Percorrendo una mappa di senso dei desideri
Frasi come: “Nella Fenomenologia dello Spirito Hegel afferma che il desiderio è la prima forma
tramite cui l’autocoscienza fa la sua apparizione nel mondo.” o come: “In un linguaggio non
strettamente hegeliano, si potrebbe dire che l’uomo inizia a esserci innanzitutto in quanto
desiderio. È nel suo desiderare che egli fa esperienza emotiva di sé, del proprio corpo, degli
altri e del mondo.” sembrano avere soprattutto il senso di fondamento sia in quanto sentimenti
puri e fondanti sia in quanto rinvio a un passato in cui ogni uomo e l’uomo hanno iniziato a
esserci. Concetti che ci invitano a cercare un inizio sia nel passato privato di noi singoli mortali
che nel nostro passato di uomini poiché ci parlano di emozioni “pure” e primarie; quello stesso
tipo di purezza incontaminata da ogni tipo di teoria con cui molti pensatori neopositivisti vollero
caratterizzare le sensazioni, interpretandole come “protocolli” primari, come mattoni su cui
edificare il sapere certo. Quella neopositivista fu un’illusione che si dissolse presto e altrettanto
illusoria potrebbe essere la ‘purezza’ relativa a desideri e dolori.
Eppure quando desideriamo, quando proviamo dolore o piacere, sentiamo così intense in noi
quelle affezioni dell’anima da non poterle che considerare pure.
Sembrano tali perché, se ci interroghiamo, ad esempio, sul senso del desiderio, non possiamo che
riferirlo al circuito “Desiderio => soddisfazione del desiderio => estinzione del desiderio”.
Un’intensità e una purezza che paiono spingere verso il passato allo scopo di riunificare queste
sensazioni di “purezza” con quelle di fondamento e di cominciamento. Un passato dove poter
rispondere a domande di senso del tipo: “Perché abbiamo bisogno di desiderare?”, “Perché non
possiamo vivere senza?”
2. Verso un fondamento
Il nostro viaggio si rivela, però, presto una delusione che tutta la nostra storia e tutto il nostro
teorizzare hanno già prefigurato. La multiformità delle idee sulla realtà indica stratificazioni
culturali o teoriche cui neppure la coercitività delle sensazioni sfugge. Tutto assume il senso di
segnale, d’informazione e d’anticipazione. Anche quelle sensazioni fisiche di dolore, che
parevano all'esperienza ingenua, dolori e basta, ora assumono l'abito di segnali e informazioni di
manutenzione. L’uomo che non sente il dolore non sopravvive e l’uomo che non sentì il dolore
non sopravvisse. Senza un sistema organizzato di segnalazione di guasti non si eseguono
manutenzioni e senza manutenzioni si muore. Il dolore ci giunge con connessioni di pericolo, di
paura, di richiesta di manutenzione più o meno urgente in un coacervo di connessioni e
anticipazioni teoriche che s’intrecciano a formare quello che pareva un puro dato. Clicca per continuare a leggere
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