lunedì 27 gennaio 2020

CULT. CULTURA INDECENTE La cultura di sinistra Napoli, Torino, Bologna


Basta con la sudditanza culturale vero la cultura della sinistra, del PD, dei nuovi comunisti, della società civile!
Rispondiamo che loro, gli imprenditori della cultura, fanno schifo. Dovunque governano a lungo Roma, Napoli, Torino lasciano disastri. Sappiamo cosa è successo a Napoli dove la sinistra governa con la società civile e dove, in passato, a un progetto d'iniziativa industriale, dell'IRI,  nei loro ovattati salotti decise per un dispendioso nuovo Museo. La città dell scienza, che non riusciva neppure a pagare gli stipendi arretrati di 10, 12 mesi. La Città della scienza è finita in fumo. Letteralmente in fumo, completamente bruciata fino alle fondamenta, lasciando macerie e debiti. Rimborsati dall'assicurazione (Le indagini chi le ha fatte? Chi ha fatto il rogo? Loro stessi?) hanno ricostruito il nuovo dispendioso museo, pronti ad accumulare altre perdite, che pagheremo noi.
Sappiamo che Torino è stata amministrata da un partito di massa, la D.C. che, in quei faticosi anni del dopoguerra ha saputo governare una espansione demografica ed edilizia eccezionale con la popolazione passata da meno di mezzo milione a più di un milione. La mentalità degli allora amministratori non era imprenditoriale, il governo della città si limitava ad assecondare lo sviluppo ordinato della città, ad asfaltare le strade, a potare gli alberi, ecc. con i comunisti che tuonavano contro i palazzinari, le concessioni edilizie, l’inerzia culturale della città e vantavano lo sviluppo ordinato, coordinato, brillante di Bologna che non aveva certo gli enormi problemi legati alla crescita degli abitanti, alla necessità di case, alloggi, strade che aveva Torino. Eppure oggi quella Torino con i suoi nuovi quartieri, puliti e ordinati, i suoi viali alberati, le sue comunicazioni, dimostra di avere avuto uno sviluppo ordinato, verde pubblico, ampie strade, invidiale equilibrio edilizio.
Quando la bella società, quella civile, quella di sinistra s’impadronì della città entrò subito con due iniziative ideologiche, due settembri cretinetti, in linea con il loro progetto di egemonia culturale, settembre didattico per indottrinare i professori, e Settembre musicale in osservanza al dettato gramsciano di conquistare la borghesia colta. La giunta di sinistra durò poco, lo scandaloso Settembre didattico finì con essa, il dispendioso Settembre musicale continua ancor oggi per la gioia di quella poca borghesia radical chic, che si gode i concerti pagati da noi, oppure sbadiglia e presenzia. Nella sua incredibile cecità inventò pure la metropolitana leggera altro spreco, e la viabilità ciclistica i cui ruderi durano ancora. 
Le nuove giunte di sinistra si sono gettate a capocollo nella loro vecchia politica inventando lo slogan Cultura Cultura Cultura Arte Arte Arte. Un’epopea che inizia a dissipare denari pubblici con le Olimpiadi e continua con i disastrosi palazzi a cominciare dalla distruzione del Lingotto, per finire con l’interminabile ristrutturazione della cupola del Guarini, passando per l’obbrobrioso, e tuttora inutilizzato Palafuskas, ribattezzato Palaschifas, del Palazzo regionale, del Palazzo San Paolo, indecenti parallelepipedi in verticale, casermoni anonimi senza un briciolo di fantasia, che si estendono in altezza piuttosto che in lunghezza, progettati dai soliti architetti di regime. Firenze del rinascimento? Andate a vedervi i palazzi le chiese, le statue, i dipinti, quando l’arte era invenzione e genio e non fracassonata di regime, quando, sotto, dimenticata da tutti gli storici dell’arte, c’era una rivoluzione bancaria che corrisponde a quella recente del web.
Promettevano al Sestriere, una nuova Cortina ed è rimasto il Sestriere. Potevano appoggiarsi per il bob in Francia o al Trentino e invece le aquile hanno orgogliosamente detto “lo facciano noi” ed è cominciato un colossale spreco che non è ancora finito. Hanno sprecato 40 milioni con la scuola professionale per poi lasciarla fallire. Hanno per anni criticato le giunte di centrodestra e di centro sinistra per non saper utilizzare gli edifici di Italia ’61 e, dopo anni di giunte PD ed alleati radical chic, quei brutti palazzi sono ancora lì inutilizzati e in corsa verso la rovina. Ma del disastro di Torino, dei soldi succhiati a tutti i cittadini italiani, ai cittadini piemontesi tramite la regione, dei cittadini della provincia tramite la provincia, ora città metropolitana, delle fondazioni San Paolo, e CRT, soldi nostri, soldi pubblici, delle sponsorizzazioni di ditte a partecipazione pubblica, fino a un vertiginoso debito di tre miliardi, nonostante la vendita parziale di società e di palazzi pubblici di cui parleremo in seguito.
L’ignoranza dimora, con il suo luccicante albero natalizio Cultura cultura cultura arte arte arte, con le sue stelle filanti, nelle vergognose prime ai teatri, nei teatri, nei soldi deliberati a copertura dei passivi, nei contributi statali, regionali, comunali: tutti veri e propri furti ai contribuenti. E’ tutta lì la loro cultura? Nelle sfilate alle prime? Nei finanziamenti alla classica e ai teatri. Recentemente la nostra gloriosa società civile ha tentato di montare una protesta perché la cifra pagata dal complesso degli U2 per la concessione del terreno in cui si sarebbe svolto il loro concerto era troppo bassa. E quanto pagano d’affitto quei saltimbanchi che fanno teatro? O le grandi favolose orchestre dirette da quei maghi Zurlì che sono i nuovi dei directstar, o i teatri d’opera con i loro stuoli di musicanti, di Mazinga direc-star, di Goldrake regi-star, dalle loro sartorie, dai loro allestimenti? Questi non solo pagano i luoghi ma mungono a più non posso dalle mammelle di stato, dalla tasse pagate dai contribuenti.
“Ma questa è arte? “ rispondono loro “Questa è arte stupido barbaro!” Perché il concerto degli U2 non lo è? Non possono neppure negarlo perché tutta la cultura dei nostri colti notabili, professoroni, radical chic, in minima parte partecipa alla frequentazione della musica classica e operistica. Sono degli ignoranti anche giudicando dal loro punto di vista.
Sono persone colte Fassino, Dalema, Veltroni? E’ una persona colta la loro protetta Giovanna Melandri che prima hanno piazzato a far la ministra della cultura e dello sport poi le hanno dato il Maxi da comandare?
Girava la voce irridente e insistente che in vita avesse letto cinque libri e che stesse faticosamente leggendo il sesto. Pettegolezzi da web e da giornali? Forse, ma forse diffusa da chi, frequentandola, aveva avuto modo di apprezzare il suo basso livello culturale e né lei né nessuno altro si mosse per smentirla. Una smentita certo necessaria prima di nominarla ministro. Non contenti i PD forse per liberarsi di un personaggio ormai scomodo anche dopo la sua bugia sulle sue vacanze in Kenya, la nominarono, non senza forti proteste, direttrice al Maxi di Roma. Nomina che lei caldeggiò sbandierando a piene mani “Lo faccio Gratis” Anche questa si rivelò una bugia. Alla nomina, era già in stadio avanzato il cambiamento della natura del Maxi che puntualmente avvenne e l’eroica Giovanna Melandri ebbe il suo luculliano stipendio.
Abbiamo accennato ad un’altra sua bugia. Ribadiamo: una vergognosa bugia. La signora Giovanni Melandri partecipò in Kenya dove ha evidentemente un possedimento da vera proletaria PD a una festa nella villa dell’incivile, chiassoso e volgare Briatore amico di Berlusconi, fattosi da solo, (così diverso dal nobile e civile Montezemolo) e per questo odiato e detestato dalla società civile, che non poteva certo addebitargli imperizia nel suo lavoro, dato che l’incivile aveva vinto quattro campionati in formula uno con due squadre diverse: due con la Benetton due. Ma comunque sia per l’elite, per la società civile il sopraddetto era indegno, vergognosamente indegno di essere frequentato dal civilissima Giovanna Melandri, nata a New York, e la civilissima, sincerissima Giovanna Melandri negò quella sua presenza a sì volgare corte, fino a che fu inviata ai giornali una foto che la immortalava a tanto indegna festa. Una bugia vergognosa e ipocrita, per cui qualche deputato americano si sarebbe sentito in dovere di dimettersi dal parlamento, cosa che non si sognò certo di fare la bugiarda Melandri, che forse più che lucrosamente dedicarsi al Maxi, dovrebbe dedicarsi alla lettura del suo sesto libro, ammesso che sia vera la voce che continua a girare, sul web e fuori.
E’ questa la cultura di sinistra? Sono questi i campioni di cultura della sinistra? Un giorno dovranno spiegarci cos’è questa benedetta cultura così evanescente, perversa, tiranna e fracassona.


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