mercoledì 7 agosto 2024

La NATO provoca la Russia fino alla catastrofe



Casella di testo: FIGURA B

La NATO provoca la Russia fino alla catastrofe


Quando con l’ennesima provocazione antirussa, l’Europa e la Nato si volevano annettere l’Ucraina, così come si erano annessi la Polonia e tutte le ex nazioni del mondo comunista, nonostante l’esistenza di un patto fra Russia e America che nessun politico occidentale nega.

Non esiste un scritto trattato, ma esiste comunque testimonianza scritta in due verbali di riunione dei membri Nato, dai quali risulta che fu negato l’ingresso in Nato della Polonia, che ne aveva fatto richiesta, perché America e Nato avevano preso un chiaro impegno con la Russia di non allargarsi agli stati ex comunisti.

 

Inizio ora un’argomentazione delicata, che solo alla fine mi sono deciso a scrivere. Sono – non l’ho mai negato – uno dei tanti vituperati sovranisti, (A questo ed altri argomenti, come al nuovo dogma dell’intoccabilità delle frontiere. sarà dedicato il secondo dei tre volumi di questo saggio) e mi sono deciso a scriverlo per due ragioni; la prima perché mi dà l’occasione per sfiorare argomenti scientifici che ritengo importanti per il ragionamento in generale e per i temi di questo saggio in particolare, la seconda perché sentire oggi parlare di fatti e conseguenze dei fatti, là dove ormai da secoli si dovrebbe ragionare e parlare in termini di funzioni, derivate integrali, discontinuità, catastrofi, anelli chiusi, stabilità, cibernetica, ecc. è frustrante.

Non viviamo più né nelle caverne né nel medioevo. Questo non toglie che altri pur utilizzando questi strumenti possano arrivare a conclusioni diverse dalla mia.

 

Per aiutare il ragionamento ho rappresentato graficamente, semplificando, la situazione del succedersi degli eventi, così come i progressi consolidati dell’analisi matematica e della fisica ci permettono, avendo come minimo obiettivo di mostrare che i concetti dell’Analisi matematica ci mettono in condizione di colonizzare lo spazio degli eventi in modo da non confondere un PUNTO con l’andamento di una FUNZIONE.

Purtroppo i giornalisti non hanno questo tipo di cultura e non la posseggono neppure i numerosi opinionisti che parlano lo stesso linguaggio che i nostri progenitori usavano quando abitavano nelle caverne, il che è naturalmente l’effetto dell’educazione rigorosamente umanistica, ancora imperante nella cultura italiana e non solo nella cultura italiana.

Non parlo delle disquisizioni fra fatti e interpretazioni, non pervenute nella cloaca d'ignoranza dei giornalisti; Qui, con questi giornalisti e opinionisti, siamo al livello degli indiani perfidi e cattivi e delle giubbe buone. Parlo delle frasi tipo Gruber: "Che la Russia abbia aggredito è un fatto" ma indubbiamente dopo le discussioni fra fatti e verità, tra fatti e interpretazioni, fra affidabilità dei dati sensibili, su cui si sono affaticati i pensatori, un po' di cautele dovrebbe aver impregnato anche la discussione politica. Chi ha un minimo di conoscenza delle funzioni in matematica sa che un punto della sua curva non è isolato ma va analizzato con tutto il decorso della funzione, delle sue derivate, dei suoi integrali.

In ogni caso, anche parlando di fatti come i nostri eccellenti giornalisti tivù marchiati dall'ossessione: "Che la Russia ha aggredito la Ucraina è un fatto", se io, Ucraina, con la mia macchina, attraverso un incrocio e vengo investito dal camion Russia, questo è un fatto, chiaro, inequivocabile ma, prima di distribuire le colpe, non è meglio vedere com'era il semaforo. Se il semaforo per la macchina Ucraina era rosso, come la mettiamo?

Era Rosso? Che dite? Forse no, ma certamente era giallo dal duemila dodici, quando Putin aveva dichiarato che l’occidentalizzazione della Ucraina, avrebbe posto fine alla pace. Nessuno volle credergli: un’alzata di spalle e via, il che non stupì nessuno visto che il grande Obama, premio Nobel per il suo lavoro, ancor prima di iniziarlo, aveva solennemente dichiarato che la Russia era solo più una potenza regionale. Ma può qualcuno seriamente pensare di bollare come potenza regionale una nazione che possiede forse l’arsenale atomico più potente della terra? Obama non era solo un imbecille ma anche un criminale quando guidò la Nato a intervenire nella guerra civile libica, perché Gheddafi andava eliminato, perché il fiume libico andava fermato, perché colui che pretendeva, per il suo popolo, un risarcimento della vergognosa pagina coloniale doveva perdere vita e potere.

In ogni caso parlare di semaforo è fuorviante come parlare di fatti e non di funzioni.
 

In figura A sono rappresentati i livelli di irritazione e inimicizia raggiunti fra Nato e Russia; livelli di irritazione e rabbia per i Russi, che assistevano alle continue e sistematiche provocazioni e dovevano comunque ingoiarle. Parlo naturalmente di eventi come l’invasione dell’Iraq, come l’intervento della Nato in Libia e successivamente in Serbia, del bombardamento della Serbia, dell’assegnazione del Kosovo agli albanesi, tutti paesi e regimi alleati di Mosca e parlo della successiva ammissione della Nato di tutti i paesi ex URSS.  

I presidenti americani agirono del tutto incuranti degli interessi della Russia, divenuta ormai, dopo la caduta dell’URSS una piccola inoffensiva potenza regionale. Obama, da buon cretino, lo dichiarò pure pubblicamente come una inconfutabile verità che permetteva alla Nato di fare il bello e il cattivo tempo, perché in ogni caso la Russia sarebbe rimasta nel suo angolo, ruminando la sua rabbia.

Per semplificare possiamo considerata linea spezzata di fig. A come un linea continua crescente Y=X che certamente si avvicina alla realtà più della spezzata e interpretarla come la funzione velocità di un moto uniformemente accelerato che ci testimonia una rabbia verso l’insopportabilità che deve aver afflitto e umiliato la Russia.

 

 


figura A  

 

 

 

 

 


In figura B è rappresentato il possibile azzeramento della rabbia russa, se dopo la prima, l’Occidente avesse posto fine alle provocazioni. Nella C si mostra il crescere della rabbia con le successive provocazioni.


 Fig. B


 Fig. C





 

 

Nella D si interpreta, interpolando, la spezzata come una funzione uniformemente accelerata, anche se in realtà l’accelerazione fu sicuramente non costante ma crescente.

 


Fig. D 

 


  

 

 

 Fig. E


 

 

 

 Fig. F

 


 


 L’integrale della funzione Y=X è una parabola come quella indicata in fig. F. Ogni punto della parabola misura non il progredire ma l’accumularsi della rabbia, e del resto, senza scomodare la parabola, come per tutti gli integrali definiti, può essere calcolato come l’area sottesa alla funzione in questo caso l’area di un triangolo che ha per cateti i valori delle coordinate della funzione ossia un valore pari a ½ XY proprio il valore del punto P sulla parabola pari a 1/2 X2

Sia la funzione che il suo integrale indefinito sono fortemente crescenti, l’integrale molto più della funzione,

Passando da 1 a 5 la funzione sale a 5 mentre il suo integrale sale a 25/2) e tendono all’infinito. In realtà a un certo punto, raggiunto il limite della sopportazione, il sistema si ribella e deflagra.  

Non stupisce quindi che i Russi e con lui i russi abbiano interpretato l’agire dell’Occidente come la preparazione di un’ennesima invasione della Russia, al fine di suddividerla in tanti staterelli e rubare le sue risorse. Del resto è ciò che si proponevano Patton e, forse, Churchill che volevano continuare la guerra e invadere il mostro russo-comunista.


 

 

 

Catastrofi - fenomeni usuali

 

Sembra impossibile ma si continua a non tener conto di fenomeni che accadono tutti giorni sotto i nostri occhi, tanto da spingerci a esclamare: “Per favore svegliatevi”

Parlo dei cambiamenti di stato, da solido a liquido, a gassoso e viceversa che sono sempre esistiti e dei quali conosciamo in profondità le leggi. Se scaldo l’acqua e non voglio che evapori devo fermare l’innalzamento della temperatura, se non voglio che si trasformi in ghiaccio, devo alzarla. La responsabilità dei cambiamenti di stato non voluti è solo nostra, non del fuoco e del latte. Perché non si intervenuti in tempo contro la Nato che continuava a aumentare il calore del fornello?

Da piccolo dovevo spesso sorvegliare la bollitura del latte e nelle poche volte in cui mi distrassi e il latte traboccò, mia madre non se la prese né col latte, né con la stufa ma con me, unico responsabile che avevo portato il sistema oltre vi limiti.

La catastrofi più o meno improvvise sono sempre esistite. Tra questi mi limito a segnalare:

 

A)                I cambiamenti di stato,

B)                 Superamento dei limiti di tenuta dei materiali.

C)                Reazioni chimiche

D)               La perdita di stabilità nei sistemi a feedback,

E)                I fenomeni di saturazione

 

Cambiamenti di stato

Sono tutti i passaggi più o meno violenti fra stato liquido e gassoso, tra stato liquido a solido e, naturalmente i loro contrari. Ho appena fatto nel precedente paragrafo l’esempio della bollitura del latte.  

 

Superamento dei limiti di tenuta dei materiali.

 

Non perdo più tempo del necessario: se soffio troppa aria dentro un palloncino, questo a un certo punto esplode. Gli elementi fisici, attivi o passivi, hanno, a seconda delle situazioni in cui vengono spinti, un loro limite, oltre i quali deflagrano e si distruggono.

 

Reazioni chimiche.

 

Certi elementi o composti chimici se vengono a contatto, reagiscono chimicamente ed esplodono. E il principio della saldatura a ossigeno: Ossigeno in una bombola e Idrogeno in un’altra vengono portati a contatto fra loro e hanno una violenta reazione che porta la miscela a temperatura altissima capace di fondere i materiali, tagliare e saldare lastre di ferro.

 

Perdita di stabilità nei sistemi a feedback

 

I sistemi complessi artificiali o biologici o parzialmente artificiali e parzialmente biologici non si comportano diversamente dagli eventi catastrofi.

Norbert Wiener ha sviluppato una teoria chiamata cibernetica, in cui quei cambiamenti non vengono chiamati catastrofi ma più semplicemente passaggi da stabilità a instabilità. Questo può avvenire per varie ragioni e se si osserva un semplice schema ad anello chiuso del tipo sotto indicato

 



 

Si capisce che, se la reazione passa da negativa a positiva o se qualcosa muta, (ad esempio l’amplificazione (AMPL) dell’anello chiuso che si alza eccessivamente) si ha perdita di equilibrio.

L’anello del sistema, nel suo funzionamento, può essere stabile o instabile. Per valutare il grado di stabilità del sistema esistono vari criteri ma sicuramente l’accesso di amplificazione rende il sistema instabile.

 

Reazione ai comandi

 

Quando la reazione ai comandi è troppo veloce, troppo violenta (troppo derivativa) o troppo lenta (troppo integrativa) si possono verificare catastrofi.

Sono al volante di una macchina, si presenta all’improvviso un pericoloso ostacolo. per evitarlo ruoto il volante se lo faccio troppo violentemente verso destra finisco nel fosso, se troppo violentemente verso sinistra invado la corsia opposta e rischio uno scontro con un altro veicolo.

Se al contrario la mia reazione è troppo lenta (integrativa) rischio di non riuscire ad evitare l’ostacolo e, se riesco ad evitarlo, la successiva reazione, sempre troppo lenta, mi porta nel fosso o nella corsia opposta a scontrami con un altro veicolo.

  

Saturazione



 Raggiunto un certo livello punto G (ginocchio ) la curva si appiattisce. Un fenomeno che Ampere spiegava con l’orientamento di quasi tutti i magneti elementari