Racconti di Fantascienza - LETTERATURA
Sto rileggendo qua e là racconti di
fantascienza tratti dall’antologia di Solmi e dal libro degli Ugo.
Alcuni sono comuni alle due
raccolte.
Delany L
l tempo considerato come una spirale di pietre semipreziose. E’ un arabesco, un ricamo. E’ un barocco tessile. Detesto i
racconti con trama lineare che sembrano relazioni di carabinieri, di commissari, di giudici redatti con testa
burocratica, come detesto l’italiano insegnato dai docenti liceali affinchè la
lingua italiana venga banalizzata, ridotta a uno scheletro, rimpolpata di pompa
burocratica o di servile stitichezza. In questo scrittore, come in Vance in
Zelasny, ma con minore intensità e diverso procedere, il racconto procede,
torna indietro, si flette, divaga, si perde in un apparente disordine. Avanza,
torna indietro, procede a zig zag, cuce le divagazioni, le interrompe.
Efflorescenze dal cielo, dal terreno, cinguettare, echi di concertati e
addirittura di polifonia. Tutta con una
varietà di filati brillanti, opachi, preziosi, semipreziosi come le pietre che
scandiscono il tempo di una surreale barocca lingua gestita da una
confederazione di ladri. Non una trama ma un arabesco o addirittura un
concertato di arabeschi con quella incredibile gelateria finale chiusa. Un
balletto Barocco. Non un diluvio di parole come in Zelasny, non una esplosione
di fuochi pirotecnici dai quali saltano fuori efflorescenze e mostri ma il
calmo procedere di un concertato.
Ancora una diversa
forma di prosa e di poesia barocca e non è poco. Non mi stupisco che mi
piaccia.
Nessun commento:
Posta un commento