lunedì 11 novembre 2019

1 Leggi Antielite - capitolo 1 de il Manifesto degli incivili


1 Leggi - capitolo 1 de il Manifesto degli incivili

 Il nostro cammino democratico è iniziato sotto il dominio di due partiti il PCI e la DC, profondamente popolari, circondati da partitini dalla natura incerta ma certamente aristocratica, elitaria come il partito liberale e il partito repubblicano, e da due partiti socialisti, forse popolarmente ispirati ma chiusi dai due colossi.

L’Italia dinamica, forte, entusiasta, liberale dei primi anni, quella che cresceva, che ricostruiva, quella dei piccoli imprenditori, dei piccoli artigiani della nascente, frenetica, infaticabile attività in tutti i campi, con la media e grande industria in forte crescita, correva in parallelo allo stato imprenditore dell’Iri e dell’Eni gestiti con criteri di efficienza, compatibilmente con gli inevitabili legami col mondo politico.
Tutto questo panorama invecchiò di colpo con il fenomeno della congiuntura. Fenomeno che prese piede dopo il primo centrosinistra, con la gran novità dei socialisti alleati alla democrazia Cristiana.
Fu una rottura decisa di fiducia fra il mondo imprenditoriale e il partito interclassista. Una frattura che non potè più risanarsi dovuta soprattutto a un mastodontico errore di comunicazione. La Democrazia Cristiana non seppe comunicare alla parte liberale e liberista del paese, alla classe imprenditoriale che il patto di governo con i socialisti non aveva il significato di un passo verso il PCI ma, anzi, al contrario, un’alleanza che strappava un socialismo ancora in parte massimalista all’egemonia culturale del partito comunista.
A questo si aggiunsero due circostanze che aggravarono il solco: la fuga dei capitali all’estero e l’occulta presenza di pochi ma attivi simpatizzanti per il comunismo all’interno della Democrazia Cristiana. La D.C. non seppe capire coloro che portavano via i capitali per paura, non seppe rassicurarli ma anzi aderì all’ottusa visione comunista che continuava a demonizzare la libera iniziativa e gli imprenditori classificandoli senza appello come padroni, evasori, sfruttatori, ladri. Dall’altra parte il mondo culturale liberale e imprenditoriale, certamente sopravvalutò la forza dell’esigua minoranza che nella D. C. mirava veramente a un patto col partito comunista.     
Esisteva certo una forte sinistra DC anzi ne esistevano due ma entrambe nemiche e concorrenti dell’idea comunista.

Leggi antielite

La presenza dei due partiti autenticamente popolari si fece sentire con leggi fortemente antielitarie. Non voglio parlare di leggi economiche come ad esempio quella delle affittanze agrarie, perché il discorso sarebbe troppo lungo ma di due autentichi colossi come la legge che istituiva la scuola media unica e la legge che concedeva l’accesso a qualsiasi università dei diplomati di istituti tecnici, di scuole per geometri e per ragionieri, acceso in precedenza loro precluso e riservato solo ai liceali.
Meglio non parlare in occasione della realizzazione di questi due veri colossi antielite dei commenti elitari, diffusi anche fra gli insegnanti della vecchia scuola media “Che Scuole medie saranno? Senza il latino senza l’esame di ammissione?”, Un crollo del livello”, “Un baratro”, una barbarie” “Gli scemi e gli ignoranti al potere!” Peggio ancora per l’altro provvedimento “Avremo ingegneri, medici, professori che non sanno il greco e il latino? Che schifo”
Non mi dilungo l’argomento è trattato successivamente e passo direttamente a brevi accenni sulla fine di questo mondo, giunta in maniera traumatica con l’affare Leone quando la crisi dei due partiti di massa autenticamente popolari, la D.C. e il P.C.I fu vorticosamente accelerata da quel vero colpo di stato che fu la fine della presidenza per dimissioni del Presidente Leone.
Tutte le democrazie occidentali si sono avviate verso subdole forme di Repubbliche di Platone dove governano non i cittadini ma i “saggi”, tutte le democrazie stanno logorandosi per questo motivo e per l’incapacità di rinnovarsi, di introdurre riforma anche profonde, ma in Italia il processo dell’ascesa dei movimenti antielite, anti aristocrazia, anti professoroni, antiegemonie ha preso la rincorsa con gli anni berlusconiani per poi deflagrare.
 Accenno solo all’evento decisivo, a quella caduta del presidente napoletano e democristiano Leone dopo un infami e bugiarda campagna ordita in coordinazione tra l’infame Cederna e il gruppo L’Espresso. Accenno perché lo tratterò in seguito se non con completezza, con un certo rilievo.
Aggiungo soltanto che quel grande e autentico partito popolare che era il partito comunista, un partito che aveva sempre respinto con disprezzo i maldestri tentativi elitari pronti a guidarlo culturalmente, come quello del Partito d’Azione e quello del gruppo del Manifesto, vide nel potere mediatico del gruppo l’Espresso Repubblica, non ingabbiato in un partito, l’attore ideale per essere accompagnato nel gioco democratico. L’accettò pur nella coscienza della perdita della sua caratteristica popolare, l’accettò come inevitabile prezzo da pagare per non uscire dalla storia. Il matrimonio impossibile si fece e diede i suoi frutti.
Le traversie del vecchio PCI, i cambi di nome e di composizione i suoi successivi patti col diavolo aristocratico, sono davanti agli occhi di tutti.
A liquidare poi da Democrazia Cristiana, logorata dal potere, infiltrata dalle esose elite, combattuta dall’aristocrazia snob che prese in tutto il mondo il nome di Radical chic e di società civile, ci pensò la magistratura. Come La monaca di Monza Egidio, il nuovo Pd, le parlò e La sciagurata rispose. Rispose perché anch’essa, incontrollato potere, che aspirava ad altro potere, che poteva approfittare di una costituzione, in alcuni punti, addirittura demenziale. Rispose e la nostra risposta di contrasto dovrebbe essere proprio il movimento “E LA SCIAGURATA RISPOSE”

Poche parole per l'Oggi. Oggi con Salvini si sta ripetendo lo schema giudiziario già messo in campo con Berlusconi con il famoso avviso di garanzia partito da Milano, che diceva “Pregiata società civile con questo atto vi abbiamo informato che le procure sono con voi. Ora scatenatevi e state tranquilli: siamo con voi.


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