Cherubini
Questa notte Cherubini. Non Medea che già conosco e che amo
sempre di più come si amano le opere spigolose che non ti corteggiano, che non
ti dicono “Sali sul palco che ti do un bacio.” E’ dura spigolosa
tagliente urlata. E’ scolpita nella pietra: pietra grigia e dura, non certo
arenaria. Ma che bellezza!
Le sinfonie d’apertura del Demofonte e di Anacreon! che
splendore! Un mare di musica che si
allarga, si restringe, ti attira nel suo gorgo, ti scuote. Quella di Anacreon è
la più bella. E dire che, a quanto leggo, l’opera viene giudicata noiosa,
vezzosa, classicista fuori tempo.
Cherubini? Quello della Medea? Possibile? Devo assolutamente
sentire qualcosa di Anacreon stasera; lo cerco e poi lo sentirò,
Un Cherubini mellifluo, svenevole che racconta gentili amoretti di Anacreonte non riesco neppure a concepirlo.
ouverture Medea
OUVERTURE DEMOFOONTE
Ancora Cherubini
Ancora Cherubini! Italiano ma così poco italiano. Così poco
amato dagli italiani e così tanto dai tedeschi che lo considerano uno di loro.
Beethoven gli scrisse “Vous resterez, toujours celui de
mes contemporains que je l’estime le plus”. Brahms dichiarò di voler essere
seppellito con lo spartito della sua Medea. Ancora Beethoven, dopo aver letto lo
spartito del suo Requiem in do,
dichiarò che se mai nella sua vita avesse composto un Requiem si sarebbe ispirato
solo a quello di Cherubini. Col grande Haydn ebbe legami di reciproca stima e
affetto così intensi che sentirono la necessità di chiamarsi padre e
figlio. Hayden gli dedica una sinfonia con queste parole “In nomine Domini,
di me, Giuseppe Haydn, padre del celeberrimo Cherubini“, “Si ritornerà
verso di lui certamente” scrisse Von Bülow e Shuman, l’autorevole S Shuman, sempre pieno di
elogi per le sue composizioni, dopo aver assistito all'esecuzione di una sua
ouverture, constata con rammarico “come questo grande uomo e maestro
sia ancora troppo poco conosciuto ed apprezzato, mentre sarebbe giusto lo fosse
ancora di più, giacché la comprensione delle sue composizioni è stata portata a
noi più vicino dalla via che ha preso la nuova e miglior musica. E poi
perché non ricercare un artista che ai tempi di Beethoven era certo il secondo
dei maestri della musica moderna e che dopo la morte di quello è ben da
considerare il primo tra i viventi?” e dopo aver assistito al suo Portatore d’acqua commenta: Dopo
molti anni ho riudito con grande gioia quest’opera ricca e magistrale.
finale di Medea
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