Bel libro, Superba, avvincente narrazione. Già il fatto che
non sia uno dei tanti polizieschi con commissario che magicamente individua il reo,
o peggio un romanzo rosa, o peggio un dei
tanti romanzi dove il protagonista si guarda l’ombelico e i visceri per compiere l’immancabile ricerca su se stesso, è prodigioso.
Ma prodigiosa è la narrazione che. procedendo con ritmi
calmi, ragionati e uno stile chiarissimo, racconta eventi tragici, eventi festosi e sentimenti di volta in volta avvolgenti, umani, sentiti,
narrando nello stesso tempo una storia d’Italia, di Grecia, di Albania. Una
storia di guerra e di pace.
Troppo lungo.? Nulla più del necessario anzi vorremmo saperne di più, ad esempio, dei fratelli della moglie, partigiani con Tito. Troppo lungo? Ci saremmo persi le mirabili descrizioni dei posti, visti nella loro realtà e mai estetizzati, dei volti, delle espressioni, delle frequentazioni, in quel lembo di terra macedone, di quei locali pubblici, dove si mangia si beve, si discute nel chiasso e nell'allegria, come succedeva nelle nostre "osterie": luoghi di pulsante di umana socialità.
Ci saremmo persi il racconto della lenta penetrazione degli ingrati maomettani albanesi. che restituiscono odio alla generosa accoglienza, fino ad occupare il paese con una soverchiante migrazione e costruendovi pure una dominante moschea.
Senza questa ricchezza non avremmo potuto seguire il padre strappato alla famiglia per mandarlo in una folle guerra, la madre, i compagni soldati, l'arrivo dei soldati tedeschi, le paure, le coraggiose fughe, il commovente matrimonio, il lungo, attento, affettuoso commovente racconto di Ljubo e, soprattutto non avremmo potuto goderci la figura eccezionale, indimenticabile della moglie, Eliza, Una donna vera, i cui forti sentimenti, la cui decisa personalità dominano il racconto.
Ma non posso certo dire tutto. Acquistate questo libro mirabile e se amate la lettura non sarete delusi.