che il muro contro
muro, l'opposizione tutta urla e strepiti, la retorica dell'«allarme
democratico» con connesso diuturno e irrituale appello al Quirinale, anziché
indebolirlo e sfiancarlo, rafforzano il nemico Berlusconi. Perciò invitano la
sinistra a rettificare linguaggio e comportamenti, propongono di iniziare
davvero, smaltito il trauma frastornante della sconfitta, la lunga, impervia
traversata nel deserto. Fassino chiede al partito di liberarsi dell'illusione
della spallata, di smetterla di baloccarsi con l'invocazione delle virtù
salvifiche della piazza, D'Alema convoca la sua Fondazione Italiani europei per
azzerare mesi e mesi di opposizione rovinosamente autolesionista. Ma ambedue
devono affrontare il fronte recalcitrante degli intellettuali che hanno
imboccato la strada opposta. Forse è dai tempi della svolta di Achille Ochetto
alla Bolognina che non si percepisce un distacco così radicale tra il partito e
gli intellettuali. Nel 1989 Fabio Mussi liquidava le accorate rimostranze di
Natalia Ginzburg contro l'abbandono dell'identità comunista come la manifestazione
di un'invincibile nostalgia per il Pci «bambolotto di pezza» coltivata da una
cultura incapace di distogliere lo sguardo impietrito sul passato. Oggi gli
intellettuali sembrano ipnotizzati dalla mitologia dell'ultima spiaggia: la
condizione psico-culturale peggiore per affrontare svolte.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">Le voci della sinistra
intellettuale difformi o stonate nel coro che chiama alla mobilitazione
generale appaiono infatti flebili, sporadiche, isolate. Del senatore dei Ds
Franco Debenedetti viene invocata addirittura la testa, sotto forma di
espulsione dai luoghi deputati della sinistra (Massimo Roccella sull'Unità). E
tale è la reattività degli animi esacerbati che proprio sul capo di Debenedetti,
Gianni Vattimo ha lasciato che aleggiasse lo spettro del «tradimento». Come nei
tempi corruschi del giacobinismo rivoluzionario, sono i «tiepidi» sospettati, per
il loro scarso ardore attivistico, di albergare sentimenti disfattisti
abilmente dissimulati, ad essere indicati alla pubblica esecrazione. Altri
intellettuali poco propensi alla demonizzazione dell'avversario, come Michele
Salvati o Augusto Barbera, non sembrano raccogliere ascolto nei ranghi serrati
dell"«intellettualità» di sinistra. Una rivista come Le ragioni del
socialismo di Emanuele Macaluso agita là bandiera del riformismo, ma con una
dichiarata propensione al minoritarismo dentro una cultura di sinistra
tutt'altro che desiderosa di abbandonare un atteggiamento di irriducibile
oltranzismo: quello che corrosivamente Francois Furet definiva «L'oligarchia
dell'attivismo». Nel seminario della Fondazione Italianieuropei in cui più è
emersa l'esigenza di superare atteggiamenti rissosi e verbosità inconcludenti,
gli intellettuali del cinema e del teatro, della letteratura e dell'arte hanno
brillato per la loro assenza. Persino un intellettuale noto per la sua
prolungata e autorevole appartenenza riformista come Massimo L. Salvadori ha di
recente indicato con toni accorati e ultimativi l'insorgere di una terribile
«emergenza democratica», con l'ovvia conseguenza di cancellarla radicalmente<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Ogni aggiustamento di linea
politica nella direzione opposta a quella della guerra civile ideologica che
punta alla delegittimazione reciproca e all'annientamento di ogni valore
condiviso tra due schieramenti avversari ma non nemici alla morte.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">Le uniche voci della sinistra
intellettuale che si sono alzate per commentare l'idea del Capo dello Stato di
un Museo dedicato all'identità italiana sono apparse su Liberazione e con toni
veementemente polemici nei confronti di un'iniziativa inevitabilmente destinata
a ridurre il fossato incolmabile che secondo i detrattori della proposta divide
(e deve continuare, indefinitamente, a dividere) in due metà</span></span><span style="font-size: large;">incomunicanti gli schieramenti
politici che si contendono la leadership del Paese.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">La teoria dello scontro frontale
con lo schieramento attualmente al governo suggerisce a cospicui settori della
cultura di sinistra, sovente tra gli applausi di ammirazione, il lessico della
guerra totale e senza mediazioni. Viene accolto con sollievo il linguaggio
dell'economista Paolo Sylos Labini che descrive il presidente del Consiglio
come il capo di un clan criminale, che andrebbe condotto alla sua natura
puramente delinquenziale. Malgrado le resistenze di Fassino, di D'Alema e anche
di Luciano Violante, suscita adesioni l'idea di Paolo Flores d'Arcais e di
MicroMega di celebrare solennemente il decimo anniversario di Mani pulite e se
D'Alema eccepisce che una sinistra non forcaiola può festeggiare la presa
liberatoria della Bastiglia, ma non i colpi secchi della ghigliottina che fanno
rotolare le teste dei nemici del popolo, <b>Flores d'Arcais replica sulla Stampa
che anche i «liberatori» della Bastiglia, se proprio occorre inerpicarsi sulla
strada delle comparazioni storiche, portavano infilzate sulle loro picche le
teste dei nemici.</b> Ma è nell'uso corrente della comparazione tra berlusconismo e
fascismo che si misura la distanza incolmabile tra la nuova linea proposta da
D'Alema e Fassino e la parte più ciarliera e combattiva dell'intellighenzia di
sinistra.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">L'idea della «vigilanza»
democratica, dell'emergenza, della barriera «antifascista», del pericolo
attualissimo di un tuffo nel passato, l'evocazione ricorrente (e fortemente
contestata, isolatamente, da Debenedetti) di Hitler come precedente storico di
un dittatore dapprima democraticamente eletto e poi trascinatore del proprio
popolo negli abissi del totalitarismo, fanno da nutrimento culturale e
psicologico di un prossimo «Giorno della memoria» del 27 gennaio all'insegna
dell'attualizzazione del pericolo fascista e persino nazista. Un giurista
sofisticato come Franco Corderò si abbandona a tortuosi ed eccentrici itinerari
comparativi per evocare nientemeno che il fantasma di Goebbels. Lo storico Paul
Ginsborg mette in guardia, sulla scorta di un Tocqueville, repentinamente
riscoperto, dai rischi estremi della «tirannide della maggioranza». Tra i
cineasti di sinistra crea allarme e indignazione persino la nomina alla Scuola
nazionale del cinema di un sociologo tutt'altro che fedele all'ortodossia
berlusconiana come Francesco Alberoni. Come se il grido di battaglia di conio
borrelliano, «resistere, resistere, resistere», fosse diventato il motto di un
intero schieramento culturale, si auspica la spallata giudiziaria per
rovesciare il tavolo e azzerare per incanto l'«anomalia» berlusconiana. Tutto
il contrario del lento lavoro di ricostruzione che, nella prospettiva di Fassino
e di D'Alema, dovrebbe riportare la sinistra a ricucire quei rapporti strappati
con la società e di cui si è sinora giovato lo schieramento opposto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">Il rapporto con gli intellettuali
costituirà nel prosieguo una spina nel fianco della leadership politica della
sinistra diessina. Come dopo <st1:personname productid="la Bolognina" w:st="on">la
Bolognina</st1:personname>, appunto, quando molti intellettuali parteciparono
con furore al «fronte del No» alla svolta che avrebbe messo fine al Pci. Oggi
come allora, all'indomani di una sconfitta storica che inasprisce gli animi e
rende sempre più arduo l'avvio della lunga e solitaria “traversata nel
deserto”. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">Pierluigi Battista scrive sulla
stampa del 23/1/02 un articolo dal titolo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">A
sinistra nasce il partito dell’Apocalisse.</i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Come ha ben riferito Battista in
un parolaio del 2003, SYLOS LABINI NEGA CHE CI SIA QUALCUNO IMPEGNATO con odio
A DEMONIZZARE berlusconi</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">meno che il famoso critico
cucurbitaceo Armando Gnisci otto chili di sinapsi che le usa tutti quei kili che
ha sofferto per la sua discesa in campo come un’offesa estremamente umiliante,
<b>in quanto letterato nativo europeo di lingua italiana. … lei incarna
psicofisicamente il peggio</b></span></span><span style="font-size: large;">… <b>è un capo opprimente e
contraffatto…di un ridicolo estremo… goffo … vuoto …falso… lei è una maschera
trucida ….bisogna parlare al cuore di lei per tentare di fracassarlo …il suo è
un fascino mostruoso</b></span><b><span style="font-size: large;"> </span><span style="font-size: large;">lei è l’orrore
incarnato …oscilla sulla frontiera del disumano del ventesimo secolo … lei va
abrogato.</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">Più moderato Angelo D’orsi ricorda
che è </span></span><span style="font-size: large;">vero che comanda chi ha più voti
ma non è detto che chi ha più suffragi sia quello che ha ragione. Anche con lui
siamo in piena repubblica di Platone. </span></div>
<span style="font-size: large;"><div style="text-align: justify;">
<span style="color: red;">La reazione alla discesa e alla prima vittoria è
isterica. Ha vinto la cultura dei pannoloni, della tivù di plastica, della
pubblicità, del populismo, della volgarità. Ricordo l’espressione “L’ingresso
della volgarità nelle istituzioni”. Dura contro lui, contro il suo partito il
che è normale. Normale è anche la caratterizzazione brutale, infamate del nemico
politico, ma non la sistematica offesa dei suoi elettori che non sarebbero
coscienti di cosa fanno, che sarebbero, deficienti stupidi, barbari ecc. Poi la
solita storia imbonitore/imboniti, illusionista/illusi che tanto ricorda gli
altri accoppiamenti del passato del tipo sobillatori/sobillati o demonio
seduttore/ peccatori. </span><span style="background-color: white; color: red;">Non solo contro Berlusconi ma contro tutti gli amici e coloro che non si
scagliavano contro. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<cite style="background-color: white;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-style: normal;">Paradigmatico è il caso della “Milano da bere”.
Paradigmatico perché queste tre parole che, in qualche modo, sintetizzano un
importante cambiamento culturale, erano diventate per gli allora moralisti
berlingueriani sintesi di un disprezzo morale anticraxiano e antiberlusconiamo.
Da una parte loro, i limpidi, i puri comunisti e dall’altra la nuova avanzante
immorale cultura ed economia fracassona, volgare, indecente.</span></cite></div>
</span>
<div style="background: white; line-height: 150%; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><cite><span style="background: white; color: black; font-style: normal;">E’ evidente che
la nuova cultura e il nuovo lavoro connessi alla moda, alle sfilate, ai
laboratori, ai negozi di moda portavano con sé un fervore che comprendeva, con
le sfilate, anche le indossatrici, le aspirante indossatrici, le divette, le
esibizioni, i fotografi, le notti nei locali con movida notturna. Ma questo non
era il contorno di una nuova economia capace di creare grande ricchezza, lavoro
qualificato, prodotti ad alti valore aggiunto, turismo di lavoro, bellezza,
arte, ecc.; capace di elevare e portare il nome italiano in tutto il mondo. Un
contorno, creatore, esso stesso di turismo e di ricchezza; quello stesso
contorno che immortalato da Fellini col nome DOLCE VITA caratterizzava la
fiorente produzione cinematografica italiana del dopoguerra, tanto amata dai
confusi puri come se fosse tutt’altra cosa rispetto a quella della “Milano da
bere”</span></cite><cite><span style="background: white; color: black; font-style: normal; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></cite></span></div>
<div class="MsoCommentText" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><cite><span style="background: white; color: black; mso-bidi-font-weight: bold;"><span style="font-style: normal;">Abbiamo citato</span> Cafonal. </span></cite>Cafonal è
uno dei tanti aggettivi inventati dalla cultura antiberlusconiana per
caratterizzare la volgarità berlusconiana. Non si può certo parlare di “cultura
Berlusconiana” perché la cultura berlusconiana non esiste come cultura per i
suoi coltissimi nemici.” Compaiono i termini non-cultura, anticultura,
sottocultura e veniamo ributtati all'indietro di decenni quando alle elementari
maestri e maestre per sgridarti quando, secondo loro,<span style="color: black;"> </span>non avevi studiato ti redarguivano con frasi
del tipo “Mica vuoi crescere come un negro dell’Africa.”, “Di questo passo
farai al massimo lo Zulu”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black;">Fummo poi indottrinati da una
nuova idea che esecrava quella appresa dalle maestre secondo cui l’idea di una
cultura (la nostra, quella della civiltà occidentale) contrapposta a una
incultura (quella delle tribù, della barbarie, della negritudine, ecc.) era
profondamente ingiusta, errata, connotata di razzismo e di imperialismo. Si
affermava così la dignità di tutte le culture. </span><span style="color: red;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">Ebbene - potenza di Berlusconi – tutto è cultura: i vini, bere vino, il cibo, la cucina, la coltivazione
dell’orto, le canzonette, i romanzi, gialli, rosa, ecc. Tutto, dicevamo, è
cultura tranne quella del berlusconismo. Siamo tornati ai tristi tempi degli
Zulu sostituendo a Zulu i baluba “berlusconidi”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">Per le elite e le aggregazioni
elite sinistra radical chic esiste una solo cultura, la loro. La cultura è
quella che loro considerano cultura, fosse anche la conoscenza della loro
cacca. I confini li fissano loro, questo sì questo no. Sono cultura i teatri,
le mostre, le conferenze, i convegni, i bachi da seta, l’inseminazione
artificiale dei coleotteri, la preparazione dei bignè della Pomerania. Tutto è
cultura, tutta quella approvata da questi cavalieri della cultura, tutto ciò
che passa nelle loro cervici, nei loro intestini, nei loro stomaci, nelle loro
pance, tutto tranne ciò che ieri riguardava Berlusconi e oggi i nuovi infami
populismi, i nuovi mostri, i nuovi, barbare, i nuovi Attila, che invece la
cultura, la democrazia, la civiltà la distruggono. La fine del mondo civile,
l’apocalisse!<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">Inchiniamoci noi, stupidi
ignoranti, inchiniamoci ai libri letti dalla mammellata ministra dei
beni culturali, con villa in Kenia, frequentatrice delle feste, in quello
stesso Kenia, dell’orrido cafonal Briatore e pronta a smentire, bugiardamente, quella sua presenza fino a che una fotografia ridicolizzava la sua menzogna,
inchiniamoci alla già ministra della cultura lei, che si diceva avesse in vita
sua letto ben cinque libri e stesse coraggiosamente leggendo il sesto e che ora
inquina la seggiola di amministratrice niente di meno che del Maxi; una sedia
donde diceva lei avrebbe disseminato la sua cultura del tutto gratuitamente ma
alla quale fu lestamente riconosciuto l’abbondante appannaggio da aggiungere al
suo lussuoso assegno pensionistico come ex parlamentare e lettrice di libri.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">Meraviglioso pacchetto
confezionato subdolamente dai suoi compagni di partito e dalle elite culturali
associate di cui non si vergognano neppure. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">L’avesse fatta Berlusconi una cosa
simile, l’avessero fatta i Berlusconidi una cosa simili, giornalisti, giudici,
società civile, popolo dei fax, girotondisti, sarebbero insorti facendo un
baccano del diavolo, un baccano da barbari, da squilibrati, come i tanti messi
in moto da questa ammorbante elite che si muoveva per molto meno. Bastò un muro
caduto a Pompei per una sceneggiata isterica contro il ministro berlusconiano
fino a farlo dimettere ma quello era un muro speciale. I muri continuarono a
cadere a Pompei ma nessuno si mosse contro i ministri non berlusconidi.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: large;">E dopo questo indegno scoppio
d’ira populista ecco che veniamo colti dal pentimento. Ecco che abbiamo dimenticato
che tutto ciò che fanno la sinistra e i loro compagni di merenda è bene, bene
per loro e bene per noi tutti e quindi facciamo ammenda e ripetiamolo che loro
sono ecc. ecc.<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-4835247297718353702020-03-28T09:27:00.000+01:002020-03-28T09:27:04.122+01:00Premio Nobel ad Hanche. Riotta una caduta d’umanità e di logica<span style="font-size: large;"><br /></span>
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-uTVUn85TjXM/XnuxFFMRgSI/AAAAAAAADDE/vj8v2wRKhF0cmChVmFowU0v1lLBm-KwdQCLcBGAsYHQ/s1600/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="245" data-original-width="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-uTVUn85TjXM/XnuxFFMRgSI/AAAAAAAADDE/vj8v2wRKhF0cmChVmFowU0v1lLBm-KwdQCLcBGAsYHQ/s1600/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" /></a><br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 24.0pt; mso-hyphenate: auto; mso-outline-level: 1; mso-pagination: widow-orphan;">
<b style="font-size: x-large;"><span style="color: #366091; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-font-kerning: 18.0pt;">Il nobel allo scrittore che negò i crimini di Milosevich</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Spiace e spiace molto criticare l’articolo di
Riotta su La Stampa sul Nobel assegnato a Peter Handke. Spiace perché Riotta è
fra i pochi giornalisti che leggono con continuità opere letterarie
contemporanee, spiace perché ha dimostrato di conoscere la teoria grammaticale
di Chomsky. Per la maggior parte dei suoi colleghi giornalisti e opinionisti,
Chomsky è solo l’autore di trattati animati da infuocato antimperialismo e
anticapitalismo. Saranno pure importanti anche questi, ma, dozzinali, come
sono, non sarebbero neppure stati pubblicati, se Chomsky non fosse stato
l’inventore della grammatica generativa.<span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Ciò detto si deve prendere nota che anche Riotta
appartiene, è in armi contro gli odiati populismi.</span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Su La Stampa del 1/11/16 <b> scrive</b> “La
classe globale invisa a May, le Pen, Trump, Sanders e Corbyn e ai nostri <u>populismi
domestici</u> ha perduto la battaglia del consenso per snobismo, avidità,
mancanza di fiducia nei <u>nostri </u>valori. </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Se non vogliamo che, come sempre avviene nella <u>Storia</u>,
il nazionalismo liberi i suoi figli <u>rabbiosi</u>, razzismo, antisemitismo,
totalitarismo, dobbiamo ripartire da pochi semplici ideali e riforme: lavoro,
sviluppo, ricerca, apertura alle altre culture ma con fierezza e difesa.” </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Tutto bene ma perché la parola populismo? Che
significa populismo? Delle due frasi citate pare quasi che il populismo sia il
nazionalismo che libera i suoi figli <u>rabbiosi</u>, razzismo, antisemitismo,
totalitarismo. I nostri figli rabbiosi liberano l'inimicizia contro l'elite e i loro servi, contro i nuovi aristocratici, il nuovo impero. Non l'avete ancora capito oltre che ignoranti avete anche teste ottuse e dure.</span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">A questo punto anche la sua prima frase assume un significato
banale. E’ sicuro Riotta che sia democratica una costituzione dove, ad esempio, i
parlamentari hanno il diritto di decidere sul loro numero, sui loro benefit,
sulle loro pensioni? O non è che un emblema di una costituzione in cui regna
sovrano il conflitto di interessi? </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Naturalmente tutto ciò che altrove è brutto, in
Italia è pessimo e lo abbiamo sperimentato con le reazioni alla nascita della
Lega, alla discesa in campo di Berlusconi, al tipo di opposizione del tutto
antidemocratica contro il berlusconismo.</span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Prima degli attuali odiati populisti, il
populista era Berlusconi col suo partito, coi suoi elettori. Ora non lo è
più? Ma che significa populismo in Italia? Chi si oppone alla democrazia
delle elite? Chi vede in questa una variante della vecchia aristocrazia? Chi si
oppone all’ingresso dei cittadini di altri stati? Chi vuole la sharia fuori dai
propri confini? Chi si oppone alle elite dei giornalisti, delle università,
delle menti colte dei professoroni? </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Detto ciò, mi piace poco
la dura condanna di Handke è l’altrettanto dura condanna della commissione del
Nobel per averglielo assegnato. Per Riotta la giuria ha commesso un errore
storico nel trascurare i propositi del fondatore che subordinava il premio alle
motivazioni ideali. Ma per favore non <i>inchiniamoci</i> a celebrare il
mistico matrimonio fra etica e arte che portò ad assegnare il primo a Giosuè in
epoca di egemone culturale mangiapreti, ad Hansum in epoca di egemone vitalismo
a Kipling in tempi in cui, dalla Società Civile, l’imperialismo era considerata
alta missione religiosa, civile e morale e deprechiamo che quello stesso
mistico premio sia stato negato a quei porcelloni di Moravia e di Joyce, a quel
fascista di Borges, a quell’altro fascista di Celine, mettendo in forte dubbio
che quei supremi accademici abbiano confuso l’idealità con la morale alla moda.
Così è stato per Carducci, per Hansum, per Kipling, per Moravia, per Joyce, per
Borges, per Celine.</span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Il Nobel ha sempre saputo rinnovare le sue
idealità, e cambiare. Se Riotta e, come penso, molti editorialisti, l’intera
Società Civile compresa, condannano, senza se e senza ma, la generazione di
Milosevich, viene il sospetto che, al contrario, i professoroni del Nobel
abbiano iniziato una revisione dei giudizi sui pensieri e sulla azione di
quegli eventi sanguinosi.</span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">La condanna conformista in blocco di quegli
attori che riassumono i sentimenti di molti Serbi, riaffiorati dalla notte dei
tempi, e la loro condanna “Senza Se e senza Ma” mi pare ottusa: proprio nella
forma dei vari “Sì… MA…” , “No… Ma…”, così comuni nel nostro ragionare, si
nasconde la realtà. </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">L’uso di sintagmi del tipo “No, non condanno ma
”, “Si, assolvo ma…”, è salvifico.</span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Con il <i>sì</i> si dà un giudizio, con il <i>ma</i>
si espone una giustificazione o un’attenuante. La forma proposizionale del <i>si
ma</i> gestisce non solo una logica giudiziaria ma anche una logica politica.</span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Forme come “Il tale è colpevole ma era stato
provocato da…..“E’ vero ma…” sono paradigmatiche e invano si tenterebbe di
analizzare quel “Ma” come una particella logica vero funzionale. La forma
quando viene usata nel discorso politico, pare composta da un giudizio di
assoluzione o di condanna relativo a un certo evento e da un racconto che tende
a modificare il verdetto del giudizio. Il racconto di cui si parla è in genere
un racconto storico e segue quindi la logica del racconto storico; ma qual è la
logica del racconto storico?</span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Quando ci dedichiamo alla storia, cerchiamo di
capire la concatenazione fra gli eventi. Capire vuol dire connettere in qualche
modo (catene di coordinazione, subordinazione, connessioni causali,
finalistiche o probabilistiche) affinché si possa concludere “Questo è accaduto
perché in precedenza è accaduto quest’altro”, “Agì in questo modo per queste
ragioni”, “Agì perché motivato da …”.</span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">L'allievo che ascolta una spiegazione di storia
in questo non è diverso dal professore che la illustra: per l’uno e per l’altro
l’obiettivo è la <i>comprensibilità, </i>il professore cerca di trasmetterla e
l’allievo di comprenderla. </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Ma che significa
"comprensibilità"? </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Il “Comprendere” assume significazione nel
connettere fra loro gli eventi. Non sarebbe comprensibile che una palla
calciata a Roma arrivi fino a Milano perché il lancio di una palla, il suo volo
e il suo approdo sono connessi da leggi fisiche incompatibili con un simile
evento. Anche nella storia, raccontando gli eventi, cerchiamo di connettere le
azioni, gli attori, gli esiti, in base cercando le cause, le motivazioni, i
caratteri, le situazioni, i fini e così via. Proposizioni quali: “Il tale
Presidente fece questo perché doveva reagire”, “Il tal generale si mosse nel
tal modo perché voleva raggiungere quel tal obiettivo”, ci dicono come si debba
ricorrere a tutti i tipi di connessioni-motivazioni di tipo politico,
comportamentale, statistico, sociologico, psicologico, fisico, ecc. per
riuscire a connettere gli eventi in una catena o in una ramificazione di
catene. </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Anche se molti filosofi della storia storcerebbero il naso,
l’ideale della comprensibilità è la “necessità”. Anche se lo si ammette con
difficoltà, una serie di eventi è tanto più compresa quanto più la catena che
li connette è necessaria, ossia quanto più crea tra gli eventi dei vincoli che
escludono tutti i possibili gradi di libertà: la storia è tanto più
’comprensibile’ quanto più le connessioni sono necessarie, quanto più il
percorso è irrigidito in una serie di ragioni e cause che non lasciano spazio
ad altre possibilità. Lo sforzo di comprensibilità assume così le forme di una
razionalizzazione secondo forme. Col nascere della riflessione sulla storia e
sulle narrazioni della storia, nasce anche la tensione verso la
razionalizzazione in forme di necessità. Se Erodoto racconta la storia come una
successione di contingenze, Tucidide racconta l’addivenire della guerra tra
Sparta e Atene come un evento ineluttabile e un destino già depositato nella
filigrana degli eventi che la precedettero. Tucidide raccontava ma non
teorizzava. La razionalizzazione della storia come teoria avvenne molto più
tardi e per analizzarla e trarne conseguenze dobbiamo ritornare al razionalismo
illuminista Il mito della ragione illuminista permeò una cultura ma questa
cultura continuò. Il romanticismo fu una reazione alla ragione astratta
dell’illuminismo ma a questa ragione astratta i romantici opposero le ragioni
della storia, delle tradizioni, dei miti, dei costumi, dei sentimenti ma in
parte la incorporarono nei loro sistemi d’interpretazione della storia. Con
Hegel la ragione diveniva la logica del comprendere e contemporaneamente la
logica dell’essere e del divenire. Per lui “Ciò che razionale è reale e ciò che
è reale è razionale”. Comunque la si voglia interpretare, questa formula più
volte richiamata da Hegel, ci invita a considerare razionale e necessario lo
svolgersi degli eventi storici. Hegel originò un movimento e creò un paradigma.
Anche Marx si sentirà in dovere di completare il suo materialismo storico con
un materialismo dialettico che rendeva congeneri i mondi della storia e della
natura.</span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">La forma “Si… Ma…” è composta da un giudizio di
valore e una storia. E’ la necessità di capire il perché degli eventi a indurci
a inserire la storia in una catena di necessità. E’ quasi una necessità
‘vitale’ e salvifica. Così noi parliamo di storia come maestra di vita, così
noi ‘giustifichiamo’ gli eventi. li ‘giustifichiamo’ e, sull’ambiguità
paradigmatica di quel ‘giustificare’, li connettiamo comunque con
inesorabilità. Se è la necessità a muovere, <u>è la stessa necessità a
giustificare: quasi come se chi è obbligato a compiere un’azione, non ne avesse
responsabilità.</u> colpa o merito, chiudendo al giudizio morale: ciò che è
avvenuto è tale perché giustificato e/o imposto dagli eventi, anche se la
narrazione storica non riesce, certo, a essere esposta come se ogni evento
fosse un teorema. Ma accanto a questa constatazione è altrettanto indubbia la
tensione verso la massima ‘comprensibilità’ intesa come necessità.</span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Se, invece, entriamo in una logica di
contemporaneità la guida è la logica giudiziaria. </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Nella logica del processo giudiziario la catena
degli eventi e delle loro connessioni viene spezzata, perché oggetto di
giudizio sono le singole azioni, che, disarticolate dalla catena di
connessioni, perdono il loro carattere di necessità. Un’azione delittuosa viene
giudicata in quanto tale al sì o al no mentre le possibili connessioni causali,
giustificatorie, ambientali, assumono uno statuto logico di provocazione,
reazione, influenza, ecc. con precisi sensi giuridici che le porta a
intervenire nel calcolo del giudizio finale, come attenuanti o aggravanti,
ciascuna giuridicamente prevista e definita in gradazione e peso, affinché
possa entrare nel calcolo della quantità di pena attribuita per il delitto,
considerato come fatto a sé. </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Naturalmente non tutte le attenuanti sono del
tipo ambientale, storico e causale. La mancanza di precedenti non ha in genere
nessun nesso causale con l’evento delittuoso oggetto del giudizio ma è in
genere “attenuante” così come l’essere commesso in associazione con altri
soggetti è in genere un ‘aggravante’ ma tutto ciò non fa che confermare la
differenza delle due logiche, anche se questo non vuol dire che nel processo
non si cerchi quello stesso tipo di comprensibilità, perchè l’insieme degli
eventi, e la loro connessione, deve essere in ogni caso capita, deve essere
comprensibile e avere un senso; questo è possibile solo inserendo il fatto
specifico in una serie di connessioni che attribuiscono senso. </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Ciò che cambia profondamente è però la logica.
In quella processuale il presupposto è l’esistenza della ‘libertà’ delle azioni
e la 'responsabilità’ che le accompagna. La logica processuale è <u>il regno
della libertà</u> e della responsabilità, se non lo fosse non potrebbe essere
emesso alcun giudizio di condanna o di assoluzione. </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Se la razionalità storica tende a instaurare <u>il
regno della necessità</u> la razionalità del processo giuridico è <u>il regno
della libertà</u>. Il passaggio dal “sì” al “ma”, segna il passaggio dalla
logica della libertà a quella necessità. </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Se trasportiamo la prima concettualità nel mondo
giudiziario, avremo come conseguenza che nessun delitto può essere sanzionato,
perché l’autore del delitto risulterà sempre non libero nella sua scelta ma
costretto dagli eventi. Il mondo giudiziario non sparirebbe ma sarebbe
circoscritto al compito di accertare il delitto, di accertare l’autore (non
‘responsabile’ ma ‘autore’). Al contrario se riconosciamo una libertà
illimitata dovrebbero sparire nella valutazione del ogni tipo di attenuante. In
ogni caso assume un significato discriminatorio l’opposizione
determinismo/libertà. </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Senza spingersi oltre si può concludere che un
giudizio “Si …Ma” è l’espressione di un giudizio eminentemente politico, che
deve essere compreso nella sua origine, nella sua possibilità e nel suo senso
tenendo in debito conto cosa comporti il cambio di paradigma o la confusione
dei paradigmi adottati. E’ compito del pensiero politico, svolgere quell’opera
di chiarimento e distinzione senza i quali ogni giudizio politico diventa, a
sua volta, paradigma d’incomprensione e di sistematica ambiguità.</span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">La formula del “Si ma o no ma”. che domina i
nostri ragionamenti, i nostri giudizi, i nostri discorsi ci dimostra che ci
appoggiamo ben saldi su una confusa, indecidibile ambiguità. Noi, come Riotta,
noi, come coloro che hanno assegnato il Nobel. Non pensiamo che Handke approvi
il massacro di Srebrenica ma che abbia sempre pensato e sostenuto le sue
convinzioni secondo l’ambiguità del si ma e del no ma. Di fronte al palestinese
che si fa esplodere su un tram israeliano, all’abbattimento delle torri
gemelle, al massacro di Srebrenica, al bombardamento di Clinton e della Nato
delle città serbe, dei ponti serbi, dei treni serbi<i>, </i>sappiamo che
vengono emessi tanti verdetti di Sì senza Ma, di No, senza Ma e di altrettanti
Si Ma e No ma, come quello di Handke. </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Se Riotta avesse parlato con qualche serbo,
anche giovane, saprebbe che per troppe generazioni di fronte alla repressione,
al sangue slavo versato dagli ottomani, durissimi nel reprimere i “partigiani”,
se avesse meditato dell’enorme valore mitico di sacrificio ed eroismo di cui si
sono caricate le battaglie perse dai serbi contro gli ottomani in Kosovo, che
proprio in virtù di questa comprensione mitica (vedi Cassirer) considerano il
Kosovo, con le sue chiese erette in memoria, territorio serbo e cristiano, se
avesse valutato quanto dentro la memoria collettiva serba era vivo. Vivo quanto
l’ordine morale che sanciva “<i><u>Ora non possiamo cacciarli, ora non possiamo
ribellarci ma la nostra memoria rimane nella nostra anima di Serbi”</u></i> e
invitava i padri serbi a non dimenticare e a trasmettere questa promessa a
figli e nipoti, e figli e nipoti per secoli “Non dovete dimenticare, dovere
mantenere viva la fiamma, verrà il giorno sacro della giustizia”, capirebbe
quanto valore ha avuto a Srebrenica, prima e dopo Srebrenica il “MA” serbo. Del
Resto Riotta, giornalista colto e non ignorante come tanti suoi colleghi, ha
senz’altro letto “Il ponte sulla Drina” a cui il nuovo Nobel rinvia e
l’agghiacciante, lunga, calma, descrizione dell’impalazione ottomana.</span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Stiamo correndo in tutto il mondo in una
successione di vendette senza fine e non è certo ciò che noi “incivili”
vogliamo<i>. </i>Ma c’è un’alternativa? Fascista di qui, fascista di là,
barbaro, incivile, sovranista, costruttore di muri. E ancora e ancora:
un’infaticabile corsa all’insulto ingigantitasi con la discesa in campo di
Berlusconi. Avete perfino bruciato in strada il suo ritratto. Mai un segno di
ravvedimento: i nostri scritti, i nostri saggi, i nostri romanzi che parlano di
Foibe, di repubbliche di Platone, puntualmente respinti, giacciono nei
cassetti. Neppure più li scriviamo: non servirebbe a nulla. Volete imporci una
memoria comune che poi non è altro che la Vostra falsa memoria. Noi abbiamo la
nostra e non vogliamo nessuna memoria comune. Almeno quella. Tenete almeno a
bada i vostri cani che vorrebbero imporre la vostra a suon di censure<i>.</i></span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div align="left" class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Nel suo BUONGIORNO dal titolo <i>L’intransigenza
del bene</i>, Mattia Feltri ricorda come in una lezione agli studenti
dell’università del Michigan nel 1987 Brodskij (un’altro Nobel) che <b>il male
è umano</b>, ammorbidendo l’affermazione con l’invito di non fare mai le
vittime, e di controllare il proprio dito indice assetato di biasimo. “Nel
momento in cui si localizza la colpa, si mina la determinazione a cambiare
qualcosa” Il giudice, e specialmente se volontario e collettivo: quello gli
faceva paura.</span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Quando Brodskij nella sua conferenza
realisticamente, prima di ammorbidirla, afferma che il male è umano, non fa
altro che aprire gli occhi anche all’interno di quella che si vorrebbe far
passare per la civilissima Europa, la civilissima Nato, il civilissimo Onu.</span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Vengono prodotti film, telefilm in cui la
vendetta, la rivalsa, (additate come giustizia) assumono la personalità di
individui offesi, a cui lo stato, la comunità, la forza della civiltà non
presta attenzione o da risposte del tutto insufficienti a placare quello che
per la società civile è barbarie e per loro giustizia. Questi commissari,
questi amici, questi parenti vendicatori anche nelle brevi frasi di presentazione
vengono presentati come giustizieri che agiscono con “Metodi anche non
convenzionali” per perseguire la giustizia. Gli spettatori escono dal film, dal
tele film con un animo placato come avessero assistito a vicende che sul
difficile crinale del male e del bene dell’ingiustizia che attende giustizia,
avessero infine assistito a un <u>“lieto fine</u>”, alla fine di una tensione
vissuta e placata finalmente dall’esecuzione della vendetta. In
contrapposizione le tivù di stato mettono in scena film e telefilm dove, al
contrario, avviene il lieto fine, senza il ricorso a metodi non convenzionali e
seguendo i dettami della civiltà, quella che caratterizza la civilissima
Europa, l’ONU, ecc. Anche in questi spettacoli la giustizia di stato arriva
sempre, il lieto fine, sempre. Il colpevole viene sempre trovato, o la sua
anima, soccorsa dalle provvidenziali parole, del don Matteo di turno, si pente
e confessa, accettando la giusta pena, di cui non si parla mai. Se non esiste
un don Matteo che passa il suo tempo nella caserma dei carabinieri, esiste
tutta una pletora di marescialli, di indagatori, di indagatrici, di commissari
che vivono tutti in paesotti, in contee, in cittadine con un numero di abitanti
variabile da qualche migliaio a poche decine di migliaia ma letteralmente
infestati dai delitti, uno due alla settimana o al mese, tutti brillantemente
risolti, tutti ricondotti a buon fine ad edificazione delle vecchia e della
nuove generazioni, affinché tutte le anime buone capiscano e si convincano che
il paese dei balocchi non esiste solo nel libro di Pinocchio ma è saldante
insediato nella nostra civilissima civiltà, purché questi zucconi e barbari
qualunquisti della barbarie si convertano finalmente, come il Manzoniano
Innominato non a Dio ma alla luce della società civile. </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">E ora guardiamo il famigerato massacro di
Srebrenica, la mattanza di Srebrenica. Una mattanza senza pietà che non è
avvenuta da un minuto all’altro ma la cui generazione si è evoluta con lentezza
davanti agli occhi volutamente distratti della civilissima Europa, rigenerata
da un passato imperialista, e anche del civilissimo, dal civilissimo Onu che
aveva addirittura le sue truppe, ben armate a poca distanza, quasi a tiro di
fucile, dalla Srebrenica maomettana, assediata dai serbi cristiani animati da
secoli di desideri di rivalsa e vendetta, in attesa del giorno in cui il sole
sarebbe sorto il sole nero. </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">L’ONU, la Nato, l’UE, vedevano che l’assedio
stava concludendosi, che la città sarebbe caduta e sarebbe arrivata la strage
della vendetta, ma a quelle truppe Onu non arrivò affatto l’ordine di
interposizione, di salvaguardia. Perfettamente a conoscenza di ciò che sarebbe
accaduto ipocritamente guardavano da un’altra parte e il comandante, privo di
comandi fu lasciato solo a decidere in una situazione che sotto traccia
lasciava intendere: lasciamo che, finalmente, vendetta tanto attesa avvenga.
Così probabilmente il comandante interpretò quell’incomprensibile distratta
afasia, quell’attendista disinteresse, come un ordine sottinteso che veniva
dall’alto, e non si mosse. Lui fu poi processato, ma dovevano essere processati
tutti quelli che in quella lunga attesa si voltarono dall’altra parte e
attesero. </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Del resto gli ipocriti avevano dalla loro parte
uno sterminato numero di comportamenti addirittura più pesanti, anche questi
concessi come vendette. Le stragi dei soldati russi, il via libera alle
vendette dei partigiani, italiani e francesi per qualche giorno. Ma oltre al
via libera ai soldati russi e ai partigiani di ogni paese, c’erano stati altri
orrori impuniti, del tutto impuniti a cominciare dal bombardamento
indiscriminato delle città tedesche e italiane, un vero e proprio massacro non
di stabilimenti e obiettivi bellici, ma di abitati civili, di secoli di
civiltà, di monumenti, di chiese, di civili, attuato in piena consapevolezza e
portato avanti con lucida criminalità col solo obiettivo di fiaccare gli animi
dei civili e di provocare una loro insurrezione che non aveva la minima
possibilità di avvenire. Così fu bombardata Dresda, la Firenze del nord, con
l’intento della distruzione totale. Un bombardamento proseguito per giorni e
giorni su ogni suo angolo, con l’intento dichiarato di farne un mucchio di
macerie, di incendiare e polverizzare ogni cosa, rendendola irrespirabile e
mortale l’aria per la cenere, i veleni, il fuoco l’atmosfera rovente, coi muri,
le pietre, le strade che prendevano fuoco. Un bombardamento che ebbe un
testimone americano d’eccezione, che lo raccontò in un suo romanzo
testimonianza. </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Leggano il romanzo-memoria di Kurt Vonnegut,
grande, umanissimo scrittore americano prigioniero in una cella a Dresda, quel <i>Mattatoio
n 5</i> altrettanto efficace della <i>Guernica</i> di Picasso, che ben
cosciente di non poter rendere sulla tela l’orrore di quelle bombe e degli
abitanti, con un quadro realistico o cubista, ricorse alle invenzioni del
fumetto americano con un capolavoro capace di raccontare e trasfigurare. Non ci
fu un’ altra <i>Guernica</i> per Dresda ma il libro di Kurt Vonnegut relegato
dalla società civile degli intellettuali, quasi a bizzarro romanzo di
fantascienza. </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Dopo ai serbi toccarono altre morti, altre
distruzioni quando i capi del mondo civile, Non l’Onu che non diede il permesso
e al quale neppure fu chiesto, ma la Nato scatenò le forze aeree, le bombe
dall’alto sulle truppe serbe, sui civili serbi, sulla Serbia, perfino sulla
capitale serba e sui treni serbi, per favorire l’indipendenza del Kosovo, di
quella terra sacra per i serbi per cui i loro progenitori si erano sacrificati
per fermare le orde massacratrici turche. </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">E i serbi hanno dovuto assistere all’elevazione
del Kosovo, del loro Kosovo coi loro santuari, a stato indipendente sotto
la protezione dell’UE che li finanziava e che di fatto li manteneva. Strana
concezione della civiltà del diritto di autodeterminazione, neppure
considerato, in Crimea, in catalogna, in Corsica, sulle montagne spagnole
abitate dai baschi, popolo culturalmente indipendente da sempre addirittura con
una antichissima lingua propria. </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Di fronte alle difficoltà di un si ma che non
poteva essere ridotto a un sì senza ma, la società civile sta insistendo da
anni sulla creazione di una <u>memoria comune pacificatrice</u>, di una memoria
condivisa ma in modo così goffo e partigiano da renderla impossibile. Basti
pensare alle Foibe, ancor oggi dopo settantacinque anni, forse
settantasette. </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Scrive Pier luigi Battista il 17-2 sul corriere
nella sua scheda Particelle elementari:</span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Davvero non si capisce, a 75 anni di stanza,
un’eternità, questo ottuso residuo negazionista di una parte della cultura di
sinistra sulle Foibe. Questa incredibile e testarda mitizzazione sulle migliaia
e migliaia di italiani infoibati, sull’orrore delle famiglie sterminate,, sul
fil di ferro che legava i polsi delle vittime sulla sommità di quelle voragini
per risparmiare sui proiettili si sparava a uno e se ne ammazzavano dieci.
Questa spessa coltre di imbarazzo che ancor oggi, ma perché?Impedisce di vedere
la verità storica, non sa comprendere il senso del linciaggio e dell’isolamento
con cui quasi trecentomila istriani e dalmati – poche cose raccolte nella fuga,
il terrore stampati sugli occhi dei bambini, nessuna notizia sui parenti
spariti nelle foibe - vennero oltraggiati dall’Italia, messi al bando, accolti
dall’ostilità alla stazione di Bologna, perché non avevano voluto trasformarsi
in sudditi del comunismo di Tito, il capo dei massacratori…</span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Non sto a riportare tutto l’articolo, visibile
sul Corriere </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan; text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Di fronte a parole come queste che si può dire?
Di fronte alla prole di Brodskij che si può dire. Memoria condivisa? Che vuol
dire? Che non si ha diritto alla giustizia? No, risponderebbe la società
buonista e civile, ben sapendo che, però, che gli ottomani nei Balcani ci sono
e non possono essere cacciati. </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Rinuncia all’inimicizia, al biasimo in nome di
cosa? Ancora le vittime invitate a non fare neppure le vittime a non
protestare, a dimenticare? Ad aderire in pace a una memoria comune? La società
dei colpevoli e dei loro eredi non deve fare nulla? Molti di noi si stanno ribellando
a una democrazia trasformata in un’elitaria repubblica di Platone e non c’è
nessuna marcia indietro. Nessun dovere per chi ci chiama ignoranti e barbari?
Neppure il tentativo di capire le nostre argomentazioni? No, censura, censura,
censura. I nostri scritti, che siano saggi o romanzi non arrivano mai in
libreria. </span><span style="mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm; mso-hyphenate: auto; mso-pagination: widow-orphan;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="font-size: large;">La condanna dei serbi e di Milosevic nell’Europa
della civiltà, Nell’impero del “Bene” è unanime ed è arrivata fino al tribunale
internazionale. Chi come Handke li difendeva opponendo alla logica del sì senza
se e senza ma opponeva la logica del Si ma veniva ostracizzato, additato al
pubblico sdegno, bollato come criminale</span>. </span><o:p></o:p></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-36636822462413435472020-03-27T11:15:00.000+01:002020-03-27T11:15:07.319+01:00Quel posteggiatore abusivo di Conte, quel monatto di Conte<br />
<br />
q<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-36N3yCM8RPQ/XnyC6uozu4I/AAAAAAAADDY/uVh2XHxfI4sMtXenH_LVIOICH_rgwtISACLcBGAsYHQ/s1600/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="245" data-original-width="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-36N3yCM8RPQ/XnyC6uozu4I/AAAAAAAADDY/uVh2XHxfI4sMtXenH_LVIOICH_rgwtISACLcBGAsYHQ/s1600/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Quel monatto di Conte e i suoi accoliti PD e Cinque stelle stanno attuando un colpo di stato. Non convoca il parlamento perchè, povero monatto, è mica colpa sua se c'è l'epidemia e bisogna rispettare le distanza! Non istituisce una cabina di regia con l'opposizione perché in Italia basta lui, il nuovo Napoleone. Fa quel che vuole approfittando del facile ricatto dell'unità nazionale. Ma l'unità nazionale è solo il Napoleone, il posteggiatore abusivo, il monatto Conte. La magistratura è con lui e seppellirà l'odiato Salvini cucinandolo come ha già cucinato Berlusconi, quando con l'avviso che "Non poteva non sapere", annunciò alle elite di stare tranquilli perché la magistratura novella sciagurata MONACA di Monza rispose, sta rispondendo e risponderà. Il presidente della repubblica dorme o fa finta di dormire.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">A questo punto anche la Destra si deve svegliare. Guida il Piemonte, la Lombardia, il Veneto, la Liguria e deve far sentire che non è disposta a soggiacere ancora al posteggiatore abusivo monatto Conte anche minacciando l'autonomia e la disobbedienza. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">A questo punto<b> lo chiediamo a Draghi di battere un colp</b>o che permetta di cacciare l'abusivo monatto Conte. Draghi sicuramente un democratico e competente, che non ha bisogno del disastro italiano per nobilitarsi, che non ha ambizioni golpiste e napoleoniche, sarebbe accettato da tutti anche se non dai Cinque stelle e darebbe subito, con la sua presenza, forza al governo anche verso l'esterno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">E l'Altro Matteo che fa? Guarda attonito? </span></div>
acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-1702993066259756742020-03-26T08:27:00.000+01:002020-03-26T08:27:52.764+01:00Sua Signoria radical chic Gramellini Buongiorno <br />
<h1 dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-left: 14.2pt; margin-top: 0pt; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-qu_i5RLcyh4/Xnusbs63OrI/AAAAAAAADC4/ibwHmsh0SuQTAUHeEGeVOeXDs4EmUZi1wCLcBGAsYHQ/s1600/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="245" data-original-width="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-qu_i5RLcyh4/Xnusbs63OrI/AAAAAAAADC4/ibwHmsh0SuQTAUHeEGeVOeXDs4EmUZi1wCLcBGAsYHQ/s1600/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" /></a><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "arial"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 700; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Sua signoria radical chic Gramellini Buongiorno </span></span></h1>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">La discesa in campo di Berlusconi e dei cittadini che lo votavano è stata una cartina al tornasole per mettere in evidenza quanto era ipocrita e falsa la cultura radical chic ed elitaria della società civile, dell’autonominatasi “società civile” in contrapposizione alla società incivile, alla maggioranza silenziosa nixoniana, che improvvisamente usciva dall’anonimato, capitanata dal mostro delle tivù indecenti e dell’incultura.</span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: large;"><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Leggete ciò che scrive l’orgogliosamente azionista Gramellini, il civile Gramellini, il democratico Gramellini in un suo </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Buongiorno</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> sulla stampa.</span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">“Mai come in queste drammatiche ore ci sentiamo di dar ragione all’economista luigi Zingales quando dice che l’Italia è una peggiocrazia, il governo dei peggiori- la prevalenza del cretino, o comunque del mediocre, raggiunge la sua apoteosi in quella caricatura di democrazia che è diventata la nostra democrazia. oggi qualsiasi persona di buonsenso, di destra o di sinistra, riconosce che questa politica svilita dai clown dalle caste dovrebbe affidarsi ai seri e ai competenti. figure alla Mario Monti per intenderci e ce ne sono tante. ma qualsiasi persona di buon senso sa che se i Mario Monti si presentassero alle elezioni, le perderebbero. perché non sono istrionici né seducenti. verrebbero surclassati da chi conosce l’arte della promessa facile e dello slogan accattivante, in quanto una parte non piccola degli elettori è così immatura da privilegiare i peggiori: per ignoranza, corruzione, menefreghismo.</span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">dirò una cosa aristocratica solo in apparenza. Neppure le sacrosante primarie bastano a garantire la selezione dei migliori. Per realizzare una democrazia compiuta occorre avere il coraggio di rimettere in discussione il diritto di voto. Non posso guidare un aeroplano appellandomi al principio di uguaglianza: devo prima superare un esame di volo. Perché quindi il voto, attività non meno affascinante e pericolosa, dovrebbe essere sottratta a un esame preventivo di educazione civica e di conoscenza minima della costituzione? E adesso lapidatemi pure. </span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Potessimo! Solo potessimo! E’ contento il democratico Gramellini?</span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Non abbia timori il “democratico” Granellini, l’ipocrita Gramellini, il moralista Gramellini, la maggioranza silenziosa non fa barricate, non lapida e non fa girotondi e piazzate. Grazie comunque </span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: large;"><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">C</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">osa dire, invece, di un simile articolo espresso da un signore, un giornalista, un vicedirettore di un giornale (il terzo per tiratura) in Italia, da un cittadino che si dice influenzato dal Partito d’azione? Se la democrazia italiana sta male, il signor Gramellini, come cittadino democratico sta molto peggio</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">.</span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: large;"><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Ciò detto, tutto mi pare non funzionare in quel breve articolo. Non funzionano innanzitutto l’uso di termini comuni quali “peggiocrazia”e “buon senso”. Grazie comunque per termini quali </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">prevalenza del cretino, o comunque del mediocre, </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">perché supponiamo giunga da una persona tutto sommato superba e ignorante</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">.</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> I suoi insulti sono generici verso persone di cui Gramellini non conosce complessità e cultura, mentre i nostri sono ragionati e sulla base dei tanti “Buongiorno” letti.</span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Ma laggiù, sotto, nella pancia con cui Gramellini sembra pensare (pancia elitaria e azionista, vera pancia doc, tutt’altra cosa che la pancia volgare dei cittadini comuni) il sentimento che anima questo scritto è evidente. Di fronte ai voti dei Berlusconiani, degli ignoranti berlusconiani, degli indecenti e ignoranti cittadini che lo votano, è semplice: La democrazia va bene se ci votano, se non ci votano, creiamo barriere, impediamo a loro di votare: non più una testa, un voto ma una testachevotanoi,2 un voto. Siamo ormai dentro alla Repubblica di Platone e Gramellini è non il suo profeta ma uno dei suoi profeti.</span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">All’interno della società civile la sua non era una posizione isolata ma era diffusissima: una reazione, un’esaltazione alla trincea violenta, virale. </span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: large;"><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">In una delle tante lettere inviate ai giornali in quel periodo, in questo caso al direttore Mario Calabresi de </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">La stampa</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> si legge. </span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Mi colloco, nel mio piccolo, a «sinistra» da sempre (le virgolette si spiegano con le variegazioni e oscillazioni attuali). Dopo l'esito delle ultime elezioni regionali, vorrei fare una «proposta» selettiva se non francamente reazionaria, Il voto è costituzionalmente (ecco perché le se-conde virgolette) un diritto-dovere: ma dovrebbe essere anche un merito per gli elettori.</span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Troppe volte ho sentito dire da amici, a proposito di molte persone (anche a prescindere dal loro orientamento), che queste ultime, avendo dimostrato, variamente, la loro insipienza, ignoranza, egoismo e/o malafede, tuttavia «manifestano opinioni, vanno a votare».</span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Mi chiedo se non sia il caso di sottoporle, prima di tornate elettorali, a un esame elementare per vedere se appunto meritino di votare. Basterebbe anche solo chiedergli: 1) chi è il presidente della Repubblica; 2) chi quello della Camera, del Senato e del Consiglio; 3) quali sono i programmi degli schieramenti presenti e un minimo della storia e delle ideologie delle loro varie componenti (cioè come si è giunti al periodo attuale; e/o domande altrettanto semplici - perché gli elettori non si passino le risposte, almeno di 1) e 2), usciti dal seggio). Sarebbe ammesso al voto chi supera questo minimo esame.</span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Il suffragio universale dovrebbe essere, anche se quasi-simbolicamente, guadagnato sul campo: non più, in qualche modo octroyé; come regalato a chi può influire sulla formazione di governi pure essendo, come si diceva una volta, «fuori della storia» (e non solo).</span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Firmato Gianni Bernardini, università di Siena.</span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Complimenti signor Bernardini, lei sarebbe piaciuto ai saggi della repubblica di Platone, dove avrebbe banchettato in allegra e, soprattutto, colta compagnia. Ma lei è sicuro di essere una persona colta? E chi le ha dato la patente di cultura? L’università di Siena? Quale delle sue facoltà? </span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: large;"><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Vorrei ancora ricordare la posizione di un brillante azionista e opinionista dell’</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Espresso</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">, parlo di Giorgio Bocca. </span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Non era proprio Giorgio Bocca un illustre esponente del partito d’azione e della società civile? E non era proprio Giorgio Bocca quell’illustre partigiano azionista che, dopo la prima votazione non solo non si recò mai più a votare e illustrò quella sua decisione come una adeguata reazione a quegli italiani (Maledetti? Infami? Ignoranti? Irresponsabili? Disinformati? Papponi?), che dopo il fascismo, dopo la guerra, dopo i partigiani, dopo la liberazione votavano (incredibile!) non il suo Partito d’azione ma partiti popolari, di massa, come il democristiano o il comunista? </span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Incredibile per l’intellettuale-partigiano Bocca che, da allora fino alla morte, decise di non giocare più. “Non vinco? Non gioco più?” Bella democrazia! Bel democratico. In realtà a Bocca dava fastidio non tanto il voto Democristiano o il voto Comunista, ma il voto popolare, non informato, non consapevole (naturalmente il suo, come quelli della sua banda, i giudici di questa consapevolezza chi erano se non loro stessi, i saggi, i colti, i morali cittadini della repubblica di Platone?). </span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: large;"><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">L’abolizione dell’</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Isola dei famosi </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">e del </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Bagaglino</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> Rai furono fra i tanti assurdi provvedimenti (</span><a href="https://criticaimpura.wordpress.com/2014/09/27/democrazia-degli-incivili-degli-indecenti-bagaglini-delle-indecenti-isole-dei-famosi-una-difesa-filosofica-del-diritto-al-trash/" style="text-decoration: none;"><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: underline; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">https://criticaimpura.wordpress.com/2014/09/27/democrazia-degli-incivili-degli-indecenti-bagaglini-delle-indecenti-isole-dei-famosi-una-difesa-filosofica-del-diritto-al-trash/</span></a><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">) dal palinsesto adottati dall’elite dei filosofi della repubblica venuti da Milano, dal pollaio delle corti universitarie e dal pollaio ancor più dorato della Banca d’Italia, incomprensibili se non alla luce di un elite etica che decideva i confini del gusto e degli ascolti che dovevano essere concessi al popolo bue. Ma i veri fiori furono la truce, infame congiura contro il Presidente Leone, contro il partito autenticamente popolare interclassista della D.C. attuata dal partito dell’Espresso tramite la famigerata Cederna per eleggere un socialista, Pertini a presidente della Repubblica e l’ancora peggiore, vero e proprio oltraggio di superbia dell’elite dei filosofi elezione a presidente della repubblica di un cittadino che mai abbandonò il partito comunista, un partito in se stesso, popolare, non aristocratico, dove però i singoli, come Napolitano, avevano approvato o assistito approvando tra l’altro la repressione ungherese e l’elevazione dei Muro. Del famigerato Muro dove vedevano ammazzare coloro che volevano scappare da quel regime. Dopo di loro nessun stupore di fronte all’invasione degli aristocratici come Ciampi e Dini nel campo politico e l’avversione verso la cultura popolare delle tivù di Berlusconi, gli ulteriori passi di sudditanza verso l’elite della UE.</span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">La repubblica di Platone è la repubblica dei filosofi, dei colti. E come si può rifiuta tare di essere guidati dai colti, dagli intellettuali, dalla società civile e non dai Cafonal?</span></span></div>
<b id="docs-internal-guid-e1618f18-7fff-e9b0-84e4-d7b0c5c4e761" style="font-weight: normal;"><span style="font-size: large;"><br /></span></b>
<br />
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Cafonal è uno dei tanti aggettivi inventati dalla cultura antiberlusconiana per caratterizzare la volgarità berlusconiana. Non si può certo parlare di “cultura Berlusconiana” perché la cultura berlusconiana non esiste come cultura per i suoi coltissimi nemici.” Compaiono i termini non-cultura, anticultura, sottocultura e veniamo ributtati all’indietro di decenni quando alle elementari maestri e maestre per sgridarti quando, secondo loro, non avevi studiato? Ti redarguivano con frasi del tipo “Mica vuoi crescere come un negro dell’Africa.”, “di questo passo, farai al massimo lo Zulu”. </span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Fummo poi indottrinati da una nuova idea che esecrava quella appresa dalle maestre, secondo cui l’idea di una cultura (la nostra, quella della civiltà occidentale) contrapposta a una incultura (quella delle tribù, della barbarie, della negritudine, ecc.) era profondamente ingiusta, errata, connotata di razzismo e di imperialismo. Si affermava così la dignità di tutte le culture. </span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Ebbene - potenza di Berlusconi! – oggi tutto è cultura: i vini, bere vino, il cibo, la cucina, la coltivazione dell’orto, le canzonette, i romanzi, gialli, rosa, ecc. Tutto, dicevamo, è cultura tranne quella del berlusconismo. Siamo tornati ai tristi tempi degli Zulu, sostituendo a Zulu i baluba “berlusconidi”.</span></span></div>
<b style="font-weight: normal;"><span style="font-size: large;"><br /></span></b>
<br />
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">In Italia e in misura minore ma non meno efficace nel mondo è arte e cultura ciò che permette e definisce l’infame cupola culturale della sinistra, la sua ottusa egemonia con invenzioni conservatrici come la “Società Civile” </span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">La Società Civile, autonominatesi come tale, in contrapposizione a una società incivile, a cui noi “incivili” siamo orgogliosi di appartenere, costituisce un blocco solido ramificato e viscido a sufficienza per dare risposte fittizie ma efficaci alle domande sopra formulate. Perfettamente consapevole che civiltà e cultura sono a fondamento del potere diffuso, s’ammanta per di più di una parvenza di cuore morale, quasi a rappresentare quella morale universale, basata su imperativi categorici del tipo predicato da Kant. </span></span></div>
<div dir="ltr" style="background-color: white; line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Ma che è questa società civile, autoelettasi civile? Se la sono mai posta seriamente questa domanda coloro che se ne sentono parte, che la citano e la inalberano come un vessillo contro l’innominabile società incivile? Si sono mai chiesti se non sia altro che una società elitaria e moralmente egemone, quella stessa che sotto varie forme in ogni età e situazione sociale cerca di emergere e di egemonizzare moralmente e culturalmente la società? Se non sia, ad esempio, la degna versione modernizzata di quella società che spadroneggiava nell’Inghilterra vittoriana, post vittoriane e che è riuscita a distendere le sue lunghe propaggini protettive fin al secondo dopoguerra? Che non sia, sotto nomi diversi, quella stessa che fu di volta in volta paladina dell’alta funzione civilizzatrice della civiltà occidentale e della sua alta funzione moralizzatrice! Quella stessa che celebrò l’imperialismo, quella stesso che portò, anche con la violenza, la parola di Dio ai pagani e ai selvaggi, quella stessa che si sottomise ad adorare il DIO-NAZIONALISMO. </span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: large;"><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Sulla cultura l’avvento di Berlusconi fu rivelatore. Le accuse di ignoranza, di fascismo, di barbarie al potere furono ossessive. Nulla da dire sulle accuse di conflitto di interessi. Molti di noi le condividevamo allora e le condividiamo oggi. Ma l’esplosione di rabbia, di odio, fu tutta contro la cultura degli elettori che lo avevano votato. Il popolo sostenitore di Berlusconi veniva tacciata di bieca incultura. L’esaltata e fanatica opposizione alla cultura berlusconiana portò ad esempio la rivista </span><span style="background-color: white; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Kainos n° 11° a una raccolta di scritti dal titolo Ignoranza</span><span style="background-color: white; color: #454442; font-family: "times new roman"; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> e cultura in Italia all’insegna del detto dell’eccelso, sapiente, sotutto e professorone </span><span style="background-color: white; color: #454442; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Stefano Bartezzaghi che recita “</span><span style="background-color: white; color: #454442; font-family: "times new roman"; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Il berlusconismo è elaborato in modo da essere pienamente compreso e accettato soprattutto da chi più è privo di strumenti culturali.” </span><span style="background-color: white; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Il che significa tra l’altro che chi votava contro Berlusconi prima e per Berlusconi poi, aveva perso dalla sua tasca i fatidici strumenti culturali. </span></span></div>
<b style="font-weight: normal;"><span style="font-size: large;"><br /></span></b>
<br />
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Per le elite e le aggregazioni elite sinistra radical chic esiste una solo cultura, la loro. La cultura è quella che loro considerano cultura, fosse anche la conoscenza della loro cacca. I confini li fissano loro, “Questo sì, questo no”. Sono cultura i teatri, le mostre, le conferenze, i convegni, i bachi da seta, l’inseminazione artificiale dei coleotteri, la preparazione dei bignè della Pomerania. Tutto è cultura, tutta quella approvata da questi cavalieri della cultura, tutto ciò che passa nelle loro cervici, nei loro intestini, nei loro stomaci, nelle loro pance, tutto tranne ciò che ieri riguardava Berlusconi, il popolo di Berlusconi, e oggi i nuovi infami populismi, i nuovi mostri, i nuovi, barbari, i nuovi Attila, che invece la cultura, la democrazia, la civiltà la distruggono. La fine del mondo civile, l’apocalisse!</span></span></div>
<b style="font-weight: normal;"><span style="font-size: large;"><br /></span></b>
<br />
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: large;"><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Ciò che ci permette di irridere alla cultura, alle credenze, alla morale della società civile è da un lato l’ingenua, dall’altro perversa, convinzione dei loro superbi adepti di credere nell’Universalità e nell’Eternità dei loro giudizi morali. La comoda convinzione di incarnarli di fronte alla barbarie e al delinquenza, con cui sono obbligati a convivere mentre i loro dogmi morali, che esternano con protervia, non sono null’altro che pregiudizi provvisori. Quegli stessi che condannarono a umiliante galera Oscar Wilde, quegli stessi che condannarono l’alta </span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">immoralità</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> gay del matematico Turing! Quegli stessi che furono alla base del suo processo e della sua condanna alla castrazione chimica, inducendolo al suicidio!</span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Ma non importa! La Società civile procede implacabile alimentata la sua boria, dal suo potere, dal suo falso manto morale.</span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Il punto importante è comunque uno solo: abbattere questa perdurante egemonia della sinistra, abbattere questa elite, abbattere questi editori che per anni l’hanno favorita, queste elite che si sono insediate. Abbattere la mafia culturale. </span></span></div>
<b style="font-weight: normal;"><span style="font-size: large;"><br /></span></b>
<br />
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Un ultimo fiore radical chic (uno dei tanti) di Gramellini</span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: large;"><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">“Anni fa fu per me di grande insegnamento” scrive il sublime Gramellini “la visione di un film di Woody Allen in un cinema romano. “</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">La dea dell’amore</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">”. Un susseguirsi esilarante di battute fini per le quali in sala mi sembrava di ridere, o sorridere a voce alta, solo io. Ma appena Woody chiese alla prostituta Mira Sorvino se per caso fosse nata a Vaccopoli, dei tizi dietro di me esplosero in uno sghignazzo irrefrenabile. Mi voltai a guardarli: erano i portavoce di due partiti dell’epoca, oggi (ancora per poco) in uno solo. </span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Neppure se ne rendeva conto il nostro sommo, sublime Gramellini, la nostra Aquila Torinese ma aveva varato un definitivo test per separare la società civile, da quella incivile, gli incivili, dai colti, i barbari, dai civilizzati, gli ignoranti, dai colti, i sensibili, dagli insensibili, i belli, dai brutti, la sinistra, dalla destra, i fini, dai rozzi, gli intelligenti, dai cretini, i seri da Joker, la rozza, sfacciata, ignorante, congrega berlusconiana, dal club dei sublimi colti, belli, intelligenti, civilmente chic progressisti. I sondaggisti esultano, i giornalisti sono al settimo cielo, il comitato dei nobel, riunito in permanenza, si chiede “Glielo diamo per la letteratura il nobel o per la chimica o per la pace”;</span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: large;"><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Il criterio è infallibile: Prendi due tizi qualsiasi li porti al susseguirsi esilarante di battute (finissime) del film e, se alla parola “Vaccopoli”, esplodono in uno sghignazzo irrefrenabile, </span><span style="background-color: transparent; color: red; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">sei sicuro sono di destra</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">. Se ne porti quattro e se tutti alla parola Vaccopoli esplodono in uno sghignazzo (irrefrenabile) sei sicuro </span><span style="background-color: transparent; color: red; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">che sono di destra</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">. </span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Il test funziona anche per gruppi dispari e perfino per un individuo solo; anche per te che stai leggendo e anche per me. Pronunci Vaccopoli e se ride sai chi sei e ti spari, se non ridi, esulti e chiedi la tessera dei belli, bravi, colti, intelligenti progressisti. Se ti comporterai bene e mai scoppierai in uno sghignazzo irrefrenabile quando sul treno, sul tram, al telefono, in ufficio sarai sottoposto al test dello sghignazzo, verrai iscritto al club delle società civili. </span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Io da parte mia, purtroppo, mente scrivo Vaccopoli, scoppio in uno sghignazzo irrefrenabile e siccome di Vaccopoli ne ho già scritti sei, non la finisco più di sghignazzare in maniera irrefrenabile e nessuno riesce più a fermarmi, mia moglie e i miei figli sono disperati ma ecco che vedendo sghignazzare me, scoppiano a sghignazzare anche loro, Sghignazza metà condominio e cominciano a sghignazzare in strada. Io poveretto sono dilaniato ma intanto penso.</span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: large;"><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Penso che per sapere se un individuo è civile o incivile, berlusconiano o no, non è neppure necessario prenderlo di brutto (magari sta scopando), trascinarlo al cinema dove programmano in permanenza il film “</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: italic; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">La dea dell’amore</span><span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">” di Woody Allen, attendere con pazienza il susseguirsi di (esilarante) battute (fini, finissime) per le quali in sala ride solo il signor Gramellini e infine vedere se alla parola VACCOPOLI sghignazza irrefrenabilmente come sto sghignazzando irrefrenabilmente io. Basta pronunciare con dizione chiara la Parola VACCOPOLI ed ecco che gli ex Alleanza nazionale e gli ex Forza Italia esplodono nel solito irrefrenabile sghignazzo mentre i simil Gramellini sorridono al susseguirsi di battute finissime, anche se nessuno pronuncia alcun susseguirsi di battute finissime </span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Il signor Gramellini continua il suo brillantissimo articolo partorito dalla sua brillantissima mente cacciandosi “in un sentiero pericoloso: il sorriso come esclusiva degli snob esangui e acculturati, mentre i barbari affrontano la risata di petto, proprio come la vita” e riconoscendosi così come acculturato, il che non fa una grinza, e noi non avevamo alcun dubbio perché come tutta la nostra alta altissima società civile è:</span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: center; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Bello, intelligente, solidale colto</span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: center; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Bello, intelligente, solidale colto</span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: center; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Bello, intelligente, solidale colto</span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Per favore ripetere ogni giorno per almeno cento volte. </span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Mi chiedo, se si riconosce acculturato, se s’è accordo della colonna operistica del film? S’è accorto che compariva un brano ben raramente usato come commento musicale del film? Che pezzo Acculturato Gramellini? Qual è l’opera? Qual è il compositore? Io dico che lei non lo sa e allora la soccorro: si tratta del duetto famoso del primo atto tra Tell e Arnold. </span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Dico il vero o la piglio per i fondelli? </span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Eppure Voi colti e intelligenti pifferi di sinistra, ripetete a tutto spiano che la destra non conosce la storia. Quale storia Vaccopoli Gramellini? Quella della musica del medioevo, del cinquecento, del seicento, del settecento dell’ottocento, del novecento con l’orribile dodecafonia? Quella della scienza? Quella della matematica? Sa cos’è un infinitesimo? E un indivisibile? Il resto di Peano? Ha letto ON denoting di Russell? </span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">No lei non sa nulla di tutto ciò. Non sa nulla di nulla; sa solo che la destra incolta ride al suono di vaccopoli e, naturalmente parlare con odio e disprezzo di Berlusconi.</span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Berlusconi ha dato agli italiani una TV gratuita e lei cosa ha dato agli italiani? Vaccopoli? Un po’ poco rispetto a tre canali di tv, guardati da quel quaranta per cento di italiani che naturalmente scoppiano in sghignazzi a sentire il suono di Vaccopoli.</span></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Ha anche dato migliaia di posti di lavoro, e lei quanti posti ha dato? Altrettante migliaia nel paese di VACCOPOLI? </span></span></div>
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<div dir="ltr" style="line-height: 1.2; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-indent: 14.2pt;">
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">Dimenticavo: lei è autore di un romanzo di grande successo. Il premio Nobel lo daranno a Lei o a Veltroni? </span></span></div>
<div>
<span style="background-color: transparent; color: black; font-family: "times new roman"; font-size: 12pt; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; text-decoration: none; vertical-align: baseline; white-space: pre;"><br /></span></div>
acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-39111998959877930442020-03-13T17:10:00.001+01:002020-03-13T17:10:32.109+01:00Il coronavirus fa comodo ai congiurati.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-mWGO_GC1CEo/Xmuv8wMRF_I/AAAAAAAADCs/GG7bw36EZZ4YPtOy0fbXqHunmgIUhcnHQCLcBGAsYHQ/s1600/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="245" data-original-width="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-mWGO_GC1CEo/Xmuv8wMRF_I/AAAAAAAADCs/GG7bw36EZZ4YPtOy0fbXqHunmgIUhcnHQCLcBGAsYHQ/s1600/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;">Oggi, con il Coronavirus, le idiote discussioni sulle T.V. hanno abbandonato gli scottanti temi precedenti ma il mondo va avanti lo stesso e va avanti la pratica "Incarcerate Salvini" nel più completo silenzio. In un silenzio che fa molto comodo ai magistrati e alle elite che possono evitare le polemiche di fuoco, che sicuramente avrebbero incendiato questa attesa. </span></div>
acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5965896355847526735.post-67705757636089890852020-03-11T11:05:00.001+01:002020-03-11T11:08:01.428+01:00Strappo<br />
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-N1E0HTWi35E/Xmi3rII6YLI/AAAAAAAADCg/b5cRbHRwPjwKTNObWlfv2dXw9EOUK7B6QCLcBGAsYHQ/s1600/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="245" data-original-width="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-N1E0HTWi35E/Xmi3rII6YLI/AAAAAAAADCg/b5cRbHRwPjwKTNObWlfv2dXw9EOUK7B6QCLcBGAsYHQ/s1600/0avatar%2Bveleno%2Bpiccolo.jpg" /></a><span style="font-size: x-large;">Abbia il coraggio la maggioranza delle regioni a strappare con governo centrale degli inetti, dei parcheggiatori abusivi e emettano l'ordinanza della severità e della ch</span><span style="font-size: x-large;">i</span><span style="font-size: x-large;">usura.</span><br />
<span style="font-size: x-large;">Atto illegale? Di fronte ai tentennamenti del posteggiatore abusivo, che aspetta non si sa cosa, visto che le regioni agiscono in concordanza con il loro staff scientifico.</span><br />
<span style="font-size: x-large;">Dobbiamo spingere la nostra mente in avanti a dopo quando l'ondata dei suicidi degli autonomi di cui abbiamo ancora ben viva memoria negli anni della crisi iniziata nel 2008. Bisogna ridurre al minimo i giorni di questa epidemia e coi giorni la disperazione che sta per prendere alla gola gli italiani. </span><br />
<span style="font-size: x-large;">Regioni prendete l'iniziativa! Che può fare il parcheggiatore abusivo? Farvi arrestare? Ma non vaneggiamo!</span><br />
<span style="font-size: x-large;">Venga nominato al più presto un Responsabile per tutta l'italia in grado di agire e decidere senza pensare alla conseguenze di popolarità ed elettorali. </span><br />
<span style="font-size: x-large;">Tutti i tentennamenti del posteggiatore abusivo, di fronte alla nomina di un COMMISSARIO arrivano dal non poter essere lui a decidere e andare in T. V. </span><br />
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<br />acufeniecasinihttp://www.blogger.com/profile/16471355870333212917noreply@blogger.com0