Dal romanzo LA CITTA' E IL DEMONIO
la tremenda battaglia a Torino fra
il demonio e La Signora delle Olimpiadi
la tremenda battaglia a Torino fra
il demonio e La Signora delle Olimpiadi
Il dilagare di Onan
L’onanismo dilagava. Il vescovo e i
preti lanciavano strali dai pulpiti contro il nuovo flagello, contro la nuova
Sodoma, contro la nuova Gomorra che sarebbe crollata e punita col fuoco. “E’ il
peccato peggiore!” tuonava il Vescovo. “L’uomo nato per donarsi, preferisce
godere. L’uomo, nato per popolare la terra, spreca peccaminosamente il suo seme;
i turpi peccatori non solo si masturbano in casa ma ostentano il loro peccato
nei pubblici prati, nei pubblici parchi, in strada, in macchina e perfino nella
casa di Dio.
“Un peccato grave!” inveivano i preti
“Contro dio, la natura e gli uomini” E non esageravano i preti. La viola
saxifraga pareva aver favorito il dilagare del flagello. La gente lo praticava,
ne parlava, né discuteva si faceva gran burla dei preti e del vescovo “Le
donne” commentavano sottovoce le donne “prima dovevano pigliarselo tutte le
sere e ora respirano. I mariti si menano, loro si menano e finalmente
respirano”. Un giornalista celebrò, in un fondo, un inno all’onanismo citando
l’eccelso Al Ghazali: “Per questo insigne filosofo la masturbazione preannuncia
le gioie del paradiso. Che possiamo volere di più? Miti africani, greci ed
asiatici, parlano dello sperma donato alla terra come rito simbolico per
fecondarla. Solo i preti cristiani diffondono le paure più turpi. Ma il pene
non marcisce e non secca e quindi procedano in pace i cittadini a dar gioia a
se stessi!”
“Se è per la procreazione “scrisse
una donna al giornale, “Se i preti hanno paura che la terra si spopoli allora
sappiano che su questa povera nave siamo fin troppi! Pratico la masturbazione
con mio marito, lui da solo, io da sola, più spesso io, masturbando lui, mentre
lui masturba me, ma nei giorni fecondi scopiamo come dio comanda e continueremo
a popolare la terra. Ma non popoliamo fin troppo?” La discussione si accese “Siamo
troppi” scrisse un fanatico “almeno in miliardo di troppo” al che il direttore
rispose “Quando è troppo è troppo! La discussione non deve scadere e degenerare.”
La reprimenda scatenò il lettori “Dire ‘quando è troppo, è troppo?, non è
banale tautologia?” Gli oppose un maestro. “Facciamo una commissione per
eliminare un miliardo di bipedi. Posso umilmente aiutare?” chiese un Anonimo “E’
di destra o di sinistra la masturbazione? E’ di destra o di sinistra la
masturbazione collettiva? Chiese il Manifesto ai lettori”
Intanto la viola Ghermascia fece un
gran salto e cominciò a infestare le carni, a colonizzare le braccia, i
polpacci e il praticello del sesso. Dilagava sui corpi, nidificava sui deretani,
sulle mammelle, sulle fronti, sugli orticelli del paradiso, sul glande, sui
capelli.
“Non riesca più a sedermi”, “non si riesce più a indossare i vestiti”,
“Non si riesce a dormite”, cominciarono a lamentarsi i Torinesi. “questa
saxifraga è peggio della gramigna!”, “estirpate questa piaga infernale” “Prima
ha invaso l’esterno e poi? Invaderà l’interno? Nidificherà nei nostri orifizi?
Colonizzerà i polmoni e le milze?”
I preti e i vescovi esultarono di
fronte a quel nuovo castigo, tuonando dai loro pulpiti che la saxifraga era la
giusta punizione contro la città masturbante “Con questa diabolica pianta i
peccatori subiscono l’ira di Dio per il loro tremendo peccato. Essa è un
castigo, una pestilenza, un orrore” tuonavano” Si è presentata sotto le vesti
attraenti di un fiore profumato, bello e succoso come la mela del paradiso
terrestre e i peccatori l’hanno addentata scoprendo il serpente.”
Dilagò la saxifraga e con lei l’onanismo
che, nonostante il tuonare dei preti, ormai trionfava. Si masturbavano turisti
e torinesi, uomini e donne, autorità e burocrati. Si masturbavano i chic e i radical
chic, gli intellettuali, gli attori, il sindaco, i consiglieri, la giunta, le
fondazioni. Le sedute dei consigli cominciavano e finivano con solenni
masturbazioni e spesso dovevano essere interrotte perché l’oratore di turno,
interrotto il suo roboante discorso, si rivolgeva ai colleghi dicendo
“Permettano i rispettabili colleghi, necessità impellenti mi spingono a farmi
una sega”, “Favorisca pure Collega” rispondeva il presidente “Se i colleghi
vogliono approfittare” e i colleghi approfittavano con gioia, compreso il
presidente che si masturbava sullo scranno centrale.
Tutti parlavano delle sue gioie e
ridevano delle condanne dei vescovi. Andavano a ruba nuovi trattati come Tecniche
di masturbazione e Mani infaticabili nonché accessori come i vibratori, e le vagine
elettroniche.
Ma quando la Saxifraga parve mostrare
il suo nuovo e terribile volto, molta gente cominciò a frequentare le chiese e
a temere le apocalittiche prediche dei suoi ministri.
Vecchi e nuovi fedeli affollavano La Consolata e il Duomo
dove il severo vescovo s’alternava ai predicatori. Poi furono i predicatori a
uscire dal buio delle chiese per lanciare i loro anatemi nelle piazze, nelle
strade e nei parchi.
Il loro odio contro i peccatori
onanisti era totale. “Penitenza!.. Confessione e penitenza!” tuonavano “Dio, il
nostro infinitamente buono e severo iddio, è sempre pronto a perdonare le sue
creature, che si pentono, che abbandonano il peccato, che scelgono la retta
via”, “Dio è il bene”, “Dio è infinitamente buono, ma l’inferno attende i
peccatori”. I masturbatori continuavano a difendersi e a beffeggiare i
creduloni credenti. “E’ mai possibile che i pretastri vadano così fuori di
testa? E’ mai possibile che vadano in tilt per qualche misera sega?” Ma gli
sberleffi degli onanisti abbandonarono presto il tema della masturbazione per
attaccare, prima i penitenti, i timorosi, i piagnoni che correvano a
inginocchiarsi davanti al detestato popolo dei preti e poi per beffeggiare lo
stesso dio dei penitenti. Il diverbio si spostò così dalle masturbazione agli
eterei cieli della metafisica. Non si sa come avvenne il passaggio, ma avvenne
di colpo. Accadde così che anche i più umili e incolti masturbatori si fecero
teologi e filosofi, si misero a discutere dovunque di dio, degli dei, degli
angeli, dei diavoli, del paradiso, dell’inferno, della trinità, della fede, dei
misteri. Si formarono circoli specialistici che discutevano dei peccati e della
loro gravità e ritornarono in auge le virtù teologali.
Ma se i peccati nella loro varietà
erano l’argomento per eccellenza e quelli sessuali i più appetiti, trovarono
posto anche circoli di logica, “Per ragionare su qualcosa argomento, fa d’uopo
conoscere le regole del giusto argomentare” rispose sprezzante un adepto alla
giornalista velina che chiedeva “Ma perché discutete di cose così aride e non
di succulenti argomenti come il sesso e la masturbazione?”, “Lei ignora
l’estensione e l’intensione, i predicati e le classi, miserabile velina”
rispose l’adepto “Stia lontana da me! Mi fa ribrezzo! Si butti da una
finestra!” Ancora più aristocratici erano i circoli matematici, che si
spingevano fino agli insiemi infiniti, agli Aleph, alle infinità di Dio. “Ma
perché” chiese la solita giornalista velina non parlate di amplessi, di
masturbazioni, di sesso ma di aridi numeri?” “Si vergogni rispose l’adepto, il
riflettere nostro verte sui vertiginosi infiniti di Cantor. Si può vivere senza
conoscerli?”, “Penso di si…” rispose la giornalista “Lei respira ma non vive.
Si vergogni e si spari!” Le giornaliste veline riferivano disgustate e
affascinate: “In certi gruppi non si capisce nulla, in altri si analizzano i
peccati, in altri ci cacciano perché siamo giornaliste veline! Brutta aria da
queste parti!”
Un inviato produsse un inchiesta: “Tutti
ci siamo chiesti da giovani “Se dio ha creato noi, chi ha creato dio? Oppure:
“Se dio è dovunque e infinitamente buono perchè il male?” Se lo chiesero anche
grandi teologi come Agostino e Tommaso sulle cui opere, tutti i torinesi, anche
i maniscalchi e tranvieri, sono ferrati. Agostino alla domanda ‘perché il male?
‘ rispose (semplifico in una maniera che a Torino verrebbe ritenuta
scandalosa): il male è semplicemente assenza di bene ossia assenza di Dio.
Questa è una risposta geniale ma non osate proporla a Torino, perché l’ultimo
degli ignoranti sghignazzerebbe di voi e vi chiederebbe “E allora gran
sapientone, perché l’assenza di bene?” Altri gruppi sono più sofisticati e alla
domanda “Chi ha creato dio, elaborano richiami al platonismo, a Cusano, agli
asintoti, avanzando, ad esempio, ipotesi che i successivi creatori abbiano un
peso e una distanza sempre minore sicchè all’infinito tutti gli dei coincidono
“Lei comprende?” Ti chiedono e, di fronte al tuo volto perplesso, scuotono il
capo come a dire “Mi spiace per lei, povero diavolo!”il che ti fa sentire
l’ultimo dei pezzenti.
Altri gruppi sono più circolari; alla
domanda:“Dio ha creato il mondo ma chi ha creato Dio?” rispondono “l’Uomo.” e
alla domanda “Chi ha creato l’uomo?” rispondono “Dio”. “Lei non deve stupirsi,”
ti dicono “Dio ha bisogno dell’uomo come l’Uomo a bisogno di Dio. Perché Dio
avrebbe creato l’uomo se non avesse avuto bisogno di lui?” Un’imbecillità?”
ridacchiano “Eppure le cose stanno proprio così. Con lo stesso diritto potrai
tranquillamente sostituire ‘dio’ con ‘uomo’ e ‘uomo’ con Dio. Per questo se è
vero che Dio ha creato l’uomo è altrettanto vero che l’uomo ha creato Dio. Non
ha detto la stessa cosa Gioberti?”.
Ma le teorie sono tante e bizzarre.
Qualcuno pensa che noi siamo golmini creati dentro un computer. Il dio ci ha
creati e ci guarda dal di là dello schermo. Si diverte alle nostre disgrazie?
E’ perverso? E buono? Ci giudica? Ride di noi coi suoi amici?”. “E chi ha
creato lui?” chiede naturalmente qualcuno; ma altrettanto naturalmente in un
tale contesto la domanda perde il suo senso.
“Qualcuno dice addirittura che Dio è
il male. Manicheismo, Adorazione di Satana, Plotinismo, Riesumazione di Cronos,
di Zeus, della Gnosi. Tutte le eresie e le religioni hanno ripreso vitalità e
vigore. Il vescovo e i preti, dapprima entusiasti di questa rinascita
dell’interesse per il divino, ora gridano all’Apocalisse.
“Si vive un clima di attesa. Fra tre
mesi usciranno o “Il male e La divinità” dell’ormai celeberrimo Barbablù
figlio di Mosè della Versailles della palude, di cui circolano già alcuni
brani. Circola la voce che questo Barbablù chiamato anche Dracula abbia venduto
l’anima al diavolo. Certo fu fascista, stupratore assassino, teologo e
pensatore.”
Ma i culti che ottennero più successo
furono quelli di Iside e quello di Bombelli. Sosteneva il culto che Dio fosse obbligatoriamente
a nostra immagine e somiglianza e noi, creature che navigavano in un computer. “Perché
dovrebbe essere a nostra immagine e somiglianza?” Chiese a un neoteologo della
nuova fede la solita giornalista velina “Se non fosse così, come farebbe a capirci?”
rispose il teologo “E se non ci capisse, come farebbe a ridere di noi, parlarci
e giudicarci?” L’idea dilagò e dilagarono le immagini di quel dio, simile a noi
che stava dall’altra parte a guardarci.
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