lunedì 20 gennaio 2020

FI PARADIGMI, ARCHITETTURE E LINGUAGGI NELLA RIFLESSIONE FILOSOFICA




Di EZIO SAIA
L’articolo di Sonia Caporossi La crisi del linguaggio filosofico nella seconda modernità: una riflessione dal sottosuolo mi ha spinto ad alcune riflessioni che, confermando sostanzialmente i suoi giudizi, seguono, tuttavia, un diverso percorso.
Nel 1905 B. Russell pubblicò On denoting. Il saggio trattava dell’uso del articolo determinato “il” e affrontava tre ordini di problemi: la questione ontologica di entità quali “il quadrato rotondo” a cui l’amico Meinong assegnava un’esistenza al di là dell’essere e del non essere, la distinzione di Frege fra senso significato, il senso e la verità di proposizioni quali “L’attuale re di Francia è calvo”. Trattando la questione dello statuto dell’articolo”il”, Russell intendeva occuparsi di filosofia della matematica e di tutti quei teoremi del tipo “Il massimo della funzione…”, “La derivata della funzione…” ma, indipendentemente dalle questioni poste e dalle soluzioni prospettate, concludeva rivendicando la scoperta di una struttura logica profonda spesso occultata dalla forma grammaticale spesso ingannevole, ambigua e logicamente errata.
Di fatto Russell aveva fondato con Frege, la cui posizione era stata esposta in saggi quali “Senso e significato” e “Concetto e oggetto”, la moderna filosofia del linguaggio, o meglio, quella che oggi nelle università viene chiamata “Filosofia del linguaggio”. Forse impropriamente perché in forme simili o totalmente differenti, molta filosofia del secolo scorso ha per oggetto il linguaggio....                                 Clicca per continuare a leggere         

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