I LIBRI DEL PAVONE
Mi è venuto in mano un vecchio libro foderato con carta adesiva senza titolo nè sul dorso nè sulla facciata della collana I LIBRI DEL PAVONE di MONDADORI
Era la collana proletaria di Mondadori dedicata ai "moderni e contemporanei" parente stretta della ben più aristocratica e blasonata I LIBRI DELLA MEDUSA
Sul "Pavone" trovavi, P.S. Buck, il Werfel de I quaranta giorni del Mussa Dagh, Kormendi, Steinbeck, il Fallada di E adesso pover'uomo, S.. Lewis, dove S sta per per Sinclair. L'altro Lewis, quello del Lontano, sul pianeta silenzioso, era nella MEDUSA.
Del primo, proprio dalla collana I LIBRI DEL PAVONE, lessi Babbit, un romanzo ambiguo su un ambiguo anticonformismo; un'ambigua storia di deviazione dal comportamento della buona società. Non mi convinse e mi parve fiacco. Fiacco nella trama, nella psicologia, nello stile, nel senso. Ricordo questo giudizio perché era un Nobel e proprio non capii quali motivazioni potessero giustificare quel Nobel. Naturalmente ero giovane e molti miei giudizi sono cambiati. Non credo però, almeno da quanto ricordo, di aver cambiato parere dieci anni fa quando ne ho riletto qualche pagina.
Ne I libri del pavone c'erano Nobel come Steinbeck con I pascoli del cielo, La santa rossa e La valle dell'Eden, Hemingway con I Quarantanove Racconti e Per chi suona la campana.
C'era Eremburg col suo famoso e importante Il disgelo e c'era Cadwell con quel suo impressionante romanzo La via del Tabacco.
La via del tabacco fu il romanzo che più mi impressionò di quella collana.Un romanzo che ho riletto di recente con grande piacere e ammirazione. Un grande romanzo.
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