mercoledì 10 settembre 2014

MIO PADRE E IL SIGNOR OLIVETTI MAGNUM P.I. - Ezio Saia - RICORDI

Mio padre e il signor Olivetti 


Forse non ricordo tutto con esattezza ma questo è il clima che vissi allora.


Mio padre fu tra i primi attivi aderenti al partito di Olivetti. Correva con la sua Seicento da Corio a Ivrea e si dannava a diffondere il verbo olivettiano senza mai chiedere una lira o una qualsiasi forma di ricompensa. 

Credeva in quel che faceva e pensava che il grande capo, l’Olivetti Magnum P.I. avrebbe sviluppato un vero moderno partito popolare
Dopo il deludente  risultato delle elezioni politiche, dopo che risultarono evidenti le lillipuziane dimensioni del nuovo partito, non si scoraggiò. Ma quando i grandi vip del partito chiusero l’avventura invitando aderenti e simpatizzanti a confluire nel partito repubblicano di La Malfa,  si arrabbiò e, scandalizzato, mandò per telefono a quel paese tutta l'organizzazione, i grandi capi, il grande Olivetti magnum P.I. e la sua corte di aristocratici. 
Finire quella splendida avventura alla corte del partito repubblicano, uno dei partiti più esclusivi, più elitari, più aristocratici, più "IN", uno dei più dotati di molteplici puzze sotto l’aristocratico naso, era per lui un insulto. Molto meglio chiudere e basta.
Al di là dei suoi meriti, l’Olivetti rimase una corte aristocratica, elitaria, radical chic, e legata a La Malfa e al PRI. Il presidente dell’Olivetti, Visentini, che fu anche presidente del PRI, era il classico elitario "pezzo grosso", con aristocratici e elitari gusti, con aristocratico ed elitario naso, con aristocratiche ed elitarie frequentazioni, secondo il quale, come ebbe a dichiarare, il vero Mozart, si gustava solo nell'elitario e aristocratico festival di Salisburgo. 
 Visentini cercò con la sua elitaria compagnia di impadronirsi delle gestione del Corriere della sera. Per fortuna Craxi, il miglior Craxi, glielo impedì, e sono sicuro che dalla tomba mio padre lo applaudì.
Da mio padre ho ereditato una profonda antipatia verso ogni elite, ogni circolo aristocratico, ogni ambiente rotariano. Anche se dopo il liceo per qualche anno mi sentii liberale e azionista, iniziai presto un percorso di totale ribaltamento. Di quel periodo di travaglio ho parlato nelle Metamorfosi del professor Strunz. 



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