CANTO E DECLAMAZIONE - M
Collezione privata SIGNORA DELL?ARTE - TORINO |
Boris morente parla intonato, Don Carlos di Verdi canta.
Esiste un doppio filo conduttore nella storia dell’opera.
Non spingiamoci oltre e cominciamo da Mozart. Gluck, Wagner
Mussorskij, Debussy parlano, declamano Mozart,
Rossini, Verdi, Bizet cantano. Puccini canta, Stravinskij canta,
Scoemberg declama (almeno in Mose e
Aronne). Mi sento più vicino ai primi. Ma sono due modi diversi di fare
l’opera. A ben guardare anche Monteverdi appartiene ai parlanti; non
declamava e nemmeno cantava. Il suo è un parlato con note, un rivestimento di filato di carne. E’ arioso, è
recitativo. Ma il recitativo non è la parte più noiosa dell’opera? Come si fa a
parlare di noia con scene come la morte dio Seneca e l’orgia di Nerone e Lucano?
O i duetti erotici fra Poppea e Nerone? Si può immaginare qualcosa di più
erotico e sensuale?
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