ANCORA IL Falstaff di Ezio Saia
Ancora il Falstaff! Non da cima a
fondo ma a pezzi e bocconi; Falstaff che licenzia i servi, Falstaff buttato nel Tamigi,
Falstaff quando era paggio, Falstaff che approda alla taverna dopo essersi
miracolosamente salvato, il finale coi dodici rintocchi e la fuga comica. Forse
non c’è un’aria o un pezzo più bello degli altri in quest'opera miracolata! Falstaff è tutto bello. Non
c’è un intermezzo strumentale o un accompagnamento strumentale degno di essere
presentato come suite orchestrale, perché tutta l’orchestra canta in
maniera perfetta per anticipare, commentare, seguire le vicende del gran "pancione". Una
continuità d’orchestra tutta nuova per un Verdi tutto nuovo. Il miglior Verdi,
forse la migliore opera mai scritta.
Verdi, Rossini, Mozart.
Questi confronti non si possono fare, e tanto meno si possono fare graduatorie. Le nozze di Figaro ha dei pezzi sublimi, è tutto eccezionale ma è troppo lungo, di Barbieri ne avesse fatti tanti Rossini. Anche questo è un capolavoro unico. Falstaff?
Per me è il migliore.
Dico di più. Verdi, uno dei più
grandi tragici, ha dato il meglio di sè in un’opera comica, Rossini, il più comico compositore della storia della musica, ha forse dato il meglio di sè in un’opera tragica come il Guglielmo Tell.
Per entrambi erano le ultime opere; l’uno,
Verdi, a ottanta, l’altro, Rossini, prima dei quaranta.
Parlerò ancora molto del Tell.
Parlerò ancora molto del Tell.
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