martedì 9 dicembre 2014

CANTO E DECLAMZIONE di E. Saia - MUSICA



CANTO E DECLAMAZIONE  -  M

Collezione privata SIGNORA DELL?ARTE - TORINO
Boris morente parla intonato, Don Carlos di Verdi canta. Esiste un doppio filo conduttore nella storia dell’opera.
Non spingiamoci oltre e cominciamo da Mozart. Gluck, Wagner Mussorskij, Debussy parlano, declamano Mozart,  Rossini, Verdi, Bizet cantano. Puccini canta, Stravinskij canta, Scoemberg declama (almeno in Mose e Aronne). Mi sento più vicino ai primi. Ma sono due modi diversi di fare l’opera. A ben guardare anche Monteverdi appartiene ai parlanti; non declamava e nemmeno cantava. Il suo è un parlato con note, un rivestimento di filato di carne. E’ arioso, è recitativo. Ma il recitativo non è la parte più noiosa dell’opera? Come si fa a parlare di noia con scene come la morte dio Seneca e l’orgia di Nerone e Lucano? O i duetti erotici fra Poppea e Nerone? Si può immaginare qualcosa di più erotico e sensuale?




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