giovedì 9 ottobre 2014

Calvino e la varietà dei gusti

Italo Calvino.

Romanzi non brutti, non belli.
Non fa per me. Lo ammiro, ho letto con piacere sincero Le città invisibili ma non sento in nessuno dei suoi testi la magia della grande letteratura.
Altri la sentono e penso che sia un mio difetto, anche se chiamarlo difetto è eccessivo. La ricchezza delle nostre società non sta nell'armonia dei giudizi e nel loro armonizzarsi in un un unico gusto sotto un comune e condiviso ombrello protettivo. Non nelle crudeltà intolleranti dell'armonia che non apprezza e non vede come ricchezze le critiche, i contrasti, le guerre di idee e di gusti ma nelle fatiche della democrazia. Anche nei gusti letterari.
Parlerò ancora di Calvino. Non tanto dei romanzi perché non sono evidentemente la persona giusta per metterne in evidenza i pregi ma del bel piccolo saggio Lezioni Americane.

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