BORIS - MUSICA
Il brano successivo
alla Medea è preso dal secondo atto del
Boris. Un abisso! Il Boris ti prende la mano e te la porta dentro il cuore e
dentro l’anima del tiranno. Senti la carne e la solitudine, senti la follia, la stanchezza, un abisso di solitudine e un cuore che batte un amore disperato e struggente per il figlio. Disperazione per il delitto, solitudine,
strazio. Senti i gusti di questa solitudine. “Gusti” non “gusto”, perché Boris è
solo di fronte a Dio, solo in quanto tiranno, solo in quanto straziato dai
fantasmi del suo delitto, solo di fronte all'enormità della Russia e del suo popolo.
Questo Cherubini non
riesce a darcelo. Medea è di pietra e, anche se tenti di palparle il cuore non ci
riesci perché la pietra lo ferma. Anche se sai che dietro il granito il cuore
c’è e come! Che il sangue circola e come! Lo sai ma non riesci ad arrivarci. Medea è Medea
e basta! Un caso forse unico nella musica. Boris è un uomo, uno
zar, uno snodo, un trasduttore fra la
Russia , e noi. Tra noi e l’enorme, umanissima Russia, tra noi e il suo spirito,
il suo sangue e la sua musica.
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