venerdì 22 novembre 2019

POL L'aut aut della signora ebrea scampata alla morte. O me o loro. Atto di superbia?



Forse la signora ebrea scampata ai campi di concentramento prima di dire “Io o Loro”, avrebbe dovuto pensare che, oltre alle sofferenze sue e degli ebrei nei campi di sterminio, ne esistono e ne sono esistite altre. Altre per anni misconosciute addirittura irrise. Avrebbe dovuto ricordare che anche altri, gli italiani di Istria e Dalmazia, sono stati sterminati e poi costretti a fuggire lasciando casa, ambiente e terre. Forse avrebbe dovuto ricordare quei metri cubi di cadaveri che i vincitori volevano cancellare a tutti i costi e che solo grazie ai “vinti”, quei vinti che lei voleva cacciare, oggi ne abbiamo memoria. Una memoria purtroppo ancora combattuta, controversa, di morti e di reduci che ancor oggi viene insultata dai seguaci italici di Pol Pot.
O io o loro. Il che, per molti di noi, è come dire o io o le foibe. Senza di loro e di quelli come loro le Foibe sarebbero sparite. Il mondo è pieno di memorie che le varie società civili dei vincitori cercano di azzerare.
Ma anche gli assassini delle Foibe hanno memorie di dolore che dobbiamo onorare anche se offesi dalle foibe. Quando i Turchi arrivarono e li soggiogarono nonostante la loro accanita disperata difesa, dovettero subire la dominazioni turca, ottomana, maomettana. Una dominazione feroce, bestiale a cui mai si arresero e che continuarono a combattere.
 Ad aiutare gli invasori, a inseguire i resistenti slavi, a combatterli, a interrogarli, a torturarli c’erano anche i convertiti, i traditori per paura, per perversa fame di dominio, perseguita fino ad abbracciare la fede di Maometto.
Ivo Andric, il premio Nobel Ivo Andric, nel suo romanzo Il ponte sulla Drina racconta la lunga, interminabile, sovrumana sofferenza di una pubblica impalazione di un ribelle. Allora, impotenti, gli slavi invasi, uccisi, soggiogati, torturati non poterono altro che tramandare il ricordo di quelle atrocità. Per generazioni ai figli, ai figli dei loro figli, raccomandarono di ricordare e di attendere il giorno della vendetta.
E il giorno arrivò: molti giorni che culminarono con il massacro a freddo di Srebrenica che l’Onu fece finta di non vedere. 
Altre sofferenze signora; e non si pensi che sia finita così. Già il Kosovo, dove sono i santuari dei serbi brucia sotto le ceneri. Quei santuari ricordano i luoghi dove l’esercito servo s’immolò per fermare gli invasori maomettani. Persero tutte quelle battaglie ma le ricordano come vittorie per il grande disperato coraggio con cui i loro soldati, morendo, le combatterono. E oggi proprio là, dove i loro antenati morirono per fermarli, i discendenti dei traditori hanno un loro stato maomettano. Tutto ciò dopo gli infami, impietosi, bombardamenti della Nato, anche sulla capitale serba, ad opera non dell’Onu ma di una combriccola amorale capitanata da Clinton. Si sono così creati i presupposti di nuove pericolose tensioni. Altri morti, altri dolori signora! Un’altra Gerusalemme, un'altra Istanbul-Costantinopoli. Altra rabbia alle soglie di una Turchia dove, ad opera dei giovani turchi, dei laici giovani turchi, saliti al potere, avvenne lo sterminio indiscriminato di armeni e di greci, quell'infamia e ancor oggi non viene riconosciuta dai turchi e dallo stato turco.
Non dobbiamo permettere che un editore pubblichi le ragioni delle vittime o quelle dei carnefici? Dobbiamo fare come lei “O me o loro”, anche se siamo in democrazia?
Forse sono serbi o comunque slavi gli assassini delle foibe ma non dobbiamo permettere che espongano le loro ragioni? Morti, sofferenza, racconti, Signora, ma MAI “O loro o noi”, anche se gli eventi connessi agli assassini delle Foibe prima e il loro esodo nell’Italia partigiana, che li insultava, che insultava i loro morti, il loro dolore, seguiti dal tentativo della nostra sinistra di tacere, occultare, incolpare, mi ha segnato con una ferita che è durata tutta la vita. Vedo i loro dolori i loro carnefici ma anche i dolori dei carnefici. Dolore, dolore, dolore.
Sofferenze morti, signora, tante in tutto il mondo anche in Israele che considero terra degli ebrei Possibile che le case editrici di destra siano sempre state presenti al salone e all’improvviso ci si ricordi dell’antifascismo? Non le viene il sospetto signora che questi censori abbiano usato lei e l’antifascismo per censurare Salvini?  FORSE SI’ ma FORSE era proprio questo che lei voleva.


Lancio un appello facciamola una bella casa editrice contro la repubblica di Platone in cui s’è trasformata la democrazia italiana, contro le elite, e venga pure l’accusa di barbarie, di qualunquismo, di Fascismo, di sovranismo, di populismo.

   

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