Wagner e le Valkirie di Ezio Saia
La Valkiria è devastante. I giganti e gli dei scuotono
la terra, la percuotono, volano, minacciano, si esaltano, soffrono, e con loro
ribollono i boschi, i prati, i palazzi. E’ musica degli dei. Non tutta però. Da
secoli sento solo gli ultimi 30/40 minuti del primo atto, gli ultimi quaranta
del secondo e più o meno gli ultimi quaranta del terzo. L’estrazione della
spada, l’amore, la rivelazione della dea nel bosco, la morte del guerriero e,
alla fine, l’addio del dio padre alla figlia, seguito dall’incantesimo del
fuoco.
E’ il miglior Wagner? Non lo so, ma mi scuote sempre.
Musica degli dei? Musica umana? Musica del ferro e del fuoco? musica di cuori forgiati nel ferro e nel fuoco? Nel fuoco dell’incantesimo finale?
Musica degli dei? Musica umana? Musica del ferro e del fuoco? musica di cuori forgiati nel ferro e nel fuoco? Nel fuoco dell’incantesimo finale?
Questa è musica colossale; fa pensare ai vulcani, alla
potenza della natura quando si scatena, alla potenza dei sentimenti. Wagner
arriva con un carro di fuoco, ti carica di forza e ti trasporta dal cielo alla
terra, dalla terra al cielo.
Verdi canta, piange, entra con la sua mano dentro al tuo
corpo e va a cercarti il cuore, Wagner
non deve neppure penetrarti per toccarti l’anima. La sua anima è materiale e il
suo canto solenne. Verdi canta, Wagner declama solennemente come solo gli
dei-umani e gli umani-dei possono fare.
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