Da correggere
A scuola ti presentano Fichte in maniera indecente con le
tre leggi dell’Io che pone se stesso, ecc. ma Fichte è un grande pensatore i
cui capisaldi poggiano nella congiunzione dell’etica con libertà. Mi piace
pensare che, tormentato dall’esigenza della assoluta libertà dell’Io penso di
Kant, abbia chiuso gli occhi e creato uno spazio infinito, del tutto puro e
vuoto in cui ritrovare e descrivere quella libertà che lo ossessionava e che, vagando in quello spazio senza resistenza, si sia reso conto che nulla in esso
aveva senso tantomeno la libertà. Tanto meno quella libertà assoluta che era per
lui un’esigenza morale. La libertà per esistere aveva bisogno di ostacoli, di
oggetti, di resistenze. E se l’esigenza di libertà era un’esigenza etica
altrettanto etica doveva essere l’esistenza degli ostacoli. Di qui l’esigenza
di porre se stesso come Io assoluto e come libertà e di porre il “non io” come
ostacolo e esigenza morale.
Kant aveva impostato la sua filosofia critica ponendo a un
capo l’Io penso e, all’altro capo, il noumeno. Il noumeno era bifronte per un
verso puro limite e confine e per l’altro, substrato ai fenomeni. Questa
ambiguità salvava la sua filosofia dallo scivolamento metafisico.
Fichte forse con più coerenza elimina l’ambiguità eliminando
l’interpretazione del noumeno come limite, l’etica diviene noumeno e causa del
mondo e di colpo i tasselli tra fenomeno noumeno, io empirico, io assoluto,
mondo enti del mondo e loro interazioni, libertà ed etica vanno al loro posto
per formare un puzzle metafisico.
Se Darwin si fosse identificato in Fichte forse avrebbe accettato
che l’io assoluto ponesse il non io nelle forme che voleva e quindi castelli
incantati, abissi di terrore, ecc senza nessuna esigenza morale ma la dura
legge di selezione avrebbe limitato le possibili forme dei “non io” e delle
interazioni fra i vari non io empirici? Ha ancora senso leggere
Fichte? Certo, come ha senso, leggere tutti i grandi romanzi della metafisica,
tutti i romanzi della storia dei numeri, tutti quelli della fisica, quelli
della letteratura, come ha senso leggere i romanzi che hanno come protagonista
quell’infinito attuale, quel controverso personaggio e vero re degli anarchici,
che tanto affascinava Borges e Calvino.
Nessun commento:
Posta un commento