venerdì 6 dicembre 2019

6 Odio razziale e culturale Capitolo 6 de Il Manifesto degli incivili



Odio razziale e culturale - Capitolo 6 de Il Manifesto degli incivili

E’ inutile far finta di non vedere, ignorare che questo tipo di odio nella variegata varietà delle posizioni non esista; un odio spesso cieco diretto soprattutto contro i neri per il colore della pelle, contro gli ebrei. Contro questi ultimi un odio millenario verso la cultura di un popolo e contro un popolo, accusato di assassinio di dio. Un odio che si estende in alcuni casi a tutte le altre diverse culture e stirpi, così radicato da divenire insuperabile, incorruttibile, impermeabile ad ogni pensiero, ad ogni sentimento. Un odio che si respira anche e soprattutto nei campi di certa sinistra contro l’ebreo, un odio appena coperto dalla tenue e trasparente coperta dalla giustificazione della politica dello Stato d’Israele. Una coperta così tenue che, ad essa, spesso molti odiatori di ebrei, tra i quali possiamo enumerare quasi tutti i musulmani, quasi tutta la nostra sinistra, rinunciano, identificando tutti gli ebrei del mondo con gli ebrei dello stato d’Israele, con la politica dello stato d’Israele; una identità che si rivelerebbe nella solidarietà che costoro offrono a quello stato e alla politica espressa da questa stato.

E’ giusto parlare di seminatori di paura e di odio, ma non per populisti. E' la sinistra a disseminare odio antiebraico e giustificare i delitti arabi e palestinesi. Perché non ricordare mai che furono, sì, gli estremisti israeliani a cacciare una parte dei palestinesi dalle loro terre dopo la guerra, ma contemporaneamente ingigantiva la cacciata di tutti gli ebrei dai paesi arabi iniziata con l'insediamento ebraico. Furono tanti: si dice che a Bagdad un abitante su sei fosse ebreo. Tutta gente che lasciò casa, lavoro ed averi per rifugiarsi nei paesi disposti ad accoglierli, tre questi lo stato d'Israele.

Seminatori di Odio e di Paura. Ebbene cominciamo dalla paura.
La paura è un sentimento, donatoci dall'evoluzione, quel sentimento che ci induce alla prudenza e a non fare entrare la volpe nel pollaio, a non carezzare le tigri. Chi carezzava le tigri veniva mangiato dalle tigri e non trasmetteva prole disponibile a farsi mangiare dalle tigri. La paura è un sentimento rivolto al futuro, ai vari futuri mondi possibili che si aprono a noi tutti come conseguenza del nostro agire e che guida la nostre scelte, indirizzandole verso la prudenza, perché non possediamo  uno scanner o un apparecchio schermografico che ci rivela se l'individuo che tenta di entrare a forza nella nazione, nasconda la Sharia e, con essa, l'istinto della violenza, la volontà di ferirci, di organizzare attentati, l'odio verso quello stesso Occidente a cui chiedono aiuto. 

Di qui la propensione dei populisti per il rifiuto che si aggiunge al rifiuto verso le elite della repubblica di Platone italiana, al rifiuto dell’Europa vista come un impero repressivo. Un rifiuto all'accoglienza indiscriminata, un totale contrasto  coi "generosi" che di questa accoglienza fanno bandiera, che dell’accettazione di questa Europa fanno bandiera. Per noi invasori per loro migranti  Possiamo favorire l’accoglienza o bloccarla e certamente ognuno si formerà giudizi e aspettative in relazione alla sostenibilità dell’accoglienza e alle conseguenze positive o negative. Gli strumenti per valutare i vari futuri possibili ed assegnare ad essi gradi di probabilità sono la nostra esperienza, la nostra cultura, la statistica, la teoria probabilistica ecc. Potremo immaginare un mondo futuro come quello orribile descritto dallo scrittore francese Houellebecq  nel suo romanzo Sottomissione in cui l’Islam giunge a condizionare per via del tutto democratica la società francese o affidarci alle pessime previsioni di Oriana Fallaci che ha espresso in molti saggi il pessimo destino che ci attende se non conterremo gli islamici o futuri mondi in cui, in qualche maniera, gli islamici vengono assimilati alla cultura occidentale e si comportano laicamente come i cattolici. Diciamo che una corretta scelta potrà avvenire se daremo un giusto peso alle probabilità e alla durezza prevista per praticarlo.
I due fattori ci guidano o verso l’opposizione ostile, la paura, il respingimento o verso la fiduciosa accoglienza.
Chi arretra e non vuole l’islamico non è un odiatore né un seminatore d’odio: semplicemente constata che gli ingressi vanno disciplinati, che nel pollaio non va invitata la volpe. Che non possiamo accogliere centinaia di persone ogni giorno, che all’ingresso non disponiamo di una macchina schermografica, uno scanner che accerti la presenza e l’intensità della sharia e il proposito di trapiantarla, che non abbiamo, come succedeva negli Stati Uniti un’isola per accogliere o respingere su una nave che li riporti a casa i candidati migranti perché i nostri migranti arrivano su barconi malandati che affonderebbero se non li soccorressimo, instaurando così un ricatto di salvezza a cui secondo molti non dobbiamo soggiacere.
I favorevoli al respingimento Propagano il loro odio e la loro paura? No, semplicemente affermano le loro tesi come lo fanno i favorevoli all'accoglienza.
Emigrare in Italia, in Francia, in Europa legalmente non è costoso, ma è necessario il passaporto e un visto che i migranti sanno che difficilmente otterranno. Il costo del biglietto aereo non sarebbe neppure un sesto del costo necessario ad entrare tramite organizzazioni malavitose che agiscono al di fuori di ogni legge.
I migranti sanno perfettamente quale strada costosa e pericolosa stanno intraprendendo e a questo punto non sono più solo migranti ma invasori. Si mettono in viaggio, spesso attraversando terre pericolose e mortali, con guide che li trattano come animali, giungono in Libia (dove esiste da tempo, da quando l’asino Obama, il volgare e crudele Sarkosy, il despota inglese e infine anche il  Berlusconi, che mai avrebbe dovuto cedere ai ricatti dei suoi delinquenti colleghi, dicendo a voce alta che mai e poi mai gli Italiani avrebbero versato altro sangue libico dopo quello versato criminalmente nelle operazioni di conquista e di dominio) e per approfittare delle legge del mare che obbligano le navi a soccorre le altre navi in difficoltà, si imbarcano in barconi destinati ad affondare. Sono poveri ma, scaltri, i sotterfugi e le condotte truffaldine per mettere piede in Europa li usano tutti e con loro portano la loro ignoranza e la loro sharia. Scaltri loro, falsi e ipocriti i soccorritori che diffondendo il messaggio, “Imbarcatevi, ci siamo qui noi ad accogliervi, quando la barca si sfascia” E se non ce la fanno ad arrivare in tempo: “Buona affogata! La colpa è di Salvini!”. 
Purtroppo decenni di egemonia culturale della sinistra fanno ancora sì che chi vuole accogliere sia buono bravo, intelligente, colto mentre gli altri sono perfidi, barbari, ignoranti e cattivi e, naturalmente, seminatori d’odio.
Cosa diremo quando grazie ai seminatori di odio cesseranno le invasioni, le morti in mare e in terraferma? 
Decisivo nella scelta è un fattore di cui si tiene ben poco conto.  Questo fattore riguarda la reversibilità o l’irreversibilità.
L’ingresso in Europa, l’ingresso nella cinta dell’euro, l’accoglienza è non solo costosa e rischiosa c ma anche irreversibile. Una volta entrati non possiamo rimandarli casa. La decisione è per sempre come l'Euro, che altri incoscienti ci hanno imposto. Chi si è assunto la responsabilità di una entrata così improvvida nella moneta comune era perfettamente a conoscenza che, giusta o sbagliata, la scelta è per tutti e per sempre. Non a caso la sinistra, quella sinistra che aveva osteggiato l’Europa in tutti i modi l'ha imposta a tutti noi come oggi ci vuole imporre l'accoglienza!


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